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31 maggio 2012
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- Boluda chiuderà il cantiere navale Unión Naval
Valencia per mancanza di ordini
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- Avviate le trattative con i sindacati
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Boluda Corporación Marítima ha confermato oggi la
prossima sospensione dell'attività del proprio cantiere
navale Unión Naval Valencia. Il gruppo armatoriale spagnolo
ha reso noto che venerdì scorso sono state avviate le
trattative con i rappresentanti dei lavoratori al fine di negoziare
una sospensione concordata e ordinata dell'attività dello
stabilimento e di raggiungere un accordo per gli 80 dipendenti del
cantiere navale di Valencia.-
- Boluda ha precisato che gran parte dei dipendenti dello
stabilimento avranno accesso al pensionamento anticipato, mentre per
ciò che riguarda le strutture dello stabilimento Boluda
intende mantenere in vigore la concessione fino alla sua scadenza
svolgendo attività attinenti all'oggetto della concessione.
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- Attualmente nel cantiere navale, che è l'ultimo
stabilimento navalmeccanico rimasto al gruppo armatoriale spagnolo
dopo la chiusura negli anni scorsi dei cantieri di Barcellona e
Marsiglia, sono in fase di avanzata costruzione quattro
rimorchiatori destinati all'Autorità Portuale di Anversa, che
Boluda ha confermato verranno consegnati come previsto il prossimo
autunno.
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- Ricordando che il cantiere di Valencia dà lavoro ad altre
300 persone nell'indotto, il sindacato CCOO PV (Comisiones Obreres
del País Valencià) ha denunciato che la mancanza di
finanziamenti per la costruzione navale e l'inesistenza di un piano
industriale strategico per il settore condanna questo centenario
cantiere alla chiusura. «I lavoratori e le lavoratrici della
società, come di altri cantieri in Spagna - ha accusato il
sindacato - hanno assistito allo smantellamento di un settore
collocato in uno dei paesi d'Europa con il maggior numero di
chilometri di coste dell'Unione Europea che, tuttavia, non ha
programmato una strategia industriale competitiva rispetto al
mercato asiatico». Inoltre CCOO PV ha sottolineato che «il
piano occupazionale presentato dall'azienda non prevede la
continuità del progetto industriale e annuncia l'abbandono
della concessione sull'area di Valencia».
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- Da parte sua il gruppo Boluda ha confermato la critica alla
mancanza di un piano strategico per la navalmeccanica:
«dall'apertura nel giugno 2011 del procedimento della
Commissione Europea contro il regime spagnolo di tax lease - ha
osservato il gruppo armatoriale - i cantieri navali spagnoli non
hanno un quadro giuridico che dia loro accesso al mercato e che dia
modo di contrattare nuove navi alle stesse condizioni degli altri
cantieri navali europei che dispongono di sistemi di tax lease che
sono proprio quelli sotto accusa del sistema spagnolo. Il reiterato
rifiuto del commissario alla Concorrenza, D. Joaquín Almunia,
di consentire alternative al nuovo regime proposto dallo Stato
spagnolo, rifiutando l'adeguazione al sistema francese che è
un sistema analogo, sommato al fatto che dopo più di un anno
dall'inizio del procedimento non c'è una conferma che il
sistema spagnolo operi in un quadro di necessaria certezza giuridica
- ha rilevato Boluda - causano conseguenze devastanti per l'attività
di costruzione navale in Spagna. Il caso di Unión Naval
Valencia non costituisce un'eccezione e in queste condizioni il
cantiere è stato in grado di accedere a nuovi contratti. Si è
pertanto deciso di sospendere l'attività di costruzione
navale a seguito del completamento dei contratti in vigore».

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