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Negli USA i costi di demurrage & detention sono notevolmente aumentati
Maffei: preoccupante, ma nel contesto della situazione di generale congestione nei porti e nei network interni
28 gennaio 2022
Nel 2021 sono aumentati notevolmente i ricavi delle compagnie di navigazione containerizzate derivanti dalla raccolta dei costi che questi vettori addebitano per le soste oltre il periodo di franchigia dei container dentro e fuori i terminal portuali statunitensi, ovvero delle demurrage and detention charges. Lo ha evidenziato il team di lavoro incaricato di monitorare questi costi dalla Federal Maritime Commission (FMC), che ieri ha presentato il proprio rapporto all'agenzia federale americana precisando che, tuttavia, questo sviluppo non giunge inaspettato in considerazione dei volumi record di scambi containerizzati e della situazione di congestione che caratterizza la supply chain negli Stati Uniti che è esacerbata dalla carenza di chassis, dagli insufficienti spazi di magazzino e dall'abbandono di carichi da parte di alcuni operatori.
«Il rilevante aumento delle spese di detention and demurrage fatturate dalle compagnie - ha confermato il presidente della FMC, Daniel Maffei - è certamente preoccupante, ma deve essere visto nel contesto della situazione di generale congestione nei porti e nei network interni degli Stati Uniti». Sottolineando che le norme poste in atto per contrastare la crescita di questi costi stanno avendo effetto, Maffei ha precisato che, «tuttavia, i risultati dell'indagine mi confermano anche che abbiamo ancora molta strada da fare e non dobbiamo recedere dalle nostre iniziative di contrasto o da introdurre ulteriori norme sulle detention & demurrage raccomandate dal commissario Rebecca Dye».
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