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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 30 NOVEMBRE 2019
STUDI E RICERCHE
IL RALLENTAMENTO DELLA DOMANDA DI CONTAINER VA AL DI LÀ DELLA GUERRA COMMERCIALE
Secondo un'analisi della Sea-Intelligence, le cifre relative ai volumi globali si sono contratte nel corso di settembre, rimpicciolendosi dello 0,4%, ma non tutta la colpa può attribuirsi alla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.
"Lo sviluppo visto a settembre serve solo a rafforzare l'andamento cui si è assistito nel corso del 2019" afferma l'amministratore delegato di Sea-Intelligence Alan Murphy.
"Questo modello sostanzialmente è consistito in mesi di domanda debole seguita da un picco di crescita più elevato, poi nuovamente seguito da un calo della crescita ancora maggiore che ha più che annullato il contrario picco ottimistico".
Nei nove mesi che vanno sino alla fine di settembre, la domanda globale è cresciuta di appena l'1%, mostrano le cifre delle Container Trade Statistics.
"Anche se questa è naturalmente una crescita positiva, non ispira molta fiducia nella forza del mercato del trasporto marittimo di contenitori" afferma Murphy.
Le cifre hanno anche chiamato in causa l'effetto moltiplicatore del prodotto interno lordo che da sempre ha visto i volumi containerizzati crescere ad un ritmo più rapido di quello dell'economia globale.
"Sulla scia della crisi finanziaria si è capito che questa regola empirica non è più corretta ed il moltiplicatore si è ridotto bruscamente in conseguenza del completamento del processo di containerizzazione, oltre a raggiungere il logico punto finale dei processi di esternalizzazione" ha dichiarato Murphy.
Anche se ci si aspetta ancora che il trasporto marittimo di contenitori cresca in linea con il PIL, le ultime previsioni in ordine al PIL del Fondo Monetario Internazionale per il 2019 parlano di una crescita del 3%.
Ma la debole crescita della domanda di contenitori di appena l'1% indica un moltiplicatore del solo 0,3%.
La disputa commerciale in corso fra Stati Uniti e Cina viene spesso indicata come la ragione principale per il rallentamento della domanda containerizzata, ma Murphy sostiene che questa argomentazione è contraddetta dai dati.
Quando la crescita nordamericana è stata smontata dalle cifre, la crescita globale era stata appena dello 0,9%.
"Questo indica che esiste una debolezza intrinseca di base che è indipendente dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina" ha detto.
La crescita dei volumi di importazione in Europa ha rallentato rispetto al forte inizio dell'anno, cadendo fino ad una contrazione dello 0,5% a settembre.
Anche se i volumi nordamericani sono stati positivi per il trimestre nel suo insieme, a settembre sia le importazioni che le esportazioni si sono contratte rispetto a settembre 2018.
"Questo dovrebbe essere un motivo di preoccupazione, dal momento che l'impennata dei volumi in alta stagione a causa delle spedizioni anticipate dei carichi transpacifici si è manifestata davvero solo a ottobre/novembre 2018 e quindi la contrazione di settembre non è semplicemente una questione dovuta alla elevata base del 2018" afferma Murphy.
Nel contempo, le esportazioni dall'Asia sono rimaste "stagnanti".
"Il portafoglio ordini collettivo dei vettori per l'immissione di nuova capacità è da sempre basso e questo è infatti un buon segno per la ripresa dell'equilibrio di mercato col passare del tempo" sostiene Murphy.
"Tuttavia, la debolezza della domanda vista finora nel 2019 chiaramente mette comunque pressione sui vettori ed è anche in quest'ottica che dovremmo vedere gli elevati livelli da record di partenze annullate, un livello che è estremamente probabile che venga rispettato se dovesse persistere questa debolezza della domanda".