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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
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ANNO XXXVI - Numero 31 OTTOBRE 2018
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TRASPORTI ED AMBIENTE
C'È ARIA DI PESSIMISMO RIGUARDO ALLE INIZIATIVE
DELL'IMO SULLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA
Lo slancio a sostegno delle iniziative finalizzate ad arginare
le emissioni di gas serra del trasporto marittimo sembra essere
giunto ad un punto morto, affermano fonti interne alla MEPC 73
(Commissione per la Protezione dell'Ambiente Marino) dell'IMO
(International Maritime Organization) riunitasi a Londra in
settimana.
I gruppi di pressione ambientalisti avevano sperato che i piani
per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2023 adesso sarebbero
stati avviati sul serio.
Il segretario generale dell'IMO Kitack Lim ha dichiarato che la
MEPC aveva approvato un programma di iniziative successive alla
strategia iniziale concordata ad aprile.
"Il programma lancia un chiaro segnale su come fare
ulteriormente progredire la questione della riduzione delle
emissioni di gas serra dalle navi entro il 2023" afferma Lim.
"Sono convinto, con l'intensificazione del vostro impegno e
con il supporto degli accordi operativi, che sarete in condizione di
riuscire ad accelerare il ritmo delle azioni ed affrontare questa
immane sfida globale".
Tuttavia, secondo una fonte di Loadstar interna alla
MEPC, il Brasile, l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti hanno rinnovato
l'impegno di respingere i tentativi di ridurre le emissioni a
livello dell'intero settore prima del 2023.
"Parlando dei colloqui che sono iniziati la settimana
scorsa, prima della MEPC, ci sono state aspettative in ordine al
conseguimento degli obiettivi di strategia generale stabiliti ad
aprile traducendoli in passi concreti" ha detto la fonte a
Loadstar.
Tuttavia, dopo una settimana di discussioni, la bozza del
documento non tratta nessuna delle misure specificamente nei
particolari, né si è parlato della fissazione di una
data per quando essi sarebbero stati discussi".
Ad aprile, l'adozione da parte dell'IMO di una strategia
iniziale aveva stabilito che entro il 2023 essa avrebbe messo in
atto misure per tagliare il livello delle emissioni di gas serra del
2008 di almeno il 50% entro il 2050.
La fonte suggerisce che la formulazione della strategia iniziale
aveva causato la discordia fra i membri dell'IMO, dato che una parte
di essi l'avevano interpretata nel senso che non ci sarebbe stato
bisogno di prendere provvedimenti fino al 2023.
"Ciò ha comportato un bel po' di pessimismo fra quei
membri che credono nel cambiamento climatico e vorrebbero prendere
iniziative immediate per affrontarne l'impatto sul trasporto
marittimo" continua la fonte.
"A quelli che negano il cambiamento climatico, questa
ambiguità nel contesto della strategia iniziale ha procurato
un bel po' di felicità".
La strategia iniziale di aprile si riferisce ad una gamma di
candidature di misure a breve, medio e lungo termine da far valutare
all'IMO.
Le misure a breve termine potrebbero essere definite e
concordate fra il 2018 ed il 2023; quelle a medio termine fra il
2023 ed il 2030; infine, quelle a lungo termine oltre il 2030.
"Per come la vedo io, tutte le ambizioni svaniscono a causa
della trasparenza interpretativa della strategia" continua la
fonte.
"Ed il motivo per cui essa è stata redatta in tal
modo è stata l'esigenza di farla approvare per prima cosa,
con obiezioni da parte dei summenzionati stati, segnatamente il
Brasile, l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti".
Le pressioni per ridurre le emissioni si sono incrementate
questo mese dopo una relazione del Gruppo di Lavoro Intergovernativo
sul Cambiamento Climatico, che stabilisce che ci sono appena 12 anni
prima che vengano fatti danni irreparabili.
Nel corso delle discussioni della settimana scorsa uno dei
relatori del Gruppo di Lavoro Intergovernativo ha voluto spiegare
perché erano necessarie soluzioni a breve termine.
"Questo ha immediatamente suscitato le obiezioni della
delegazione saudita che ha messo in dubbio l'imparzialità del
relatore sottolineando come egli sia anche un consulente delle Isole
Salomone riguardo alla sua strategia sul cambiamento climatico"
afferma la fonte.
"Anche se l'obiezione non è stata accolta, è
indicativa del modo in cui tutto ciò che circonda il
cambiamento climatico è giunto ad un punto morto che fa
rabbrividire.
Ogni speranza di cambiamento conseguito nell'immediato è
stata vanificata: è proprio un caso di decesso per 1.000
coltellate".
(da: theloadstar.co.uk, 23 ottobre 2018)
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