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6 giugno 2012
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- La Regione Friuli Venezia Giulia attende con fiducia il
penultimo via libera al Corridoio Baltico-Adriatico
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- Domani si terrà la riunione del Consiglio UE dei
Trasporti chiamata ad approvare l'iniziativa “Connecting
Europe Facility”
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Domani a Lussemburgo si riunirà il Consiglio UE dei
Trasporti con l'obiettivo di approvare l'iniziativa “Connecting
Europe Facility” (CEF), che rappresenterà l'ossatura
finanziaria delle reti transeuropee dei trasporti, delle
telecomunicazioni e dell'energia nel periodo 2014-2021 e che
potrebbe essere dotata nel solo settore del trasporto di 31,7
miliardi di euro.-
- In questo contesto, nell'elenco dei dieci grandi Corridoi su cui
si appunterà l'interesse prioritario dell'Unione Europea,
verranno inseriti sia il cosiddetto Corridoio Mediterraneo (“erede”
nel nome del Corridoio V, dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e
Ucraina) sia il Corridoio Baltico-Adriatico, che si incroceranno
nelle infrastrutture ferroviarie di Cervignano. Lo ha ricordato la
Regione Friuli Venezia Giulia che ieri, nella sede dell'ente a
Bruxelles, ha tenuto una tavola rotonda sul ruolo economico della
connessione ferroviaria tra il Mar Baltico e il Mar Adriatico.
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- «Sta per materializzarsi un grande successo, un risultato
che potrà segnare il futuro del Friuli Venezia Giulia - ha
commentato l'assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo
Riccardi - e se tra due giorni il Consiglio UE Trasporti condividerà
la posizione della Commissione Europea, il Corridoio
Baltico-Adriatico avrà dunque superato anche la penultima
tappa prima dell'approvazione finale del Parlamento europeo».
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- «L'Unione Europea - ha proseguito Riccardi - guarda a
progetti che rispondano ad una logica di sistema. Le Regioni hanno
saputo contribuire alle attese che il vicepresidente UE Siim Kallas
aveva posto alle 19 Regioni coinvolte in questo progetto, di cinque
Paesi diversi, lo scorso anno quando il Baltico-Adriatico stava
divenendo una realtà nell'ambito delle nuovi reti di
trasporto comunitarie: l'Adriatico Baltico mette insieme un “pezzo”
di UE grazie a una rete che collega l'alto Adriatico all'Europa
centrale attraversando le Alpi».
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- L'assessore Riccardi ha comunque evidenziato come le nuove
infrastrutture siano importanti, ma «da sole non sufficienti.
Servono, infatti - ha spiegato - anche politiche e parità di
condizioni all'interno dell'Europa - in campo doganale, fiscale, di
costo della manodopera - per la gestione dei traffici, e anche
capacità di rispettare le regole vigenti».
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- Riccardi ha rilevato che il Baltico-Adriatico sarà
identificato, «e - ha sottolineato - forse la cosa non è
trascurabile», con il numero 1, al primo posto dunque della
lista dei grandi corridoi UE, e corrisponde nel suo sviluppo alle
richieste formulate dalla Regione Friuli Venezia Giulia: già
previsto nelle precedenti programmazioni comunitarie dai porti
polacchi di Gdansk e Gdynia sino a Vienna, ora il Baltico-Adriatico
parte da Helsinki e dagli scali marittimi dei Paesi Baltici
(Tallinn, Estonia; Riga, Lettonia; Klaipeda, Lituania), attraversa
Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria e da Tarvisio scende
verso Udine e Cervignano. Raggiunge quindi Venezia e Ravenna
(possibile una sua estensione sino ad Ancona), ma da Cervignano,
verso l'Alto Adriatico, si connette ai porti di Trieste, Monfalcone
e Porto Nogaro, come proposto dall'Italia: Trieste, e
«conseguentemente» Monfalcone e Porto Nogaro - ha
osservato l'assessore della Regione Friuli Venezia Giulia - sono
così identificati come sbocchi portuali naturali
altoadriatici del Corridoio, assieme a Venezia, Ravenna e
Capodistria (Slovenia), e divengono punti conclusivi della
diramazione ferroviaria Udine-Cervignano. Inoltre - ha aggiunto -
sempre a Bruxelles è prevista domani su questo tema una
riunione bilaterale tra i ministeri dei Trasporti di Italia e
Slovenia, «che auspico possa considerarsi “un'apertura a
discutere” sul possibile collegamento su rotaia
Trieste-Capodistria».
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- Nel corso della tavola rotonda, alla quale hanno tra gli altri
partecipato, accanto a Riccardi, gli europarlamentari Antonio
Cancian, Joerg Leichtfried (Austria) e Jan Kozlowski (Polonia),
Antonio Ferrazza, responsabile per le Reti transeuropee del
dicastero italiano delle Infrastrutture e Trasporti, Helmut
Adelsberger, della direzione UE Trasporti, e Kurt Fallast,
dell'Università di Graz che fra qualche mese presenterà
lo studio dedicato ai bacini economici generabili dal Corridoio, è
stato ricordato che sui progetti dell'iniziativa CEF l'Unione
Europea potrà intervenire finanziariamente sino al 40% delle
tratte transfrontaliere, dal 20 al 30% sulle tratte, interne agli
Stati, ritenute “colli di bottiglia” della linea, e per
il 50% sugli studi.
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- Dopo la decisione del Consiglio UE dei Trasporti - ha ricordato
Riccardi - l'ultimo banco di prova sarà pertanto il
Parlamento, con le sue Commissioni “Trasporti e Turismo”
e “Industria, Ricerca e Energia”: per i primi di
novembre - ha concluso - dovrebbe arrivare in modo congiunto il
parere positivo da parte di queste due Commissioni, mentre il “via
libera” complessivo del Parlamento è previsto per il
gennaio del 2013.

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