Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 31 OTTOBRE 2019
TECNOLOGIA INFORMATICA
LA CATENA DI BLOCCHI SARÀ UNA SVOLTA PER IL TRASPORTO
MARITTIMO GLOBALE
I soggetti che gestiscono le operazioni di trasporto marittimo
sono stati descritti come "ottimisti di primo grado"
poiché il livello dei traffici globali è influenzato
dai dazi di Trump per la Cina e dato che riecheggiano cupe
previsioni per la crescita economica globale.
Può essere che le questioni che devono affrontare le
aziende di trasporto marittimo siano così grandi da essere
troppo grandi perché un solo operatore le possa risolvere da
sé e così si è pervenuti ad una nuova era di
"capitalismo collaborativo".
Ci si meraviglia se tale iniziativa abbia la parvenza di cercare
di legittimare l'oligopolio quale struttura economica desiderabile.
Al fine di illustrare che cosa si intende, si consideri il fatto
che diversi dei maggiori vettori marittimi mondiali hanno aderito
alla piattaforma di catena di blocchi "TradeLens" che
appartiene congiuntamente alla IBM ed al gigante containerizzato
Maersk.
La tecnologia di registro digitale, ovvero la catena di blocchi,
potrebbe eliminare o ridurre drasticamente la documentazione
cartacea che rappresenta una parte così grande del trasporto
marittimo.
Grandi quantitativi di documentazione accompagnano le
transazioni, fra cui le polizze di carico, i contratti di vendita,
le lettere di credito, i contratti con le parti di noleggio, i
documenti portuali eccetera.
Questi documenti passano attraverso una serie di parti diverse
per la realizzazione del trasporto e della consegna del carico e per
l'effettuazione dei pagamenti, procedure che sono lunghe e fanno
perdere tempo.
Possiamo essere scettici riguardo alle criptovalute e tuttavia
la tecnologia della catena di blocchi che esse sottendono
costituiscono una svolta dinamica.
Essa ha il potere di riorganizzare le risme di carta che
compongono le "polizze di carico", le "autorizzazioni
a movimentare le merci" eccetera e di realizzare una
rivoluzione mediante la trasformazione del trasporto marittimo di
merci in un ambiente senza carta ed online.
Questo libererebbe tutte le parti in ogni transazione
dall'utilizzare chiavi pubbliche e private per eseguire transazioni
materiali, scambiare e consentire lo stoccaggio di informazioni
sensibili in un formato criptato.
Ciò consentirà una consegna senza soluzione di
continuità delle obbligazioni contrattuali, delle istruzioni
di presentazione ed accettazione e dello scambio di pagamenti in
modo sicuro.
La IBM e la Maersk hanno lanciato la "TradeLens" quale
ecosistema all'inizio del 2018 nel tentativo di sfruttare la
tecnologia della catena di blocchi per i sistemi delle filiere
distributive globali.
Esso si avvale di un processo di crittografia per collegare i
porti e gli operatori dei terminal, i proprietari della merce, le
autorità doganali, gli spedizionieri di merci, i broker e le
imprese di trasporto nell'ambito di un processo senza soluzione di
continuità che dovrebbe rivelarsi più agevole ed
efficiente rispetto al vecchio metodo di dover fare affidamento su
una tornata apparentemente infinita di controlli e ricontrolli
cartacei.
Si pensi al risparmio di tempo e di impegno se una transazione
potesse essere suggellata ed approvata elettronicamente e potesse
consentire lo stoccaggio sicuro della verifica in modo da non poter
essere modificata o cancellata da qualcuno degli utenti o da un
terzo esterno.
Che cosa ha stimolato il crescente interesse per l'ecosistema
TradeLens?
Il BDI (Baltic Dry Index) viene pubblicato quotidianamente dalla
Borsa Baltica con sede a Londra ed è composto dalle medie dei
periodi di noleggio delle navi Capesize, Panamax e Supramax.
Esso viene riportato in tutto il mondo quale indicatore dei
quantitativi di rinfuse secche trasportate via mare così come
quale segnale indicatore generale del mercato dello shipping che
misura i cambiamenti del costo del trasporto di varie materie prime.
Più direttamente, l'indice misura la domanda di capacità
di trasporto marittimo rispetto all'offerta di rinfusiere per
carichi secchi.
La domanda di trasporto marittimo varia con il quantitativo di
carico che viene commercializzato o movimentato in vari mercati
(offerta e domanda).
Dal momento che l'offerta di navi mercantili è
generalmente sia esigua che poco elastica e che ci vogliono in media
due anni per costruire una nuova nave mercantile, il costo derivante
dal blocco di una nave è troppo alto perché la si
possa tenere fuori servizio per brevi intervalli.
Pertanto marginali incrementi della domanda possono rapidamente
spingere verso l'alto l'indice.
Al contrario, marginali decrementi della domanda possono causare
un rapido calo dell'indice.
L'indice è salito alquanto rapidamente a febbraio da
598,32 sino ad un picco di 2.457,19 ad agosto.
Dopo di che è ruzzolato indietro del 26,4% sino a
1.809,00 e si è assestato pericolosamente vicino al punto di
supporto tecnico di 1.763,44.
Naturalmente i costi di trasporto marittimo varieranno in tutto
il mondo, ma poiché i dazi hanno fatto diminuire la fiducia e
gli investimenti delle aziende, il FMI (Fondo Monetario
Internazionale) ha dichiarato che i traffici globali delle merci
sono stati stagnanti, riducendo così i prezzi che i vettori
possono addebitare per movimentare i carichi.
Al di là di questo contesto deprimente dei traffici, il
trasporto marittimo deve affrontare il fatto di dover fare i conti
con i costi in aumento così come con la contrazione dei
ricavi.
Le navi sono soggetti molto inquinanti poiché emettono
milioni di tonnellate di gas serra come l'anidride solforosa,
l'anidride carbonica ed il metano.
Tutti questi gas contribuiscono al riscaldamento globale
trattenendo il calore nell'atmosfera.
Le emissioni marittime rappresentano circa il 3% delle emissioni
globali di anidride carbonica, grosso modo la stessa percentuale del
trasporto aereo.
Secondo il Forum Economico Mondiale se il trasporto marittimo
fosse un paese sarebbe il sesto maggior inquinante del mondo.
Pertanto, non sorprende che se la TradeLens riuscisse a
contribuire a razionalizzare le attività e a far risparmiare
sui costi il numero delle imprese che vi aderiscono senza dubbio
salirebbe.
A gennaio 2018 oltre alla Maersk e ad una partecipata solo un
vettore marittimo era salito a bordo.
La raccolta iniziale è stata lenta, dato che, come
avviene in un tipico libero mercato, gli operatori si sono chiesti
perché impegnarsi in una piattaforma se essa appartiene ad un
concorrente.
Tuttavia, col passare del tempo si è compreso che la
contrazione dei ricavi e l'aumento dei costi implicano che i
vantaggi superano tali perplessità.
Alla fine di giugno sono stati reclutati due dei principali
cinque vettori, portando a 15 il numero complessivo delle linee di
navigazione che si servono della piattaforma.
Il vice presidente per la catena di blocchi ed i traffici
globali della IBM Todd Scott afferma che l'adesione di grandi
vettori marittimi fa prevedere per la TradeLens "un anno ancora
migliore nel 2020".
Dichiara Scott: "... L'anno scorso abbiamo ricevuto
adesioni da organizzazioni di tutto il mondo che, a loro volta,
hanno indotto una stabile crescita del nostro ecosistema
TradeLens...".
Todd ha spiegato che la TradeLens ha già trattato i dati
risalenti e ha lavorato i sili esistenti fra i partner commerciali,
riducendo straordinariamente la documentazione richiesta per tutte
le spedizioni possibili.
Siamo ancora ai primi giorni e c'è una lunga strada da
fare fino a quando il settore riuscirà ad acquisire il pieno
potenziale per realizzare la catena di blocchi nel trasporto
marittimo.
(da: hellenicshippingnews.com/forbes.com, 17 ottobre 2019)
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