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Delusione di Confitarma per la mancata riduzione degli oneri contributivi sul lavoro marittimo
Gli armatori italiani prevedono una crescita del 14% del costo del lavoro nel 2002
15 marzo 2002
Confitarma (Confederazione Italiana Armatori) si è dichiarata «fortemente delusa per la bocciatura da parte della Camera dei deputati dell'emendamento governativo al disegno di legge in materia di infrastrutture e trasporti, collegato alla finanziaria, volto a riportare all'80% lo sgravio contributivo del lavoro a bordo delle navi adibite al cabotaggio tra porti nazionali».
La confederazione armatoriale ha però aggiunto di confidare «nelle assicurazione del ministro Lunardi, che intende risolvere la questione nel corso dell'esame del provvedimento da parte del Senato».
Come noto - ricorda una nota di Confitarma - in assenza di interventi, gli sgravi contributivi resterebbero stabiliti nella misura ridotta del 43%, già prevista dalla legge finanziaria. «Ciò - hanno sottolineato gli armatori italiani - comporta una crescita del 14% nel 2002 per il costo del lavoro marittimo italiano: un aumento che si aggiunge agli elevati costi di gestione della flotta italiana e la pone fuori mercato rispetto a quelle degli altri Stati membri dell'Unione Europea, ammesse al cabotaggio». «Già nel 2001 - ha specificato Confitarma - il costo del lavoro marittimo sulle navi italiane risultava due o tre volte più costoso di quello di Danimarca, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Spagna e Portogallo».
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