- Il vasto incendio che è divampato la notte scorsa nell'area ex Tubimar del porto di Ancona non ha coinvolto persone. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco con mezzi provenienti da tutta la provincia di Ancona con il supporto di squadre da Pesaro, Macerata e Ascoli Piceno. Al momento sono rimasti diversi focolai attivi all'interno dei capannoni interessati sui quali i Vigili del Fuoco stanno continuando l'opera di spegnimento.
-
- L'area ex Tubimar, di proprietà del Demanio Marittimo dello Stato e gestita dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, ha una superficie complessiva di 100mila metri quadri di cui 46mila coperti suddivisi in 12 capannoni e ulteriori due strutture adibite a palazzine uffici, non coinvolte nell'incendio. Sono 11 i concessionari operativi nella struttura ex Tubimar. Sette hanno in concessione aree all'interno dei capannoni per una superficie totale di circa 36mila metri quadrati: tre società avevano depositi per attività logistiche (Ase, Frittelli Marittime Group, Icop); tre depositi per la cantieristica navale (Fincantieri, Cpn, Consorzio navale scarl); un deposito per mezzi di sollevamento e piattaforme mobili (Omec). L'incendio ha danneggiato in particolare i capannoni in concessione ad Ase e Frittelli Maritime Group.
-
- Nel pomeriggio ha compiuto un sopralluogo nell'area portuale interessata la ministra alle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, accompagnata dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti con delega ai Porti, Roberto Traversi. Era presente anche l'onorevole Mirella Emiliozzi. La ministra ha assicurato la massima collaborazione con l'Autorità di Sistema Portuale e le istituzioni di riferimento nel lavorare alla ricostruzione del sito produttivo.
-
- Specificando che se oggi è prioritario occuparsi della tutela della salute e della sicurezza pubblica, il presidente dell'AdSP, Rodolfo Giampieri, ha precisato che «dai prossimi giorni, insieme alle altre istituzioni e agli operatori, penseremo alla ricostruzione del sito produttivo e all'individuazione di nuovi spazi sostitutivi delle superfici al momento non utilizzabile».
|