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Gli scrubber possono essere uno dei cardini della decarbonizzazione dello shipping, ma sono costosi
Studio condotto da Oil and Gas Climate Initiative e Stena Bulk
23 novembre 2021
Gli scrubber, sistemi di depurazione dei gas di scarico delle navi che consentono l'abbattimento dell'emissione di sostanze inquinanti, potranno avere un ruolo a lungo termine nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore del trasporto marittimo anche se i costi per la loro installazione e il loro utilizzo non sono affatto trascurabili. Lo evidenziano i risultati di uno studio condotto dall'organizzazione industriale Oil and Gas Climate Initiative (OGCI) e dalla compagnia armatrice Stena Bulk che è stato avviato nell'ottobre dello scorso anno con lo scopo di analizzare il potenziale di abbattimento delle emissioni di carbonio contenute nei gas di scarico dei motori diesel marini delle grandi navi.
Lo studio è stato realizzato prendendo come nave di riferimento una petroliera SuezMax alimentata da un motore a due tempi ad elevata efficienza che presenta scarsa disponibilità energetica nei gas di scarico, tipologia di nave che è stata scelta in quanto costituisce un impegnativo banco di prova e comporta un aumento del consumo di combustibile per alimentare i motori ausiliari e una caldaia a combustione per fornire l'energia necessaria per far funzionare gli scrubber.
Lo studio ha evidenziato che se il sistema è tecnicamente efficiente, tuttavia la sua implementazione comporta elevate spese operative e ingenti investimenti. Questi ultimi sono dovuti principalmente al sostenimento degli elevati costi dei serbatoi di stoccaggio, dei compressori e delle colonne, mentre il costo del combustibile in eccesso bruciato rappresenta il principale onere delle spese operative. Lo studio spiega che questi costi rappresentano un rilevante ostacolo all'implementazione di questi sistemi di depurazione dei gas di scarico delle navi e la loro riduzione sarebbe necessaria per assicurare la fattibilità a lungo termine di questa tecnologia. Lo studio raccomanda quindi ulteriori approfondimenti utili a confrontare i costi di queste modalità di abbattimento del carbonio con quelli di altre tecnologie a lungo termine per la riduzione dell'anidride carbonica emessa dal trasporto marittimo.
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