LA GENERAZIONE DI MEZZO PER IL RILANCIO DI GENOVA
CONCLUSIONI
13 giugno 1997
Relazione di Gigi Gallo
del Gruppo di lavoro degli imprenditori genovesi "Under 50"
L'ECONOMIA MARITTIMA GENOVESE - CONCLUSIONI
Penso che siamo tutti d'accordo nel sostenere che un polo fondamentale
dello sviluppo di Genova del 2000 sarà l'economia marittima,
cioè quel complesso di attività che hanno come riferimento
imprescindibile il rapporto con il mare:
- l'armamento e i servizi collegati;
- il sistema portuale;
- l'industria cantieristica e delle riparazioni navali;
- la nautica da diporto;
- la pesca.
E la storia di questa città è sempre stata improntata
sul rapporto con questa immensa pianura liquida e al tentativo,
mai riuscito completamente, di dominarla.
Con periodi di forte sviluppo alternati a periodi di ripiegamento,
la vocazione storica della città di Genova è sempre
stata quella di una capitale del mare, città mercato, centro
di informazioni in cui nel corso dei secoli si sono sviluppate
le industrie dell'armamento e della cantieristica, sono nate le
nuove professioni dei servizi a questa industria, come i brokers
assicurativi e dei trasporti, gli agenti marittimi e gli spedizionieri,
i servizi tecnici, legali e assicurativi specializzati principalmente
in questo campo, le creative forme di servizi finanziari per le
nuove iniziative armatoriali che via via richiedevano capitali
sempre più grandi; e tante altre forme di indotto specializzato.
Il sistema portuale è sempre stato considerato l'industria
principale della città.
Oltre all'attività commerciale, alle riparazioni navali,
alla cantieristica e a quel che può restare della tradizionale
presenza della pesca, oggi sta crescendo un "nuovo porto",
che porta valore aggiunto ricco e ambientalmente compatibile:
il porto del turismo e del tempo libero, delle attività
congressuali, dell'Acquario, delle Marine e dei circoli per la
nautica da diporto e le scuole di vela, della Fiera con il Salone
Nautico Internazionale, del Terminal Traghetti, Crociere e alta
velocità, l'Università e il Padiglione del Mare.
Genova come Oslo, Londra, Amburgo, il Pireo in Europa.
Oggi il tradizionale ruolo della città è ancora
appannato per due motivi:
- il sistema portuale creatosi dopo la riforma è ancora
fragile e ha bisogno di consolidamento;
- l'industria armatoriale opera in condizioni di insostenibile
inferiorità competitiva.
All'interno del porto di Genova devono svilupparsi, anche con
una riconoscibile divisione territoriale/urbanistica, due attività:
- l'attività del "tempo libero": traghetti,
crociere, nautica da diporto, alta velocità, Acquario e
quello che può restare di una attività tradizionale
come la pesca: da Punta Vagno alla Lanterna;
- l'attività commerciale/industriale, incluso il distretto
delle Riparazioni Navali e la cantieristica, dalla Lanterna a
Voltri.
L'Autorità Portuale deve sdoppiare la carica di direttore
generale, considerata la diversa specializzazione delle due attività
che richiedono competenze diverse.
L'Amministrazione Comunale deve nominare un "dirigente delle
attività" portuali per dotare, per quanto di competenza,
le infrastrutture portuali di servizi di qualità ed efficienti
senza ritardi e sovrapposizioni.
IL NOSTRO PARERE - LE NOSTRE PROPOSTE
Siccome il processo in via di consolidamento di economia globale,
costringerà i vari soggetti oggi attori dell'attuale sistema
ad aggregarsi in varie forme per poter meglio sopportare l'urto
della concorrenza internazionale, o a scomparire, è nostro
parere che l'attuale sistema normativo che regge la gestione del
porto, corrisponda ancora - salva qualche modifica minore come
la soppressione dell'art. 17 n.3 della L. 84 - ad uno scenario
in grande movimento.
Tuttavia tale sistema - impostato sulla libertà di accesso
alle infrastrutture in condizione di parità di trattamento
- va sostenuto in modo organico nel contenzioso presso la CEE.
Dal punto di vista operativo, per superare questa fase, in attesa
della nascita del "nuovo imprenditore della logistica"
sintesi delle competenze oggi frazionate in molteplici soggetti
imprenditoriali, che tendono anche controvoglia alla difesa di
posizioni di rendita, si propone:
- L'aggregazione sotto forma di "Forum" permanente,
di tutti i soggetti imprenditoriali quali i terminalisti, gli
agenti marittimi, gli spedizionieri, e i trasportatori nel tentativo
di creare nei limiti del possibile, una unità di intenti
che eviti mere contrapposizioni che possano alla fine danneggiare
unicamente l'intero sistema portuale.
- L'affiancamento agli attuali organi di gestione portuale,
di una consulta formata dai rappresentanti delle associazioni
di categoria (terminalisti - spedizionieri - agenti marittimi
- trasportatori/ferrovie) oggi divise col rischio di perdersi
in battaglie di retroguardia, che sia interpellata dall'Autorità
Portuale sui grandi temi della gestione del porto. Si ritiene
infatti che l'attuale composizione del Comitato Utenti non corrisponda
all'effettivo quadro di interessi del sistema portuale.
Fatta questa premessa, come condizione autocritica e propositiva,
per superare l'odierna fase conflittuale, si propone ulteriormente:
- L'Autorità Portuale deve con più energia promuovere,
sostenere e stimolare la crescita del nuovo sistema portuale,
anche attraverso strumenti innovativi in campo finanziario e nel
campo delle risorse umane (per esempio con l'inserimento nel proprio
organico di uno o più consulenti di chiara fama internazionale
che possano apportare le esperienze di grande successo delle realtà
nord-europee specialmente in riferimento al compito di marketing
del porto).
- Il nuovo sistema portuale deve andare oltre i confini territoriali
del porto di Genova estendendosi fino a raggiungere se non i clienti
finali, almeno i grani centri di distribuzione (Inland Terminal)
con i quali sviluppare forti alleanze.
- Il nuovo sistema deve offrire sempre più servizi: sbarchi,
magazzinaggi semplici e complessi, controlli qualità, rizzamenti/svuotamenti/riempimenti/riparazione
dei contenitori, distribuzione.
- Il nuovo sistema deve monitorare lo sviluppo e l'espansione
del porto attraverso le concessioni e il recupero di nuove aree;
il miglioramento della viabilità e di tutti i servizi accessori
al ciclo portuale (dogane-capitanerie-ferrovie).
L'ARMAMENTO
L'armamento italiano e quindi anche quello genovese sta attendendo
i provvedimenti necessari varati dal governo per fermare il trend
della delocalizzazione, minaccia molto seria a tutto il sistema
dell'economia marittima diretto e indotto dall'industria armatoriale.
Vediamo in questo trend un grande pericolo: la delocalizzazione
porta fatalmente a spostare i centri decisionali delle imprese
di navigazione fuori Genova; questo provoca un impoverimento del
sistema economico marittimo della città. Rapporti, contatti,
relazioni che si tramandano alcune volte da generazioni si steriliscono;
mancano gli stimoli a crearne nuovi; la circolazione di informazioni
che aiuta a creare nuovi business diventa asfittica.
Dobbiamo sensibilizzare tutti su questo pericolo: una tradizione
di sette secoli può svanire molto più velocemente
di quanto si pensi e questa sarebbe una responsabilità
storica che nessuna classe dirigente vorrebbe che le fosse addebitata.
I provvedimenti urgenti sono i seguenti:
- l'adozione del registro internazionale
- attuazione del processo di liberalizzazione del cabotaggio
previsto dagli accordi che senza penalizzazione della flotta nazionale
(e al riguardo segnaliamo le possibili forme di discriminazione
per l'esclusione della Grecia dall'ambito di applicazione della
norma liberalizzatrice)
- lo sviluppo del trasporto marittimo a corto raggio quale sistema
alternativo e integrativo di altri sistemi in un quadro di rispetto
per l'ambiente
Se questi provvedimenti saranno efficaci, si potrà sperare
in una inversione di tendenza che punti a nuovi investimenti e
a nuovo sviluppo da parte dell'armamento genovese.
Lo scenario internazionale è favorevole: con l'inizio del
terzo millennio è previsto il rinnovo del parco navi costruito
all'inizio degli anni '70 e sarebbe autolesionistico tagliarci
fuori da questo processo per mancanza di condizioni di competitività.
CANTIERISTICA
Un forte armamento costituisce una base solida di riferimento
per la cantieristica pubblica e privata. In Liguria e a Genova
abbiamo ancora una cantieristica importante di costruzione, di
trasformazione, di riparazione. Per questo comparto le prospettive
commerciali sono buone: la domanda dovrebbe facilmente coniugarsi
con l'attuale capacità produttiva.
I cantieri specializzati nei grandi lavori di trasformazione continueranno
ad inserirsi in nicchie di mercato trascurate dalle grandi produzioni
di serie.
Un'attenta politica europea dovrà garantire che queste
realtà produttive non siano fagocitate dalla cantieristica
del Giappone, della Corea del Sud, della Cina.
RIPARAZIONI NAVALI
Nel porto di Genova deve continuare ad avere un ruolo importante
il comparto delle riparazioni navali.
Trattasi di un ramo industriale in potenza molto ricco, perché
costringe le navi a soste apprezzabili, molto più lunghe
di una nave che carica o scarica, con evidenti benefici per tutto
il sistema.
Inoltre esiste un mercato vasto, almeno finché non sarà
completamente sostituita e quindi mediamente ringiovanita la flotta
mondiale, come accennavamo sopra.
IL SISTEMA PORTUALE
Nell'arco di pochi anni, dal 1998 al 1995, il porto è mutato
in modo profondo, grazie al processo di privatizzazione.
Il porto di Genova da sistema assistito, inefficiente, non competitivo,
intriso di cultura protezionistica, è diventato un sistema
aperto, concorrenziale, tecnologizzato, presente sul mercato internazionale
e, quel che più conta, idoneo a garantire l'accesso al
mercato del trasporto senza discriminazione di sorta.
Nel porto commerciale operano oggi 2488 unità, comprese
tra compagnia portuale, autorità portuale e terminalisti.
Altre 2500 unità operano nel ramo industriale.
Quindici anni fa' 9800 persone erano impiegate per produrre un
traffico di 14 milioni di tonnellate, esclusi i traffici petroliferi;
oggi 2400 persone sono impiegate per gestire un traffico di 23
milioni di tonnellate, esclusi i traffici petroliferi. E' evidente
il recupero di efficienza e il salto di produttività.
Ma il sistema portuale genovese ha solo iniziato il nuovo percorso
che lo dovrebbe portare a un più avanzato sviluppo e tale
percorso è ancora lungo e pieno di difficoltà e
probabilmente la sua stessa disciplina va collocata in una più
ampia strategia giuridica impostata sul principio della libertà
di accesso ai terminali (banchine, infrastrutture, reti, ecc.)
gestite in regime di concessione da privati.
Un chiarimento su questi principi, abbandonando la tesi del particolarismo
portuale, va compiuto anche a livello comunitario dalla D.G.IV.
ALTA VELOCITA'
Nel porto si deve trovar posto ai nuovi business: un tema dibattuto
è il terminal per l'alta velocità.
Nessun imprenditore potrà mai pensare di ideare una linea
in questo comparto, senza una infrastruttura che consenta un parcheggio
e un imbarco in spazi razionali collocata in un'area che non penalizzi
in partenza il concetto stesso di trasporto ad alta velocità.
Ci pensi chi è incaricato di redigere il Piano Regolatore
Portuale.
Gli spazi lasciati liberi dalla partenza del bacino galleggiante
offrono opportunità di scelta.
NAUTICA
A Genova sono oggi presenti quattro aree un tempo destinate al
porto commerciale e ora riconvertite:
- MARINA FIERA DI GENOVA - circa 450 posti barca
- PORTICCIOLO DUCA DEGLI ABRUZZI - circa 400 posti barca
- AREA PORTO STORICO - circa 400 posti barca
- MARINA DI SESTRI PONENTE - circa 900 posti barca.
Si chiede all'Autorità Portuale:
- di coordinare queste realtà in modo da stemperare le
tensioni di convivenza tra le esigenze del diportista nautico
e quelle legate al traffico commerciale;
- di studiare un piano di integrazione territoriale con la città
e non restino relegate nella cinta portuale, rendendo così
più difficile lo sviluppo turistico commerciale;
Inoltre è auspicabile in questo sforzo di maggior coordinamento,
prevedere l'assegnazione nel porto di Genova di maggiori spazi
per le imbarcazioni di grandi dimensioni.
Genova sarebbe la base ideale per queste imbarcazioni che favorirebbero:
- il lavoro di manutenzione e di riparazione specializzato di
costo elevato
- la presenza di artigianato di altissima qualità
- possibilità di impiego di equipaggi altamente qualificati
- possibilità di crescita del mercato del noleggio molto
in voga per queste imbarcazioni.
IL SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE
Parlando di nautica, non si può prescindere dall'importanza
che riveste per la nostra città il Salone Nautico Internazionale.
La necessità di mantenere ed incrementare tale manifestazione
è strettamente correlata con l'organizzazione e la struttura
dell'area nella quale si svolge (ed entro la quale potrebbero
aver luogo ulteriori manifestazioni di eguale importanza che oggi
di tengono in altre città).
Il confronto con altre aree fieristiche europee come Amsterdam,
Dusseldorf, il nuovo progetto di Monaco di Baviera, per citarne
alcune, rende evidente che i padiglioni esistenti sono ormai largamente
obsoleti.
Un progetto che aspiri a risolvere il problema durevolmente dovrebbe
prevedere:
- interventi radicali tesi alla ricostruzione di edifici dotati
di tutti quei servizi attivi intorno ad un'area fieristica operativa
tutto l'anno;
- la possibilità dell'espansione del Salone Nautico agli
yacht di grandi dimensioni in un'area appositamente attrezzata,
visto il successo di iniziative simili a Miami e a Fort Lauderdale.
CONCLUSIONI
A conclusione di questa panoramica, lanciamo queste idee che possono
essere l'ossatura di un programma di attenzione verso l'economia
marittima:
- l'economia marittima è costituita da un complesso sistema
da aggregare ed integrare sempre meglio con forti potenzialità
di sviluppo;
- un chiarimento con la comunità pare necessario per
garantire la piena applicabilità della disciplina italiana
di cui alla L. 84;
- le condizioni per fare impresa marittima devono essere ricreate
per competere nell'economia globale, con il contributo di una
politica e un sindacato sensibili ai problemi della competizione
internazionale;
- producendo cultura del mare a tutti i livelli, è necessario
che la città conosca meglio questa galassia di attività
e le senta come un grande patrimonio cittadino;
- rilancio del ruolo di Genova capitale del mare, città
mercato, centro di attrazione di chiunque in Italia e, perché
no, anche fuori, voglia trovare le professionalità giuste
per creare nuovi business nel campo marittimo e dei trasporti.
Presupposto di questo rilancio, perché non siamo più
quella borghesia assente, chiusa solo nella sua anima mercantile,
è la condivisione e la riaffermazione da parte nostra di
alcuni valori:
- il valore della "aggregazione e della coesione":
significa che siamo tutti parte di un "sistema integrato"
con forti potenzialità di crescita
- il valore della qualità, della competizione, del merito
e dell'innovazione: significa che siamo consci che dobbiamo essere
bravi e preparati per competere nell'economia globale e che dobbiamo
batterci per ricercare e mantenere le condizioni di competitività
per tutto lo shipping
- il valore della "comunità": la nostra presenza
significa un forte ancoraggio a questa città, alle sue
tradizioni di leadership delle professioni tecnico-marittime per
proporsi quale polo di attrazione per la creazione e la gestione
di tutti i business nel campo dei trasporti marittimi
E siccome una "comunità competitiva" trova il
suo solido fondamento in una buona transazione tra valori e interessi,
suggeriamo alle forze politiche e istituzionali di reclamare per
Genova, quale sede naturale:
- a Genova, LA SEDE DEL REGISTRO INTERNAZIONALE;
- a Genova, LA SEDE DELL'AUTHORITY SUI TRASPORTI;
- a Genova, LA SEDE DEL POLO PUBBLICO DEL CABOTAGGIO MERCI;
- a Genova, IL POLO DELLA LOGISTICA DELL'ENI;
- a Genova, IL POLO DELLA LOGISTICA NAZIONALE,
- a Genova, LA CANDIDATURA COME CENTRO SERVIZI RIVOLTO ALLA
GRANDE DISTRIBUZIONE EUROPEA, CREANDO UN DISTRETTO SPECIALIZZATO
FORMATO DA ZONE ESPOSITIVE, PICCOLI MAGAZZINI (EVENTUALMENTE IN
AREA FRANCA) PER ATTRARRE TRADERS E PRODUTTORI INTERNAZIONALI.
L'economia marittima correttamente gestita è fonte di ritorni
economici che creano sviluppo e occupazione: il recente studio
del CENSIS dice che per quanto riguarda la produzione ogni lira
di domanda aggiuntiva in questo settore attiva nell'economia italiana
una produzione complessiva di 2,627 lire, mentre per quanto riguarda
l'occupazione, ogni unità di lavoro aggiuntiva ne genera
nel complesso 2,530 nel sistema economico nazionale.
I comparti dell'economia marittima sono inoltre, anche se con
tempi di reazione dei processi economici diversi, interdipendenti
e quindi lo stato di buona salute dei principali si ripercuote
su tutti gli altri, e viceversa.
* * * * *
Cari amici, passione ed entusiasmo sono due molle straordinarie
dello spirito umano e allora abbiamo scelto per chiudere di dare
la parola a Giorgio Doria, il grande conoscitore della storia
dell'economia marittima genovese, che così descrive il
fascino del nostro mestiere:
"Chi lavora e crea il suo business sul mare opera in un
contesto ostile e pericoloso, e non solo a causa delle tempeste.
Per affermarsi e avere successo occorrono grandi doti: notevole
coraggio, spirito d'iniziativa, amore per l'avventura, collaudata
professionalità, conoscenza della tecnologia, capacità
di essere innovativi.
Se è difficile ottenere questo mix, è ancora
più arduo conservarlo nel tempo. Basta un piccolo cedimento
per essere rapidamente emarginati. Perché non c'è
forse ambiente nel quale da sempre la competizione sia stata così
diffusa, vivace e imprevedibile.
E' una sfida all'intelligenza umana che i discendenti dei grandi
navigatori devono raccogliere con la grinta dei loro avi".
(La Marineria Genovese, 1989).
Noi vogliamo ricreare le condizioni per fare la nostra parte nella
nostra città.