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18 dicembre 2020
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- Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono al governo una
pronta reazione al diktat UE sulle tasse ai porti
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- I sindacati denunciano la volontà della Commissione
Europea di voler stravolgere l'assetto giuridico delle AdSP
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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti esortano il governo a reagire
prontamente alla richiesta della Commissione Europea di rimuovere
l'esenzione dall'imposta sulle società di cui attualmente
godono le Autorità di Sistema Portuale italiane
(
del 4
dicembre 2020). «È evidente - hanno denunciato i
sindacati - la volontà della Commissione Europea di voler
stravolgere l'assetto giuridico delle nostre Autorità di
Sistema Portuale, indirizzandolo verso la configurazione di impresa
pubblica oppure di ente pubblico economico». «La
Direzione Generale per le Concorrenza - hanno rilevato Filt Cgil,
Fit Cisl e Uiltrasporti - va ben oltre le contestazioni riguardanti
l'esenzione del pagamento dell'imposta sui canoni demaniali da parte
delle AdSP, contestando ora anche la tassa di ancoraggio e sulle
merci sbarcate ed imbarcate, definendole attività
economiche».-
- «La Commissione - hanno evidenziato inoltre le
organizzazioni sindacali - insinua che il nostro mercato portuale
sia in concorrenza con quelli della logistica ferroviaria o
aeroportuale e lo fa senza tenere conto che in Italia c'è la
legge 84/94 sui porti a controllare e regolare il mercato. Con
questa decisione, in maniera maldestra, si cerca di azzerare la
legge speciale sulla portualità e si rischia di radere al
suolo l'intera struttura normativa e legislativa esistente,
annientando decenni di lavoro e di lotte per la salvaguardia dei
lavoratori portuali e la regolamentazione di un mercato particolare
quale quello dei porti».
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- Secondo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, «è
sbagliato paragonare il nostro sistema a quello degli altri paesi
dell'Unione dove i porti sono delle vere e proprie imprese perché
offrono servizi. Ancora oggi è evidente la sottovalutazione
con cui i nostri governi hanno dal 2012 affrontato tale criticità
e, conseguentemente, non sono stati per niente convincenti sulle
sostanziali diversità tra noi e l'Europa».
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- «Ora più di prima - hanno concluso Filt Cgil, Fit
Cisl e Uiltrasporti - è necessario ed urgente un incontro con
il Mit per capire quali sono le azioni programmate a difesa dei
nostri porti e del bene pubblico. È tempo di agire e di farlo
in fretta, anche perché l'ultimo pronunciamento dell'UE
prevede l'adozione dal 2022, termine entro il quale l'Italia dovrà
adeguarsi».
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