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ASSOCIAZIONI
Assagenti propone una task force per risolvere i problemi portuali, logistici e industriali
Un organismo di consultazione «problem solver» composto, oltre che dalle categorie del cluster marittimo, dalle industrie manifatturiere del quadrante Nord-Ovest
Genova
16 giugno 2025
Una task force per risolvere i problemi che assillano la
categoria e, più in generale, l'intero settore di cui questa
fa parte. Ciclicamente, prima o poi, tutte le organizzazioni che
rappresentano imprese, e in genere quelle più dipendenti da
altri sistemi di aziende, ripropongono l'istituzione di gruppi di
esponenti di diversi campi d'attività e delle istituzioni per
affrontare e risolvere organicamente e più efficacemente
questioni che si trascinano, spesso stancamente, da anni.
Altrettanto sovente queste iniziative partono convintamente sulla
scia dei buoni propositi che i proponenti hanno raccolto. Come
sempre accade, li mietono quasi esclusivamente in campi
istituzionali dove si trovano sempre consensi per progetti il cui
unico costo è quello di dedicarvi un po' di tempo. Passati
dalle parole ai fatti, dopo le prime una o due riunioni, l'interesse
scema quando in primis gli esponenti delle istituzioni, e già
dalla seconda riunione quelli che sono stati inviati a rappresentarli
in loro vece, intuiscono che il compito non è così
agevole così come la raccolta delle adesioni al progetto
poteva far intuire e quando altri attori del settore perdono
interesse in un'iniziativa che non hanno promosso.
Ma, dato che perseverare non è diabolico in quello che
non è un errore, ovvero cercare un confronto con chi ha il
potere di smuovere le cose e con coloro che possono contribuire a
rendere l'azione dinamica, quest'anno, a Genova, ci riprova
l'associazione degli agenti marittimi della città.
Certo, poi, chi è il proponente si premura sempre di
sottolineare che quello che prospetta è un progetto nuovo,
una strada non percorsa in precedenza e magari approdata nel nulla.
Così anche Assagenti, lanciando nella sua odierna assemblea
annuale l'idea di istituire «un organismo nuovo di
consultazione e, al tempo stesso problem solver, che non sia
composto solo dalle tradizionali categorie del cluster marittimo, ma
anche dalle industrie manifatturiere del quadrante Nord-Ovest
(Liguria, Piemonte e Lombardia, ma anche dall'Emilia Romagna)»,
evidenzia che la proposta è quella «che per semplicità
è stata denominata di un “desk” del tutto anomalo
e ispirato al massimo pragmatismo, tale da imporre anche alle
istituzione metodi e tempi per affrontare e risolvere i problemi del
più importante polo logistico-industriale italiano nonché
un allargamento della digitalizzazione portuale all'intero
Nord-Ovest».
Una proposta, si premura di rassicurare l'associazione, «che
è stata di fatto accettata sia dal viceministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, sia dal presidente
della Regione Liguria, Marco Bucci, che ha esplicitamente fatto
riferimento alla necessità di abbattere barriere e intoppi
burocratici». E ci mancherebbe.
Secondo Assagenti, «l'assemblea di Genova ha segnato una
ideale svolta nel dibattito che pareva da mesi stagnare su tematiche
politiche e sulle polemiche che tutt'oggi aleggiano sulle nomine
portuali, riportandolo sul ruolo che il maggior porto italiano
(dotato della nuova diga e di una rete di collegamenti) si candida a
svolgere in un Mediterraneo tornato a essere centrale».
Un Mediterraneo che, tuttavia, oggi è centrale perché
è accerchiato dall'ampliarsi a macchia d'olio di guerre in
Medio Oriente che rischiano di interrompere del tutto il traffico
navale attraverso il canale di Suez che è la principale porta
di quello che rischia di diventare un bacino lacustre circondato
com'è più ad est anche da una regione che
dall'invasione russa dell'Ucraina non conosce che più
instabilità di prima ed è assediato ad ovest dalle
ripercussioni di una guerra, partita come commerciale con i nuovi
dazi introdotti da Donald Trump, che rischia di trasformarsi in una
guerra guerreggiata quando il presidente americano, rendendosi conto
che il suo intervento pacificatore in Europa orientale, e forse
domani nelle regioni mediorientali, non sarà ascoltato da
alcuno, così com'è stato dall'inizio del suo secondo
mandato, e, sbattendo puerilmente i piedi per terra così come
ha fatto sinora, deciderà che è ora di pigiare qualche
bottone, auspicabilmente non quello che solo lui può
schiacciare.
Tornando ad Assagenti, il suo desk non ha l'intenzione (meno
male!) di appianare anche questi problemi, limitandosi all'obiettivo
«di risolvere sinergicamente i problemi portuali, logistici e
industriali abbattendo le barriere burocratiche».
Celebrando oggi gli 80 anni dalla sua costituzione, essendo
l'associazione nata «in un 1945 che vedeva il loro porto
distrutto dalle bombe», l'augurio è che non ci vogliano
altre bombe per una ripartenza quale quella di allora quando la
logica - ha ricordato il presidente di Assagenti, Gianluca Croce -
era «quella del fare». Siamo convinti, anzi ne siamo
certi e riteniamo che lo sia anche Assagenti, che si possa “fare”
anche in un tempo di duratura pace.
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