Cerimonia di costituzione della
ASSOCIAZIONE IMPRENDITORIALE E COMMERCIALE ITALO VENEZUELANA
Venerdì 10 ottobre 1997 ore 18,00
Genova, Palazzo Di Negro
Intervento di Sebastiano Gattorno
Presidente del Gruppo S.G.F.
Sono molto lieto di ospitare a Genova, nella sede del gruppo Serra-SGF,
nel palazzo Di Negro antico testimone della storia mercantile
genovese, questo evento importante che sigla, con la sottoscrizione
dell'atto costitutivo della Associazione italo/venezuelana, il
riavvicinamento di due Paesi che lontani non sono mai stati per
cultura, esperienze ed interessi ma che, negli ultimi anni, per
cause congiunturali piuttosto che strutturali, si sono allontanati,
senza tuttavia mai tagliare quel legame che prescinde dai flussi
di interscambio e si fonda su radici socio/culturali comuni e
vicende economiche simili.
Perché l'associazione ha deciso di basare la propria sede
italiana a Genova?
Ho detto poc'anzi delle radici e delle esperienze comuni e davvero
Genova è la città che con il Venezuela ha intrattenuto,
in passato e per molti anni, le maggiori relazioni commerciali.
Il nostro porto è stato a lungo il punto di origine e di
destinazione dei principali movimenti di merci "da"
e "per" l'America Latina e, ancora prima, è stato
il punto di partenza dei flussi migratori che hanno portato molti
italiani, e molti genovesi, a stabilirsi in Venezuela ed a sviluppare
lavoro, contribuendo alla crescita economica di quel Paese e mantenendo,
attraverso Genova, i legami con la madre patria.
La crisi dell'industria pubblica, che ha portato alla dissoluzione
dei rapporti preesistenti, ha posto le imprese private genovesi,
che si erano nel frattempo caratterizzate per la fornitura di
servizi di supporto, dinanzi al dilemma se abbandonare le relazioni
con il mercato sud americano oppure assumere in proprio l'onere
di mantenere il collegamento con tale realtà.
Realtà che era ed è significativa, nonostante stia
ancora passando, come già è successo anche a
noi, attraverso una riconversione industriale che, abbandonando
i settori di base, intende "traghettare" il Paese verso
un nuovo sistema produttivo, meglio integrato nello scenario mondiale,
ma in cui si evidenziano le carenze del tessuto locale specialmente
per quanto riguarda il terziario avanzato.
Che il Venezuela sia una realtà significativa lo dicono
i numeri e lo sostiene l'impegno che il Governo sta dimostrando
nel promuovere il proprio Paese all'estero, fornendone un'immagine
di affidabilità che è frutto di impegno politico/programmatico
serio e duraturo.
In termini di cifre basta considerare i valori attuali dell'export
e dell'import con l'Italia (rispettivamente di 695
e 364 miliardi) per capire che esistono notevoli e consistenti
possibilità di crescita.
Ma non è solo il traffico che può e deve interessare,
perché se i flussi fisici sono importanti sono ancora più
stimolanti le possibilità di investimento da parte delle
imprese italiane attivabili direttamente, attraverso joint
venture ovvero partecipando, con il proprio know how
e le proprie tecnologie, alla realizzazione di progetti infrastrutturali
finanziabili con modelli di project financing.
Oggi il Venezuela è un Paese particolarmente appetibile
per gli investitori esteri, anche perché sono state create
le condizioni, normative ed economiche, per garantire gli investimenti
operati da capitale straniero.
Da questi punto di vista Il programma di stabilizzazione economica,
varato dal Governo lo scorso anno, ha ulteriormente migliorato
la solvibilità del Paese nei confronti dei propri creditori.
Esso ha infatti ottenuto nuovi crediti dalle Organizzazioni Finanziarie
Internazionali ed ha ridotto la propria posizione di rischio passando,
nella classifica Euromoney del 1996, all'87° posto su 178
paesi, dopo che nel 1995 si trovava in 79° posizione su 181
paesi.
A ciò si aggiunge un fattore nuovo, che stimola nuove alleanze,
promuove lo sviluppo e sottende la crescita economica attraverso
l'interscambio di professionalità e di competenze.
Tale fattore è ciò che noi tutti conosciamo come
"globalizzazione dei mercati" e che con il quale non
ci si riferisce soltanto allo sviluppo di una rete produttiva
dilatata, che spinge i Paesi industriali a spostare le proprie
produzioni in altri Paesi, diversi da quelli di consumo, fra
i quali appunto l'America Latina. Esso porta con sé
un fenomeno più ampio, che significa anche analogo trasferimento
di capitali, sviluppo e condivisione di tecnologie, formazione
di nuove professionalità, realizzazioni di piani infrastrutturali:
significa, in altre parole, da un lato nuove opportunità
di business, dall'altro occasione di crescita economica e miglioramento
della qualità della vita.
A questo punto occorre tuttavia una precisazione. La logistica,
che è strategica nei processi di internazionalizzazione
dei mercati e che costituisce il punto di partenza della nuova
associazione, non è né vuole esserne l'obiettivo
unico e nemmeno prioritario.
Certamente la logistica è una delle necessità e
delle possibilità di sviluppo sulle quali, insieme con
le Istituzioni italiane e venezuelane, è possibile ed opportuno
impegnarsi da subito ma l'obiettivo è quello di confrontarsi
con tutto il mercato, operando ad ampio raggio su tutti i fronti
produttivi con proposte, iniziative e progetti, che creino concreti
presupposti di crescita e nei confronti dei quali l'Associazione
si pone come canale preferenziale fra America Latina, Italia ed
Unione Europea.
Perché Serra-SGF?
Perché il nostro gruppo, che è presente attraverso
la Luigi Serra Spa in Brasile, Cile ed Argentina e che da tempo
pensava ad un'espansione in Venezuela, dispone in quest'area di
rapporti di affari che sono stati avviati e quindi consolidati
su progetti mirati nei quali ha dimostrato il proprio interesse
per la regione, ha applicato il proprio know how logistico
e si è affermato come operatore avvezzo a muoversi sul
mercato globale per conto di grandi realtà industriali.
Inoltre, per quanto mi riguarda, è da anni che sostengo
la necessità di creare in Italia ed in Europa un comitato
tecnico, nel quale pubblico e privato si confrontino sulla base
di piani e progetti concreti per risolvere le strozzature che
contraddistinguono il nostro Paese e che, ancora una volta, non
riguardano soltanto la logistica ma interessano il sistema creditizio,
giuridico, amministrativo ed occupazionale.
Ecco perché sono particolarmente lieto di avere trovato
degli interlocutori con i quali esiste piene sintonia e comunità
di vedute ed insieme ai quali intendiamo lavorare per realizzare
gli obiettivi dei programmi di sviluppo che i Governi dei rispettivi
Paesi vorranno definire, essendo anche pronti a fornire quella
consulenza tecnico/operativa che rappresenta una competenza tipica
delle imprese private che conoscono i mercati internazionali e
che serve ai Governi per operare scelte programmatiche allineate
alle esigenze del business.
Queste sono dunque le considerazioni sulle quali si basa l'idea,
che oggi è stata sottoscritta, di un'associazione tra imprenditori
dei due Paesi che si configura come soggetto di sviluppo ed espressione
di una nuova impresa, volta ad incrementare l'interscambio commerciale
nel senso materiale ed immateriale cui ho poc'anzi accennato.
Apriamo pertanto il tavolo di lavoro ed offriamo a tutti gli imprenditori
interessati la piattaforma, da oggi operativa, allo sviluppo della
co-operazione bilaterale al fine di promuovere opportunità
per il Venezuela in Italia ed in Europa e per i nostri Paesi in
Venezuela.
Ho detto da oggi operativa perché già in questi
giorni si stanno concretizzando partecipazioni significative e
impegni concreti dei soggetti italo venezuelani presenti su progetti
imprenditoriali che interessano i due Paesi.
Nello statuto, che sta alla base dell'Associazione, sono visibili
le nostre intenzioni nella qualità di FIRMATARI-PROMOTORI
di questa idea: massima apertura dell'Associazione "all'adesione
di qualsiasi persona naturale o giuridica, enti, società
e istituto bancario o finanziario che sia interessata agli obiettivi
sociali della stessa".
Mi piace chiamarla IDEA perché nuova è la missione,
concreta l'attività operativa, senza sostituire nessuna
delle istituzioni e delle realtà esistenti ma costruire
l'espressione di una nuova impresa che intende frenare la caduta
dell'interscambio commerciale intesa non solo come flussi di export
ma anche come lavoro ed investimenti italiani in Venezuela.
Questo l'obiettivo primario: al servizio delle istituzioni dei
due Paesi nell'offerta di contribuire alle politiche di sviluppo
economico e sociale indicate dai Governi sviluppando la cooperazione
bilaterale e promuovendo opportunità per il Venezuela in
Europa e per l'Europa in Venezuela.