Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
15:02 GMT+1
CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 30 NOVEMBRE 2019
TRASPORTO MARITTIMO
CINA ED EGITTO SI PRENDONO PER MANO PER SCRIVERE UN NUOVO
CAPITOLO DELLO SVILUPPO DEL CANALE DI SUEZ
Essendosi l'Egitto impegnato costantemente nel corso degli
ultimi anni per sviluppare il Corridoio del Canale di Suez al fine
di generare nuovi ricavi, la Cina è diventata il maggiore
investitore nello sviluppo del megaprogetto egiziano.
Poiché rappresenta una importante fonte di valuta forte
in Egitto, unitamente ai ricavi del turismo e degli investimenti
esteri, il Canale di Suez vecchio di 150 anni è sempre stato
al centro dell'attenzione del governo egiziano per tutta la sua
storia, tanto da adottare una serie di progetti di sviluppo della
via navigabile.
In occasione delle celebrazioni domenica 17 novembre scorso del
150° anniversario dell'apertura del Canale di Suez alla
navigazione internazionale, il presidente dell'Autorità del
Canale di Suez Osama Rabie ha espresso il proprio orgoglio riguardo
al ruolo che il Canale di Suez ha svolto nell'ambito dei traffici
globali sin dalla sua inaugurazione nel 1869.
Il responsabile egiziano ha dichiarato nel corso della
celebrazione che dal momento della sua inaugurazione sono transitate
dal Canale di Suez 1,3 milioni di navi per 28,6 miliardi di
tonnellate di carichi, generando ricavi pari a 135,9 miliardi di
dollari USA.
Queste conquiste hanno suggerito all'Egitto, guidato del
presidente Abdel Fattah al-Sisi, di varare nel 2015 il Progetto
della Zona del Corridoio del Canale di Suez che è un
megaprogetto finalizzato all'incremento del ruolo della regione del
Canale di Suez nei traffici internazionali.
Dato che l'iniziativa BRI (Una Cintura, Una Via) proposta dalla
Cina continua ad assicurare slancio allo sviluppo dell'Egitto, il
presidente al-Sisi ha sostenuto che il Corridoio del Canale di Suez
è l'area adatta alla cooperazione sino-egiziana.
"Le imprese cinesi sono state le pioniere dello sviluppo
della SCZone (Zona Economica del Canale di Suez) egiziana, mentre ci
si aspetta che vengano presto annunciati ulteriori contratti con
gigantesche imprese cinesi dell'industria pesante" ha
dichiarato a Xinhua in occasione di una recente intervista il
presidente da poco tempo nominato della SCZone Yehia Zaki.
Zaki ha aggiunto che attualmente sono in corso negoziati con
gigantesche imprese cinesi attive nella produzione di acciaio e di
altre industrie pesanti al fine di operare nella SCZone, una zona
franca di livello mondiale nonché snodo commerciale lungo le
rive del Canale di Suez da poco ampliato.
"Esistono promettenti opportunità di investimento
nella SCZone ed è sempre maggiore il desiderio da parte di
imprese cinesi di investire qui per essere presenti nel mercato
egiziano" ha rivelato il responsabile egiziano.
Il migliore esempio di cooperazione fra Egitto e Cina riguardo
al Canale di Suez è quello della China-Egypt TEDA Suez
Economic and Trade Cooperation Zone, che è una zona cinese
nazionale ed all'estero per la cooperazione economica e commerciale
approvata dal governo cinese.
Con il supporto dei due paesi, la zona di cooperazione TEDA è
divenuta una importante piattaforma per la cooperazione economica e
commerciale fra Cina ed Egitto.
La zona di cooperazione TEDA nei pressi del Canale di Suez è
stata ufficialmente inaugurata nel 2008 con un'area di 1,34 km2
per la sua prima fase.
In occasione della visita di stato in Egitto nel 2016, il
presidente cinese Xi Jinping ed il presidente egiziano Sisi avevano
svelato congiuntamente la targa del progetto di espansione dell'area
della zona di cooperazione TEDA che riguarda un'area di 6 km2.
"L'Egitto è situato al confine fra Asia, Africa ed
Europa e ha stabilito relazioni amichevoli con la Cina.
Con il rafforzamento della BRI ed il piano di sviluppo del
Corridoio del Canale di Suez egiziano, l'istituzione di una zona
cinese all'estero per la cooperazione economica e commerciale in
Egitto rafforzerà e approfondirà la cooperazione
riguardo alla capacità fra i due paesi, cosa che presenta un
significato assoluto" ha dichiarato a Xinhua Wu Lixing,
direttrice generale della zona di cooperazione TEDA.
La Wu ha aggiunto che il governo cinese ha incluso l'Egitto fra
i paesi che sono adatti alla realizzazione di zone cinesi all'estero
per la cooperazione economica e commerciale.
Ci si aspetta che il progetto dell'area di espansione da 6 km2
della zona di cooperazione TEDA attragga circa 150-180 imprese con
investimenti per 2 miliardi di dollari USA, afferma la Wu.
Il Canale di Suez era rimasto sotto il controllo
dell'Inghilterra e della Francia fino a quando il presidente
egiziano Gamal Abdel Nasser, che aveva guidato una rivoluzione per
porre fine alla monarchia in Egitto nel 1952, lo aveva
nazionalizzato nel 1956.
Da allora le sue operazioni sono state gestite dall'Autorità
del Canale di Suez.
"A novembre del 1956 persone di tutti i ceti sociali a
Pechino avevano organizzato una manifestazione nella piazza
Tienanmen per supportare l'Egitto nella salvaguardia della sovranità
nazionale e nella nazionalizzazione del Canale di Suez" ha
ricordato a Xinhua l'ambasciatore cinese in Egitto Liao
Liqiang.
Dal momento della instaurazione di rapporti diplomatici 63 anni
fa, la Cina e l'Egitto hanno fruito di reciproco rispetto, reciproca
fiducia e reciproco supporto e hanno resistito alla prova dei
cambiamenti internazionali e locali, ha detto Liao.
"I concetti di cooperazione, reciproco vantaggio,
co-costruzione e condivisione propugnati dalla BRI della Cina sono
in linea con le esigenze di sviluppo dell'Egitto e hanno ricevuto un
riscontro positivo dall'Egitto" ha dichiarato l'ambasciatore.
"Le imprese cinesi sono attivamente impegnate nella
realizzazione di importanti strategie nazionali in Egitto, fra cui
lo sviluppo della Zona Economica del Canale di Suez" ha
aggiunto.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore