- Occupazione futura nei trasporti, solo i lavoratori più
qualificati non correranno il rischio di essere rimpiazzati
dall'automazione
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- Studio dell'ITF e della WMU sull'impatto dell'introduzione
delle nuove tecnologie nel settore
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Il sindacato International Transport Workers' Federation (ITF) e
la World Maritime University (WMU), ateneo che fa capo
all'International Maritime Organization (IMO), hanno presentato la
pubblicazione “Transport 2040: Automation Technology
Employment - the Future of Work” realizzata per analizzare e
valutare quali saranno gli impatti sul settore dei trasporti
dell'introduzione dell'automazione e delle tecnologie avanzate, e in
particolare quali saranno da qui al 2040 i riflessi
sull'occupazione.-
- Il documento evidenzia che i progressi tecnologici sono
inevitabili, ma saranno graduali (ad un macro livello sarà
una transizione evolutiva piuttosto che rivoluzionaria) e varieranno
da regione a regione. Inoltre i lavoratori del settore dei trasporti
saranno sì influenzati dall'introduzione delle nuove
tecnologie, ma lo saranno in modi diversi in base al loro livello di
competenza e ai diversi gradi di formazione nelle varie nazioni. Il
rapporto rileva che le nuove tecnologie e l'automazione stanno
avendo già oggi un impatto sui lavoratori del settore dei
trasporti sia con il trasferimento che con la creazione di posti di
lavoro ed è un impatto che per molti lavoratori del settore
significa il dover affrontare una difficile fase di transizione.
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- Il documento sottolinea che il futuro del mondo del lavoro dovrà
assicurare che i lavoratori siano adeguatamente qualificati e
sottoposti a formazione continua per metterli in grado di
padroneggiare le nuove tecnologie e i più elevati livelli di
automazione. «Ai lavoratori dei trasporti di oggi e di domani
- ha osservato il segretario generale dell'ITF, Stephen Cotton -
devono essere fornite le competenze, qualifiche e capacità
adatte alle future attività lavorative. Lo studio fornisce le
informazioni necessarie per raggiungere questi obiettivi».
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- Inoltre lo studio specifica che se la tecnologia ha il
potenziale per determinare una riduzione dei posti di lavoro,
tuttavia la tendenza alla crescita degli scambi commerciali
internazionali potrà bilanciare tale diminuzione e, nel
complesso, le stime prevedono la necessità di un maggior
numero di lavoratori nel settore dei trasporti in futuro.
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- Tuttavia lo studio mette anche in risalto le differenze
sull'impatto che l'automazione avrà sui lavoratori nei paesi
con sviluppo economico e tecnologico analogo e sottolinea che il
rischio che l'automazione sostituisca posti di lavoro varia in modo
sostanziale nei paesi più industrializzati, dove tra il 5,7%
e il 50% dei lavoratori meno qualificati - tra cui i lavoratori
portuali e gli addetti allo smistamento dei bagagli - sono
decisamente esposti al rischio che l'automazione sostituisca il loro
lavoro in quanto oltre il 70% delle attività da loro svolte
risulta automatizzabile. Lo studio di ITF e WMU prevede che entro il
2040 questi posti di lavoro non esisteranno nella forma attuale.
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- Inoltre lo studio precisa che tale rischio riguarda anche i
lavoratori mediamente qualificati - tra cui ad esempio i marinai
qualificati e i conducenti di autoveicoli pesanti -, fascia di
lavoratori in cui la quota di lavoro ad alto rischio di automazione
varia tra il 7% e il 23% a seconda delle responsabilità che
contraddistinguono il posto di lavoro.
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- Tale rischio risulta invece assai ridotto per i lavoratori
altamente qualificati e con percentuale non molto diversa tra
nazione e nazione. Lo studio spiega che solo fino al 2% dei
lavoratori altamente qualificati - tra cui ad esempio gli ufficiali
marittimi, i piloti di aerei e i professionisti - rischiano di
essere sostituiti dall'automazione.

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