Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXX - Numero 14 DICEMBRE 2012
PORTI
I PORTI DELLA COSTA OCCIDENTALE U.S.A. ALLE PRESE CON
PROBLEMI CHE DISTOLGONO L'ATTENZIONE DALLE ATTIVITÀ PRIMARIE
Introspezione, feudi personali, pressioni da parte di interessi
commerciali esterni, dimissioni ed inchieste interne stanno tenendo
occupati i responsabili dei porti della Costa Occidentale
statunitense ed in alcuni casi stanno distraendo la loro attenzione
dal proprio compito principale consistente nell'attirare carichi ed
occuparsi di loro in modo efficiente.
Le distrazioni si verificano per lo più presso i grandi
porti containerizzati.
Gli operatori minori, specialmente quelli specializzati in
rinfuse, si soffermano maggiormente sull'aspetto più
importante, cioè occuparsi delle merci e dei traffici.
Ed i loro sforzi si stanno dimostrando vincenti.
Fra quelli più degni di nota c'è il porto di
Olympia nello stato di Washington.
Quest'ultimo è divenuto il principale canale di sabbie
fracking (proppant di ceramica) dalla Cina allo stato in espansione
del North Dakota, dove sono in corso di scavo migliaia di pozzi di
petrolio.
Il porto, essendosi assicurato un contratto biennale con la
Rainbow Ceramics di Houston, prevede un balzo verso l'alto del 40%
dei proventi presso il proprio terminal marittimo sino a 4,5 milioni
di dollari USA nel corso del prossimo anno finanziario.
Un altro porto minore, quello di Portland, ha dovuto subire
varie delusioni negli ultimi sei mesi a causa di problemi con la
forza-lavoro.
Gran parte di tali problematiche hanno riguardato la ICTSI, che
ha rilevato il Terminal 6 ed è stato accusato dai sindacati
di impiegare lavoratori a basso costo benché iscritti a
sindacati.
Le corti federali sono riuscite a portare a termine una
mediazione sulla disputa ed i traffici sono ripresi, ma è
probabile che essi siano diminuiti di qualcosa come il 15% rispetto
al 2011.
E, come avvenuto per molti altri porti, i suoi piani di
espansione si sono impantanati nell'opposizione da parte della
comunità locale e nelle iniziative degli ambientalisti.
Un piano finalizzato allo sviluppo di 500 acri per un nuovo
terminal sulla West Hayden Island è ancora alla fase del
pubblico riesame, a due dalla prima presentazione della proposta.
Non ci si aspetta alcun progresso significativo nel breve
periodo.
Portland ha inoltre dovuto subire le proteste degli attivisti
degli stati dell'Oregon e di Washington contro i terminali per il
frumento, che hanno indotto i vettori di rinfuse ad evitare del
tutto la regione.
La domanda cala
La California è alle prese con i suoi problemi.
I volumi a Los Angeles hanno mostrato un inatteso decremento del
3% dei contenitori pieni ad ottobre, il che rappresenta un
significativo segnale del nervosismo dell'economia statunitense.
L'incremento dell'anno finora è del 4,7% rispetto al
2011, a fronte di una previsione di bilancio del 3%.
A differenza del suo vicino Long Beach, il porto è stato
almeno in grado di concentrarsi sullo sviluppo di capitale.
Il portavoce del porto Phillip Sanfield definisce “aggressivo”
il programma da 1,2 miliardi di dollari USA per i prossimi cinque
anni.
Nell'annata finanziaria che va fino a luglio del 2013, la spesa
complessiva sarà dell'ordine di 285 milioni di dollari USA,
di cui 127 milioni di dollari USA saranno relativi al terminal
TransPacific.
I lavori presso il terminal sono quasi tutti da fare, riguardando i
varchi per i veicoli pesanti e lo spostamento/riallineamento delle
corsie stradali.
Altri 125 milioni di dollari USA vengono spesi per un nuovo
piazzale ferroviario di smistamento presso l'Ormeggio 200 (il Bacino
Occidentale).
Questi progetti rappresentano un esempio di ciò che i
tecnici definiscono “guardarsi l'ombelico”.
“Oltre agli enormi costi che ciò comporta -
oggigiorno, una caratteristica di qualsiasi lavoro edile anche di
piccola portata - essi fanno poco per incrementare la capacità
e prepararsi ai cambiamenti nel settore della lavorazione dei
container nei prossimi anni a venire” afferma Sanfield.
Preoccupazioni a parte
L'economista Paul Bingham della CDM Smith nota come i porti in
genere abbiano fatto un passo indietro rispetto ad una seria
meditazione sulla capacità e gli argomenti correlati.
“Probabilmente ciò è avvenuto perché
essi lavorano a bassa capacità sin dalla scivolata del 2007 e
quindi al momento non dobbiamo preoccuparcene.
Non faccio affidamento sul fatto che i porti avranno la capacità
di agire tempestivamente quando la domanda si sarà ripresa.
I politici sono soddisfatti riguardo alla situazione e sono
contenti di non doversi preoccupare”.
Bingham loda Los Angeles per avere dato il via ad una lunga anche se
tardiva revisione del suo piano finanziario.
Da parte sua, Long Beach è impantanato in litigi politici
locali.
Due membri della commissione per la gestione portuale sono stati
accusati di disonestà da un collega, con conseguente lunga
causa e richieste di dimissioni.
La scelta della localizzazione di una sede provvisoria in
occasione della costruzione di un nuovo edificio è divenuta
un evento sgradevole in seguito all'intervento del sindaco della
città ed agli insulti intercorsi in relazione alle
interferenze del municipio negli affari interni del porto.
“Il porto è in una fase di transizione e non è
uno scenario molto bello” ha dichiarato il responsabile di una
compagnia di navigazione.
“La politica sta rallentando le sue attività ed i
dipendenti temono di perdere il posto di lavoro, mentre la gente
qualificata cerca di andarsene”.
Il dirigente di un'altra linea di navigazione concorda.
“I vettori si chiedono che cosa stia succedendo.
Essi vorrebbero essere rassicurati in relazione al fatto che le
tariffe, gli affitti terminalistici e le condizioni rimanessero gli
stessi.
Non si sta dicendo che gli operatori terminalistici stanno
guardando altrove e che i vettori vorrebbero spostarsi, ma ciò
potrebbe avvenire davvero se i contrasti dovessero persistere”.
Mania sportiva
A San Diego il porto si trova a dover affrontare una difficoltà
inattesa in relazione al fatto che i proprietari dei terreni sono
divenuti anche i nuovi proprietari del principale quotidiano della
città.
Essi hanno pubblicamente dichiarato la propria intenzione di
sfrattare l'autorità portuale e di costringere alla chiusura
il principale terminal rinfuse per costruirvi un complesso
commerciale che comprenda anche uno stadio dedicato ad attività
sportive.
Per il momento, il porto continua comunque le proprie attività.
Il progetto inerente all'alimentazione elettrica da terra non è
stato modificato nella sua portata, nemmeno a livello temporale.
Anche Seattle deve vedersela con la mania americana per lo
sport.
I reclami della gente hanno indotto il municipio a novembre a
siglare un accordo finalizzato alla costruzione di uno stadio
dedicato ad attività sportivo-ricreative, con posti a sedere
per oltre 50.000 spettatori, proprio in prossimità del porto.
Quanto meno, ciò comporterà un serio intasamento e
ritardi nelle consegne portuali.
Afferma Peter McGraw, portavoce dei media di Seattle: “Da
un rapporto sul traffico elaborato dai sostenitori dello stadio, le
attività sportive hanno ovunque un potenziale di attrazione
da 700.000 a 1.000.000 di passaggi veicolari in più all'anno
nella zona.
Siamo preoccupati per il fatto che, senza un'appropriata azione
di attenuazione del traffico, questi veicoli possano rendere
difficile lo spostamento dei camion che trasportano i carichi dai
nostri terminal sulle strade e ferrovie situate nelle vicinanze”.
I pessimisti sostengono che molti dei progressi fatti nella
riduzione dell'inquinamento andranno perduti, dato che molti veicoli
pesanti passeranno molto tempo fermi col motore al minimo: uno de
malanni di cui il piano ambientale si era occupato.
Acqua alla gola
I guai di Oakland minimizzano tutti quelli degli altri.
I traffici sono diminuiti del 5%, l'amministratore delegato è
stato coinvolto in uno scandalo relativo all'uso di carte di credito
aziendali in un locale equivoco di Houston, il suo vice è
stato sospeso per la medesima ragione, un lavoratore è
deceduto sul lavoro, i portuali minacciano di scioperare ed una
causa da 120 milioni di dollari è stata intentata al porto in
relazione ad un accordo con la
Ports America per il noleggio a lungo termine degli Ormeggi 20-25
nell'ambito di una collaborazione pubblico-privata.
La causa sarà il fattore che provocherà i maggiori
danni a lungo termine.
La SSA Terminals afferma che i propri introiti soffrono a causa
delle condizioni del noleggio cinquantennale con la Ports America,
il primo del suo genere nella storia del porto.
Gli osservatori sostengono che l'essenza dell'accordo consiste
nel fatto che alla Ports America è stato concesso il noleggio
in cambio della costruzione di attrezzature ed infrastrutture.
Dichiara Bingham: “Il risultato potrebbe alterare la
futura struttura delle associazioni pubblico-private degli Stati
Uniti.
L'avvertimento è nel senso che tali accordi non
dovrebbero essere stipulati isolatamente con singole parti, ma
dovrebbero coinvolgere tutti quanti”.
Secondo un osservatore, la lezione di strategia che si potrebbe
trarre dal fiasco di Oakland consiste nel pericolo derivante dal
combinare scali marittimi ed aeroporti nella stessa unità
operativa.
“Oakland ha scommesso in modo ingente sulla crescita senza
ostacoli dei servizi aerei passeggeri che servisse di conseguenza
per l'espansione mediante prestiti.
Poi è arrivata la recessione ed i traffici sono
letteralmente volati via, mentre i debiti sono rimasti.
Così, hanno cominciato a tentare di dirottare soldi e risorse
dallo scalo marittimo, arrabattandosi in giro per attirarvi attività
più alla svelta possibile.
L'associazione pubblico-privata è sembrata una
meravigliosa iniezione di liquidità”.
Il vantaggio di Oakland sta nel fatto che i traffici
containerizzati non hanno nessun altro posto in cui andare della
California settentrionale.
San Francisco ha sospeso il 90% delle proprie operazioni
containerizzate nel corso degli ultimi 15 anni; il tentativo di far
rivivere le spedizioni di minerali dal Nevada e dall'Utah ha perso
forza perché le miniere hanno ridotto le proprie operazioni.
Al contrario, Tacoma (talvolta chiamato Il Socio Minore del
Canale di Puget) è in espansione.
Grazie quasi interamente allo spostamento della Grand Alliance
da Seattle all'inizio dell'anno, i volumi containerizzati sono più
elevati del 12% rispetto al 2011, mentre le rinfuse lo sono
dell'87%.
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