C.I.S.Co. - Centro Italiano Studi Containers


CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS	ANNO XXXVII - Numero 15 GENNAIO 2019

TRASPORTO STRADALE

LA COMMISSIONE EUROPEA OFFRE AL REGNO UNITO UNA NUOVA OPZIONE PER IL TRASPORTO MERCI SU STRADA AI SENSI DELLA "BREXIT SENZA ACCORDO"

La Commissione Europea ha concordato proposte per consentire agli operatori del trasporto merci su strada nel Regno Unito di continuare a trasportare merci da e verso l'Unione Europea fino alla fine del 2019 in caso di una Brexit 'senza accordo' continuando a riconoscere le abilitazioni della Comunità del Regno Unito, ma con precisazioni significative.

La Commissione Europea ha annunciato il 19 dicembre di avere adottato una proposta di regolamento che consente temporaneamente agli operatori del Regno Unito, per un periodo di 9 mesi dopo la data prevista per il ritiro dall'Unione Europea il 29 marzo, di "trasportare merci nell'Unione Europea, a condizione che il Regno Unito conferisca diritti equivalenti agli operatori di trasporto su strada dell'Unione Europea , nonché che vi siano condizioni di concorrenza leale ".

La proposta faceva parte di un pacchetto che comprendeva 14 misure "in un numero limitato di aree in cui uno scenario di 'mancato accordo' avrebbe creato gravi perturbazioni per i cittadini e le imprese nell'Europa a 27 paesi", ha spiegato la Commissione.

Queste aree comprendono i servizi finanziari, il trasporto aereo, le dogane e la politica climatica.

Le misure di emergenza per il trasporto aereo comprendono l'adozione di due misure "che eviteranno la completa interruzione del traffico aereo tra l'Unione Europea e il Regno Unito in caso di mancato accordo".

La Commissione ha proposto un regolamento per garantire temporaneamente, per 12 mesi, la fornitura di determinati servizi aerei tra il Regno Unito e l'Unione Europea e una proposta di regolamento per prorogare temporaneamente, per 9 mesi, la validità di alcune abilitazioni di sicurezza aerea.

La Commissione sostiene che tali misure "garantiranno soltanto la connettività di base e non replicheranno in alcun modo i vantaggi significativi dell'adesione al Cielo Unico Europeo.

Ciò è soggetto al fatto che il Regno Unito conferisca diritti equivalenti ai vettori aerei dell'Unione Europea, nonché assicuri condizioni di concorrenza leale.

La Commissione ha dichiarato di "ritenere essenziale ed urgente l'adozione di tali misure per garantire che le misure di emergenza necessarie possano essere applicabili il 30 marzo 2019 al fine di limitare il danno più significativo causato da uno scenario di 'mancato accordo' in queste aree".

Ma essa ha sottolineato che queste misure "non mitigano - e non possono mitigare - l'impatto complessivo di uno scenario di 'mancato accordo', né compensano in alcun modo la mancanza di preparazione dei soggetti interessati o replicano i pieni benefici dell'adesione all'Unione Europea o dei termini di qualsiasi periodo di transizione, come previsto nell'Accordo di Revoca.

Esse sono limitate a settori specifici in cui è assolutamente necessario proteggere gli interessi vitali dell'Unione Europea e dove le misure di preparazione da sole non sono sufficienti.

Di regola, saranno di natura temporanea, di portata limitata e adottate unilateralmente dall'Unione Europea".

La Commissione ha rilevato come le nuove misure vadano ad aggiungersi alle misure di preparazione già adottate e che la Commissione "continuerà ad attuare il suo Piano d'Azione per le Emergenze nelle settimane a venire e monitorerà la necessità di ulteriori azioni, oltre a continuare sostenere gli stati membri nel loro lavoro di preparazione".

I commentatori hanno sottolineato che le proposte sono finalizzate alla protezione degli stati membri dell'Unione Europea dagli aspetti più catastrofici della Brexit nel caso che non venisse raggiunto alcun accordo e che non sono considerate favorevoli al Regno Unito.

Ad esempio, Lloyd's Loading List ne deduce che le misure inerenti all'aviazione si applicano solo ai servizi aerei da punto a punto tra il Regno Unito e gli stati membri dell'Unione Europea e che esse non consentiranno alle linee aeree registrate nel Regno Unito di effettuare voli tra stati membri dell'Unione Europea dopo il 29 marzo in caso di una Brexit senza accordo.

Gli annunci hanno ricevuto un esitante benvenuto da parte della FTA (l'associazione del trasporto merci del Regno Unito) quale prima informazione sulle proposte emerse ieri durante la conferenza dell'associazione 'Far sì che la logistica sia pronta per la Brexit' a Londra, in quanto forniscono alcuni diritti molto basilari per gli utenti del trasporto aereo britannico e gli operatori del trasporto su strada con abilitazioni comunitarie.

Ma Sarah Laouadi, responsabile della politica europea della FTA, ha detto che il suo sguardo iniziale sulla proposta di trasporto merci su strada ha riscontrato la mancata previsione di qualche disposizione che consenta agli operatori britannici di eseguire le cosiddette operazioni di 'cabotaggio' all'interno o tra altri stati membri dell'Unione Europea e che quest'ultima manterrebbe il diritto di annullare gli accordi in qualsiasi momento.

Ciononostante, le proposte sembravano fornire una certa rassicurazione di base per gli operatori di trasporto su strada internazionale con sede nel Regno Unito e per i loro clienti che temevano che una Brexit disordinata, senza accordo e senza periodo di transizione possa significare che solo pochi autotrasportatori britannici sarebbero in grado di operare fuori dal Regno Unito dopo il 29 marzo.

La FTA e altre organizzazioni di trasporto merci hanno messo in guardia il Regno Unito e gli altri governi europei per molti mesi rispetto al fatto che il numero di autorizzazioni "CEMT" disponibili per gli operatori britannici sarà enormemente insufficiente rispetto al totale richiesto.

Fino a questo mese, i permessi di trasporto su strada internazionale della Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti (CEMT) sembravano essere l'unica possibilità disponibile per gli autotrasportatori britannici al fine di alleviare il rischio di essere esclusi dall'esercizio in Europa dopo la Brexit in ordine ai viaggi tra paesi membri della CEMT.

I permessi della CEMT consentono viaggi tra paesi membri, compresi i viaggi di transito carichi o vuoti e i viaggi in paesi terzi verso altri paesi CEMT che sarebbero altrimenti vietati in base a determinati accordi bilaterali.

Ma gli operatori logistici e i loro rappresentanti e ora anche il Dipartimento per i Trasporti del Regno Unito si aspettano che il numero di domande per i permessi CEMT superi di gran lunga il numero di autorizzazioni disponibili.

Gli operatori britannici avranno accesso solo a 984 permessi annuali per il 2019, che saranno limitati ai veicoli più moderni (EURO VI): pertanto, l'Agenzia per gli Standard dei Veicoli a Motore assegnerà i permessi sulla base di una serie di criteri.

La FTA stima che l'assegnazione prevista dei permessi riguarderà probabilmente solo il 5% degli attuali viaggi di veicoli effettuati tra il Regno Unito e l'Unione Europea.

Le domande per i permessi annuali del 2019 sono state ammesse a partire dal 26 novembre 2018 con scadenza il 21 dicembre; la FTA ha esortato gli operatori a presentarle immediatamente salvo rischiare di non essere in grado di viaggiare in caso di esito negativo.

Ma i delegati presenti alla conferenza hanno avvertito che le nuove proposte della Commissione Europea non farebbero nulla per evitare gravi sconvolgimenti nei porti del Regno Unito e in altri porti dell'Unione Europea, nonché nelle filiere distributive e nelle operazioni logistiche del Regno Unito, in caso di una Brexit senza accordo, a causa della necessità di controlli doganali ed altri controlli di frontiera di natura regolamentare quali i controlli sanitari e fitosanitari.

Come già riportato da Lloyd's Loading List, il Regno Unito è ora destinato a rimanere dopo la Brexit nella Common Transit Convention (CTC) che semplifica alcuni aspetti del commercio transfrontaliero per le imprese del Regno Unito che esportano le loro merci in altri paesi europei.

Il Regno Unito, che attualmente è membro della CTC pur rimando in ambito Unione Europea, ha ora negoziato con successo l'adesione di diritto dopo la Brexit, ha dichiarato il governo britannico.

Il governo del Regno Unito ha affermato che l'appartenenza alla CTC ed alla sua convenzione complementare sulla semplificazione delle formalità negli scambi commerciali riduce alcuni degli oneri amministrativi per i commercianti eliminando la necessità di ulteriori dichiarazioni di importazione-esportazione quando transitano su più territori doganali.

Essa fornisce inoltre vantaggi in termini di liquidità consentendo la circolazione di merci attraverso un territorio doganale senza il pagamento di addebiti fino alla destinazione finale; i paesi che non sono nella Convenzione dovrebbero pagare ogni volta che le loro merci attraversano una frontiera.

Commentando questo sviluppo, Pauline Bastidon, responsabile per la politica europea e la Brexit alla FTA, ha dichiarato: "Nel caso di 'nessun accordo', i commercianti che si servono della CTC sarebbero in grado di sospendere temporaneamente il pagamento di addebiti e tasse e di rimandare le formalità di sdoganamento fino a quando le merci raggiungono la loro destinazione, piuttosto che al punto di entrata nel territorio doganale.

Ciò sarà particolarmente interessante per le imprese del Regno Unito che esportano nell'Unione Europea.

Anche se questo non eliminerebbe la necessità di controlli alle frontiere di natura normativa, come i controlli sanitari e fitosanitari sui prodotti agroalimentari, la CTC potrebbe ridurre i controlli di natura fiscale all'ingresso nell'Unione Europea.

Ciò che ora è vitale per le aziende del Regno Unito è la garanzia che tutte le disposizioni necessarie per l'uso della convenzione siano fatte in modo che, dal 30 marzo 2019, gli operatori possano beneficiare pienamente delle agevolazioni offerte dalla CTC".

(da: lloydsloadinglist.com, 20 dicembre 2018)