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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 7 GENNAIO 2014
CONFERENZE E CONVEGNI
SENTIMENTI CONTRASTANTI SULLA CAPACITÀ PORTUALE IN
MEDIO ORIENTE
Anche se l'umore in occasione dell'evento TOC Container Supply
Chain Middle East svoltosi a Dubai è stato generalmente
buono, alcuni relatori hanno espresso preoccupazioni in ordine agli
imponenti progetti di sviluppo terminalistico programmati per la
regione mediorientale.
Questi ultimi potrebbero comportare l'aggiunta di quasi 12
milioni di TEU di nuova capacità entro la fine del 2015 e la
principale espansione avverrà a Jebel Ali, Khalifa e Doha.
Ciò potrebbe essere un fattore contributivo per le più
strette relazioni che sembra stiano evolvendo fra operatori
terminalistici, quali la DP World e la ADT (Abu Dhabi Terminals), e
le società di logistica ed i beneficiari effettivi della
merce.
“In futuro il nostro margine competitivo sarà la
filiera della distribuzione” ha spiegato Abdulla Bin Damithan,
direttore della gestione contabilità dei terminal container
alla DP World.
Rivolgendosi alla sessione sulla filiera della distribuzione
petrolchimica, ha sostenuto che la DP World “sta sviluppando
soluzioni logistiche sostenibili per questo settore di attività
allo scopo di far fronte efficacemente al suo potenziale di
crescita”.
“Ci saranno almeno 24 milioni di TEU di esportazioni
petrolchimiche in uscita da questa regione” ha detto Damithan.
Martijn Van de Linde, responsabile della ADT, che sta
aggiungendo almeno 1 milione di TEU di questa nuova capacità,
non è preoccupato a torto.
Ha infatti dichiarato ai partecipanti alla conferenza: “Il
livello di utilizzazione dei terminal resta elevato in questa
regione e questo ha comportato qualche problema di intasamento.
Sono convinto che, anche aggiungendo tutti gli attuali sviluppi
in programma affinché siano in servizio entro il 2020,
l'utilizzazione sarà all'80%”.
Aggiunge Van de Linde: “I porti regionali saranno molto
utilizzati e se esiste una domanda al riguardo, la risposta è
che noi pensiamo che sia necessaria altra capacità.
Abbiamo inoltre bisogno di fare un maggiore uso dell'automazione
quale mezzo per innalzare il livello della nostra produttività.
Quest'anno abbiamo visto le nostre GMPH (movimentazioni
complessive per gru/ora) aumentare del 44% sino a 33 GMPH e si
avviano a diventare 44”.
Al contrario, Michel Deleuran, vice presidente esecutivo della
divisione marittima presso la Mihala con sede nel Qatar, è
stato più riservato.
Nell'ambito di un pannello di discussione, ha dichiarato che
“esiste il pericolo che i carichi possano essere
cannibalizzati ed i prezzi ridotti.
È importante che i porti e gli investitori nei terminal
puntino a sviluppare ruoli specifici ed a proteggere la loro base di
carico”.
Sostiene Deleuran: “Se alla nuova concorrenza che sta
avendo luogo non si guardasse in modo costruttivo, allora l'unico
maniera in cui un porto potrebbe attualmente rispondere sarebbe
quella di abbassare le tariffe”.
Dato il numero sempre maggiore di porti che in Medio Oriente
fanno affidamento in modo rilevante sui carichi di trasbordo e
poiché i porti - specialmente nella regione dell'alto
Golfo Persico - ambiscono ad attirare servizi di scalo
diretto, la concorrenza si avvia ad essere accesa.
L'opinione dominante è che mentre i traffici nella
regione del Medio Oriente lasceranno indietro quelli di Europa, Nord
America ed Asia meridionale, i tassi di crescita annualizzati
previsti sino al 2020 resteranno ancora indietro rispetto a quelli
dell'offerta, che generalmente si prevede debba espandersi del 7%
all'anno; nondimeno, non ci si aspetta che l'utilizzazione della
capacità in tutto il periodo cali al di sotto del 70%.
Per le società di gestione di porti e terminal nella
regione si prospettano tempi interessanti.
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