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10 marzo 2021
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- Diversi governi presentano all'IMO una proposta di
decarbonizzazione dello shipping che è quella sostenuta dalle
compagnie marittime
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- Apprezzando l'iniziativa, BIMCO, CLIA, IMCA, Intercargo,
Interferry, ICS, Intertanko, IPTA e WSC evidenziano la necessità
che il progetto sia approvato a novembre
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Le associazioni dell'industria dello shipping BIMCO, Cruise
Lines International Association (CLIA), IMCA, Intercargo,
Interferry, International Chamber of Shipping (ICS), Intertanko,
International Parcel Tankers Association (IPTA) e World Shipping
Council (WSC) hanno reso noto che alcuni governi che controllano una
significativa quota del trasporto marittimo mondiale, tra cui quelli
di Georgia, Grecia, Giappone, Liberia, Malta, Nigeria, Palau,
Singapore e Svizzera, hanno presentato oggi all'International
Maritime Organization (IMO) delle Nazioni Unite una proposta per
l'istituzione di un fondo del valore di cinque miliardi di dollari
finanziato attraverso un contributo obbligatorio a carico delle
compagnie di navigazione mondiali e volto a finanziare la ricerca e
lo sviluppo necessari affinché il settore marittimo possa
raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione definiti in seno
all'Onu, accogliendo così la medesima proposta in tal senso
avanzata da tempo dalle associazioni internazionali dello shipping
(
del 18
dicembre 2019).-
- Gli esponenti delle nove associazioni marittime hanno pertanto
esortato i governi a sostenere tale proposta in occasione della
prossima riunione del Marine Environment Protection Committee (MEPC)
dell'IMO, che è in programma a metà del prossimo
giugno, per rendere quindi possibile la sua approvazione nel corso
della successiva riunione del MEPC prevista a novembre in
concomitanza con la prossima Conferenza delle Parti sul cambiamento
climatico delle Nazioni Unite (COP26) che si terrà a Glasgow.
BIMCO, CLIA, IMCA, Intercargo, Interferry, ICS, Intertanko, IPTA e
WSC hanno evidenziato l'indispensabilità di raggiungere tale
risultato in quanto - hanno sottolineato - sarà altrimenti
«quasi impossibile» avere entro il 2030 la necessaria
quota di navi a zero emissioni in servizio.
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- Le nove associazioni hanno ribadito che la decarbonizzazione
dello shipping potrà avvenire solo con un'accelerazione
significativa delle attività di ricerca e sviluppo dato che
non esistono ancora tecnologie a zero emissioni di carbonio che
possano essere applicate su larga scala alle grandi navi oceaniche
ed è quindi necessario che un programma di ricerca e sviluppo
ben finanziato, che l'industria dello shipping ha accettato di
finanziare nell'ambito di un quadro normativo globale, venga avviato
immediatamente sotto la supervisione dell'IMO delle Nazioni Unite.
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