Intervento del Presidente dell'UCINA
Unione Nazionale Cantieri ed Industrie Nautiche ed Affini
Mario Giusfredi
al convegno
Economia del Mare e Sviluppo del Paese
L'impatto economico e sociale delle attività d'impresa marittima
Roma, 7 novembre 1996
Autorità, signore e signori
nell'esprimere un caloroso saluto
a tutti i presenti, desidero ringraziare la Federazione del Mare,
di cui l'UCINA è tra i soci fondatori, per avere realizzato,
grazie alla insostituibile collaborazione del CENSIS, questa importante
ricerca sull'attività marittima in Italia.
Come associazione di categoria dell'industria
e del turismo nautico in Italia, l'UCINA trova in questa ricerca
il riconoscimento del valore a livello nazionale del turismo nautico
come attività di grande importanza e di grande potenziale
sia in termini economici che occupazionali.
Parlando di nautica da diporto non
si può infatti prescindere dal turismo nautico ad essa
collegato in modo così stretto da confondersi quasi con
esso.
E' dalla barca infatti che nasce
tutto l'indotto legato al turismo in mare. Indotto che comprende
attività che rimangono tutte legate inscindibilmente al
mare e che quindi sono a tutti gli effetti da considerare parte
integrante dell'attività d'impresa marittima a cui l'indagine
del Censis fa riferimento.
E' di turismo nautico nel suo insieme
che quindi è necessario parlare quando si fa riferimento
alla nautica. Una barca è in grado di generare un'attività
indotta di grande rilievo, tale da far sì che il vero "business"
della nautica nasca non tanto al momento in cui la barca è
costruita ma piuttosto nel momento in cui essa viene utilizzata.
E' quindi fondamentale far sì
che le nostre barche vengano utilizzate in Italia, facendo tornare
indietro le barche italiane ormeggiate in porti esteri e, ancora
più importante, cercando di attirare in Italia il turismo
nautico estero, come tante volte discusso anche in ambito Confindustriale
e di Federturismo.
La ricerca del Censis a questo proposito
è molto chiara. Il comparto del turismo nautico nel suo
insieme ammonta a 7.640 miliardi, di cui 6.000 nell'indotto turistico
inteso come attività direttamente collegate all'utilizzo
della barca. In termini occupazionali questo equivale a 74.000
persone.
La ricerca del Censis evidenzia
in modo chiaro il grande potenziale di questo settore. I moltiplicatori
della produzione e dell'occupazione sono risultati infatti particolarmente
significativi ed i più alti in assoluto tra quelli dei
vari comparti dell'attività marittima.
Il moltiplicatore della produzione
relativa alla nautica da diporto, compreso il suo indotto sul
turismo nautico, risulta infatti pari a 6,5, mentre quello dell'occupazione
è uguale a 9,9. Questo significa che per ogni nuovo posto
di lavoro creato nell'industria nautica si generano nel sistema
economico complessivo nazionale, attraverso la trasmissione di
impulsi a monte ed a valle del comparto, quasi altri 9 posti di
lavoro.
Di fronte a questo potenziale ci
troviamo però impreparati.
Se da una parte abbiamo infatti
una cantieristica di tutto rispetto, specialmente in termini di
capacità innovativa e tecnologica, dall'altra abbiamo invece
strutture ricettive per la nautica assolutamente insoddisfacenti.
I porti turistici in Italia sono
infatti meno di 50, con circa 77.000 posti barca disponibili sugli
8.000 km di costa marina e 4.000 km di coste interne. Al confronto
la Francia, nei soli 200 km della costa azzurra, ha ben 120.000
posti barca.
Siamo molto grati al Ministro dei
trasporti e della navigazione Claudio Burlando per avere pubblicamente
evidenziato la situazione della portualità turistica in
Italia con la presentazione al Salone Nautico di Genova del "libro
bianco numero zero" e per aver assicurato il suo pieno e
convinto impegno per portare una soluzione al problema della scarsezza
di attrezzature per la nautica in Italia.
Attendiamo ora con grande interesse
l'applicazione concreta dei criteri di snellimento procedurale
annunciati dal Ministro a Genova, in modo da cercare in tempi
rapidi i primi risultati che sarebbero certamente di stimolo e
di incoraggiamento per tanti altri.
In questa occasione vogliamo anche
esprimere un ringraziamento al Ministro Burlando per essere intervenuto
prontamente sulla questione del noleggio, con semplificazioni
molto apprezzate anche dall'Ainud (Associazione Nazionale Noleggiatori
Unità da diporto), con la quale l'UCINA ha un rapporto
di ottima collaborazione e che ha segnalato ulteriori elementi
migliorativi che forse potranno essere accolti in fase di conversione
del decreto n. 535/95.
Auspichiamo a questo proposito anche
un intervento a favore delle acque interne, con la riduzione dei
canoni demaniali per le aree cantieristiche poste sulle acque
interne per renderli uguali a quelli praticati per le aree cantieristiche
poste sulle acque marittime. Si tratta in pratica di consentire
a soggetti impegnati nella stessa attività produttiva,
di poter usufruire degli stessi beni pubblici, alle stesse condizioni.
Contiamo che tutta questa serie
di interventi possa finalmente rivitalizzare il mercato interno.
I piccoli cantieri che non hanno la struttura per operare sui
mercati esteri sono infatti in grandi difficoltà, come
emerso anche dal recente salone di Genova. Il mercato delle barche
piccole, che è fondamentalmente un mercato nazionale, rimane
in una situazione di stagnazione. "L'interesse è tanto,
ma gli affari sono pochi", questo è il commento più
ricorrente tra gli operatori attivi sul mercato interno.
Noi confidiamo che l'atteggiamento
politico più aperto verso il nostro settore manifestato
negli ultimi tempi, unito all'applicazione pratica dei provvedimenti
presi ed in corso di stesura, possa finalmente riaprire il mercato
interno, a vantaggio specialmente delle piccole imprese che nel
nostro comparto sono essenziali.
Concludo ringraziando tutti per
l'attenzione e rinnovo a tutti un cordiale saluto.