
|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
|
ANNO XXXIV - Numero 15 GENNAIO 2016
|
TRASPORTO MARITTIMO
SECONDO LA DREWRY IL TRASPORTO MARITTIMO CONTAINERIZZATO DEVE
ASPETTARSI PERDITE DIFFUSE IN TUTTO IL SETTORE NEL 2016
Secondo l'ultimo rapporto Container Forecast pubblicato
dalla ditta di consulenze marittime globali Drewry, l'ulteriore
ampliamento dello squilibrio fra domanda ed offerta a livello di
rotte di traffico e gli insufficienti provvedimenti finalizzati a
ridurre la capacità navale comporteranno nel 2016 un
accelerazione delle riduzioni delle tariffe di nolo e perdite
diffuse in tutto il settore.
Ci si aspetta che il declino delle tariffe di nolo nel trasporto
marittimo containerizzato a livello mondiale possa essere stato
l'anno scorso dell'ordine del 9% e la Drewry prevede che i ricavi
unitari dei vettori diminuiranno ulteriormente nel 2016, anche se ad
un ritmo leggermente più lento.
Escludendo il 2009, gli ultimi 12 mesi hanno visto le tariffe a
pronti diventare più basse nella maggior parte delle
principali direttrici di traffico e tutte allo stesso tempo.
Ciò non è stato dovuto unicamente ai fondamentali
squilibri fra domanda ed offerta indotti dalla debolezza dei volumi
e dall'eccesso di offerta.
Alla fine dell'anno 2015 le tariffe a pronti dall'Asia alla
Costa Occidentale ed alla Costa Orientale degli Stati Uniti sono
state rispettivamente di circa 815 e 1.520 dollari USA per un
contenitore da 40 piedi.
Esse sono state senza dubbio le più basse dal 2009 e,
data la discreta crescita dei carichi ed i fattori di carico di
oltre il 90% alla volta della Costa Occidentale USA, il
deterioramento delle tariffe mette in luce il fatto che i vettori
hanno dovuto lottare per la quota di mercato e si sono messi
ulteriormente in condizione di spostare potenzialmente i carichi
dalla costa occidentale a quella orientale dopo l'ampliamento del
Canale di Panama.
Senza precedenti sono state anche le tariffe a pronti inferiori
ai 200 dollari USA per un contenitore da 40 piedi nei traffici
Asia-Nord Europa nel corso di giugno 2015.
Anche se le tariffe a pronti hanno messo in scena una ripresa
dall'inizio del 2016, la Drewry ritiene che questi progressi si
riveleranno di breve durata.
Molte parti interessate sottolineano il fatto che i prezzi del
bunker di - ad esempio - 140 dollari USA per tonnellata a Rotterdam
(IFO380) stanno chiaramente contribuendo ad abbassare le tariffe di
nolo complessive per i contenitori, ma la Drewry ritiene che una
nuova e preoccupante tendenza sia divenuta manifesta per i vettori
marittimi.
I dati più recenti suggeriscono come essi non siano più
in grado di ridurre i costi più rapidamente delle diminuzioni
prevalenti viste nel mercato delle tariffe di nolo.
La Drewry ritiene che i prezzi del petrolio abbiano
probabilmente toccato il fondo del mercato in questo momento e che i
costi del collocamento dei container vuoti e delle navi ferme si
incrementino quest'anno.
Secondo gli ultimi calcoli una nave da 10.000 TEU potrebbe
incorrere in un minimo di 450.000 dollari USA di costi di
riattivazione se dovesse restare inattiva in Asia per tre mesi o
più.
Occorrerebbe anche non dimenticare che molte linee di
navigazione non quotano più un BAF in alcune direttrici di
traffico.
La conseguenza di tale situazione è che la Drewry si
aspetta che le perdite nel settore si estendano sino ad oltre 5
miliardi di dollari USA nel 2016.
I vettori marittimi ritengono di avere intrapreso un bel po' di
iniziative correttive nel corso dei tre mesi del 2015 allo scopo di
sollevare le tariffe di nolo che sono molto basse.
Peraltro, l'annullamento di sei importanti servizi est-ovest e
la cancellazione di 32 viaggi a novembre e 21 a dicembre hanno fatto
relativamente poco ai fini del miglioramento dell'equilibrio fra
domanda ed offerta nelle rotte di traffico.
All'inizio di ottobre del 2015, i fattori medi di trasporto
primario est-ovest sono stati solamente dell'85% rispetto al 94% di
un anno prima.
Le iniziative inerenti ad incrementi tariffari generali messe in
atto alla fine del 2015 non hanno funzionato per i vettori in molte
direttrici di traffico ed in alcuni casi sono state sospese o
rinviate perché le condizioni erano semplicemente troppo
fiacche.
La Drewry ritiene che si debba fare di più da parte del
settore al fine di approdare ad una qualche forma di stabilità.
Il consolidamento proposto o imminente del settore potrebbe
senz'altro ridurre il numero dei grandi operatori nel mercato e
migliorare l'efficienza delle singole compagnie di navigazione, ma
ciò ad ogni modo non ridurrà la capacità navale
del settore.
Dal momento che la flotta inattiva ha toccato un milione di TEU
alla fine del 2015, ovvero poco meno del 5% della flotta globale,
occorre prendere delle decisioni da parte delle linee di navigazione
al fine di ritirare un numero maggiore di navi e ristrutturare più
direttrici di traffico con nuovi accordi operativi.
Le grandi navi non garantiscono più una capacità
di ottenere profitti soddisfacente e se le tariffe contrattuali
dall'Asia al Nord Europa dovessero essere sottoscritte ad una media
di 900 dollari USA per FEU (e questo importo potrebbe essere troppo
ottimistico) per il 2016, ciò equivarrebbe ad una perdita
stimata di 1,4 miliardi di dollari USA per i vettori su una
direttrice di traffico.
Neil Dekker, direttore ricerche sui container della Drewry,
afferma: "Vengono fatti confronti con il 2009 quando
approssimativamente 1,3 milioni di TEU erano stati ritirati da una
flotta notevolmente più piccola.
Il disarmo su larga scala era stato innescato dal fatto che le
linee di navigazione avevano esaurito la liquidità.
Il settore non è ancora a quel punto dato che alcune
linee di navigazione stanno ancora realizzando profitti ed i prezzi
del carburante molto bassi le stanno puntellando.
Ma ancora altri due o tre trimestri di finanza con profitti in
calo potrebbero innescare un considerevole aumento della flotta
inattiva al momento di entrare nella seconda metà del 2016.
(da: gcaptain.com, 7 gennaio 2016)
|
- Piazza Matteotti 1/3 - 16123 Genua - ITALIEN
tel.: +39.10.2462122, fax: +39.10.2516768, e-mail: admin@informare.it
|