- ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
 
 	 
	SPEDIPORTO- 
 
 	 
	Sessione Pubblica- 
	
 
	- Palazzo San Giorgio - Genova, 22 Marzo 2010
- 
	Relazione morale del Consiglio Direttivo
- 
	
 
	 
    	 
	- DA PAROLE A FATTI.
 NELL'AGGREGAZIONE LA NOSTRA IDEA DI PORT
	BUSINESS- 
  	 
	 
	 
	 
	 
	- Signore e Signori, illustri Ospiti ed Autorità,
- 
	
 
	- è con sincero piacere che rivolgo a tutti i presenti il
	saluto di benvenuto del Consiglio Direttivo della Spediporto ed il
	grazie per aver voluto prendere parte, così numerosi, alla
	nostra Assemblea Generale, momento fondamentale nella vita
	associativa delle case di spedizione internazionali che operano a
	Genova.
- 
	
 
	- Come di consueto, nella tradizione delle Assemblee Spediporto,
	le nostre relazioni hanno l'ambizione di non voler essere solo un
	momento di riflessione sull'anno trascorso ma anche un tentativo di
	guardare al presente ed al futuro con spirito propositivo, cercando
	di individuare percorsi e progetti da condividere con la Comunità
	Portuale di cui siamo parte integrante, non senza abdicare, laddove
	fosse il caso, ad un sano diritto di critica.
- 
	
		| 
			 1  | 
		
			 Se il Porto di Genova non ha certamente
			vissuto un anno felice, ancor più difficile forse è
			stata la situazione vissuta dai principali Porti Europei dove il
			decremento dei traffici ha toccato livelli drammatici. Nel porto
			di Amburgo le esportazioni sono diminuite del 18,5% mentre le
			importazioni sono crollate del 27%. Anversa ha registrato una
			riduzione complessiva del 15,62%, Rotterdam del 9,66%, Brema del
			17,44% (Fonte Repubblica 2 Febbraio 2010, pag. 7).  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	 
	- Il mondo dello shipping, così come ogni comparto
	produttivo ed economico su scala internazionale, ha conosciuto con
	il 2009 un anno di profonda crisi che, già palesatasi negli
	ultimi mesi del 2008, si è andata progressivamente ad acuire
	fino a raggiungere i livelli drammatici che tutti conosciamo1.
	
	
 
        
	
		| 
			 TRAFFICI PRINCIPALI PORTI EUROPEI  | 
	 
	
		| 
			 PORTO  | 
		
			 ANNO 2007  | 
		
			 ANNO 2008  | 
		
			 ANNO 2009  | 
		
			 VARIAZIONE % PERIODO 2008-2009  | 
	 
	
		| 
			 Rotterdam  | 
		
			 10.790.604  | 
		
			 10.785.271  | 
		
			 9.743.290  | 
		
			 -9,66  | 
	 
	
		| 
			 Anversa  | 
		
			 8.175.952  | 
		
			 8.662.890  | 
		
			 7.309.640  | 
		
			 -15,62  | 
	 
	
		| 
			 Amburgo  | 
		
			 9.889.792  | 
		
			 9.737.110  | 
		
			 7.008.000  | 
		
			 -28,03  | 
	 
	
		| 
			 Brema  | 
		
			 4.912.177  | 
		
			 5.529.159  | 
		
			 4.565.000  | 
		
			 -17,44  | 
	 
	
		| 
			 Valencia  | 
		
			 3.042.665  | 
		
			 3.602.112  | 
		
			 3.653.890  | 
		
			 1,44  | 
	 
	
		| 
			 Algeciras  | 
		
			 3.414.345  | 
		
			 3.327.616  | 
		
			 3.042.782  | 
		
			 -8,56  | 
	 
	
		| 
			 Le Havre  | 
		
			 2.600.000  | 
		
			 2.488.654  | 
		
			 2.234.400  | 
		
			 -10,22  | 
	 
	
		| 
			 Barcellona  | 
		
			 2.610.037  | 
		
			 2.569.549  | 
		
			 1.800.662  | 
		
			 -29,92  | 
	 
	
		| 
			 Zeebrugge  | 
		
			 2.020.723  | 
		
			 2.209.715  | 
		
			 2.328.198  | 
		
			 5,36  | 
	 
	
		| 
			 Genova  | 
		
			 1.855.026  | 
		
			 1.766.605  | 
		
			 1.533.627  | 
		
			 -13,19  | 
	 
	
		| 
			 Marsiglia  | 
		
			 1.002.879  | 
		
			 851.155  | 
		
			 882.580  | 
		
			 3,69  | 
	 
	
		| 
			 Taranto  | 
		
			 755.934  | 
		
			 786.655  | 
		
			 741.428  | 
		
			 -5,75  | 
	 
	
		| 
			 Alicante  | 
		
			 179.259  | 
		
			 150.827  | 
		
			 132.059  | 
		
			 -12,44  | 
	 
	
		| 
			 Siviglia  | 
		
			 135.012  | 
		
			 130.452  | 
		
			 129.736  | 
		
			 -0,55  | 
	 
 
	 
	- Proprio in occasione dell'Assemblea dello scorso anno venne data
	una lettura dei primi preoccupanti dati per il nostro settore
	relativi al primo trimestre del 2009. In quella occasione mostrammo
	le prime proiezioni di una contrazione dei volumi di lavoro dei
	nostri associati, arrivati a toccare, in taluni casi, il 45% del
	traffico complessivo. 
	
 
	- Drammatico il consuntivo di fine anno per le nostre aziende, che
	hanno visto ridursi il proprio volume d'affari di circa il 23% per
	il settore dell'export e del 27% per quello dell'import.
- 
	
 
	- Percentuali che meglio di ogni altra parola possono
	rappresentare le difficoltà che abbiamo vissuto nel corso del
	trascorso anno.
- 
	
 
	- E' doveroso però volgere la nostra attenzione su una
	prospettiva più complessiva che superi il mero dato numerico
	o quantistico, allo scopo di renderci conto che con la crisi del
	2009 è forse crollato un modello di "Business"
	dello shipping che aveva voluto, con largo anticipo, incoronare i
	grandi gruppi multinazionali del trasporto e della logistica come
	indiscutibili "King Players" di un mercato - quello del
	commercio internazionale - che non poteva fare a meno di progetti di
	gigantismo economico.
- 
	
		| 
			 2  | 
		
			 Secondo i dati resi disponibili da
			Alphaliner, a partire dal Settembre 2008 sono stati ben 140 gli
			ordini di nuove portacontainer cancellati, per una capacità
			complessiva di circa 436.000 teus, pari al 6,7% del portafoglio
			ordini. Le cancellazioni maggiori hanno riguardato le navi fra i
			1.000 e 2.000 teus, con 54 contratti. Tra quelle di maggiore
			capacità sono state cancellate 11 navi da oltre 7.500 teus
			e 6 fra i 5.100 ed i 7.500 teus. Il fenomeno è stato ben
			più importante relativamente alla cancellazione di ordini
			per bulk carrier e tankers.  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
		 
	- Basti leggere e vedere quali erano, almeno fino al 2008, le
	proiezioni di crescita e la pianificazione degli ordini ai cantieri
	navali per la costruzione di navi porta contenitori e rinfuse2.
         
	- A soli pochi mesi di distanza le prospettive e le strategie
	degli armatori e delle compagnie di navigazione sono repentinamente
	mutate al fine di porre rimedio al crescente fenomeno dell'eccesso
	di stiva. Centinaia le navi portacontainer in disarmo, centinaia gli
	ordini sospesi che, probabilmente, non verranno mai più
	portati a termine. 
	
 
	
		| 
			 | 
		
			 Mil.TSLC  | 
	 
	
		|   | 
	 
	
		 | 
		
			 2006  | 
		
			 2007  | 
		
			 2008  | 
		  | 
		
			 Precons. 2009  | 
	 
	
		| 
			 R.d.M  | 
		
			 6,1  | 
		
			 8,6  | 
		
			 5,0  | 
		  | 
		
			 1,1  | 
	 
	
		| 
			 China  | 
		
			 14,3  | 
		
			 29,1  | 
		
			 14,0  | 
		  | 
		
			 5,8  | 
	 
	
		| 
			 S.Korea  | 
		
			 19,1  | 
		
			 32,4  | 
		
			 15,0  | 
		  | 
		
			 3,2  | 
	 
	
		| 
			 Japan  | 
		
			 10,6  | 
		
			 10,1  | 
		
			 7,6  | 
		  | 
		
			 3,6  | 
	 
	
		| 
			 EU 27 + N  | 
		
			 5,4  | 
		
			 5,7  | 
		
			 2,1  | 
		  | 
		
			 0,5  | 
	 
	
		| 
			 Totale  | 
		
			 55,5  | 
		
			 85,9  | 
		
			 43,7  | 
		  | 
		
			 14,2  | 
	 
	
		|   | 
	 
	
		| 
			 (*) = dal 2007 l'aggregato EU + N comprende anche Bulgaria e Romania  | 
		
		
		⇒ 
		
		 | 
		
			
		 | 
		  | 
		
			
		 | 
	 
 
 | 
 
 
	-  
   
	
		| 
			 Fonte: Assonave - Associazione Nazionale
			dell'Industria Navalmeccanica -, Lettera - Notiziario n. 1-2010
			"Situazione del mercato mondiale al 31 Dicembre 2009"  | 
	 
  
	 
	- Nel corso dell'anno appena trascorso si è assistito
	dunque non solo agli effetti dirompenti di una crisi senza
	precedenti ma - come siamo convinti - al fallimento di una "idea
	di business", al crollo di un "modello evolutivo e di
	sviluppo" che ha concentrato la propria attenzione solo ed
	esclusivamente su un elemento: rincorrere la crescita esponenziale
	delle economie emergenti attraverso piani di investimento non
	sostenuti da adeguate coperture finanziarie e da più prudenti
	indagini di mercato.
- 
	Genova, il suo Porto, tutta la Comunità Portuale, che
	vogliamo ricordare non è costituita solo da imprese ma anche
	da migliaia di lavoratori, hanno pagato un pegno rilevante alla
	crisi. 
	
		| 
			 3  | 
		
			 Vedasi tabella a pagina 2.  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	 
	- Il traffico container nel Porto di Genova è sceso nel
	corso del 2009 di ben 13 punti percentuali3, decine e
	decine le procedure di cassa integrazione che sono state avviate e
	che hanno colpito indistintamente aziende e lavoratori.
- 
     
	- All'interno di questo non certo confortante quadro generale è
	nostra convinzione che sia necessario sollecitare una forte, marcata
	e determinata volontà della Comunità Portuale
	genovese, ma più in generale italiana, che ponga al centro
	della propria azione l'individuazione condivisa di nuovi modelli e
	nuovi parametri operativi ed organizzativi.
- 
	
		| 
			 4  | 
		
			 Rif. Bollettino Economico nr. 59 del
			Gennaio 2010  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	 
	- Alcuni dati, ben rappresentati all'interno del Bollettino
	Economico della Banca d'Italia relativi al mese di Gennaio 2010, ci
	impongono un cauto ottimismo sulle prospettive dei prossimi mesi4.
- 
     
	- Con l'occasione ringrazio e saluto i rappresentanti di Banca
	Italia oggi presenti che, dopo di me, illustreranno in anteprima
	assoluta alcuni dati di una ricerca nazionale sulle infrastrutture -
	che verrà presentata ufficialmente a Perugia nel mese di
	Ottobre - che ha coinvolto, per la prima volta, le case di
	spedizione internazionali.
- 
	
 
	- Vediamo ora in sintesi i dati economici cui sopra si accennava.
- 
	
 
	- La ripresa economica, avviatasi durante l'estate è
	proseguita nel corso del 2009. Nel terzo trimestre 2009 il PIL è
	tornato a crescere negli Stati Uniti e nell'area dell'euro, ha
	continuato ad estendersi in Giappone ed ha accelerato nelle economie
	emergenti dell'Asia e dell'America Latina.
- 
	
 
	- Le più recenti previsioni dell'OCSE per il 2010 indicano
	per l'insieme delle economie avanzate un aumento del PIL intorno al
	2 per cento.
- 
	
 
	- Anche nell'area dell'euro - sempre secondo le stime dell'OCSE -,
	sostanzialmente allineate con quelle degli esperti dell'Eurosistema,
	il PIL aumenterà di poco meno dell'1 per cento.
- 
	
 
	- In Italia il PIL, tornato a crescere nell'estate scorsa (0,6 per
	cento sul trimestre precedente), ha continuato ad espandersi
	nell'ultima parte del 2009. Anche la ripresa delle esportazioni
	marcata nel periodo estivo, dovrebbe in questi mesi portare ad un
	graduale incremento, con la previsione di una crescita intorno al 3
	per cento per la chiusura del 2010.
- 
	
 
	- Non certo felice la situazione del mercato del lavoro con
	relativa incidenza sulle dinamiche del consumo. Nello scorso mese di
	Novembre, il tasso di disoccupazione è salito all'8,3 per
	cento, 2,4 punti in più rispetto al minimo dell'Aprile del
	2007, toccando, nel mese di Febbraio 2010, l'8,6 per cento.
- 
	
 
	- La lettura in combinato disposto dei dati economici, strutturali
	e di mercato fa ritenere credibile che nel 2010 la ripresa vi sarà
	ma sarà certamente debole - la valutazione è di una
	crescita dell'economia italiana intorno allo 0,7 per cento per
	l'anno in corso, per poi accelerare all'1 per cento nel 2011.
- 
	
 
	- All'interno del quadro generale di crisi economica, progettuale
	e di prospettiva, delineatosi lungo tutto l'anno, ogni attore ha
	dato letture ed offerto proprie soluzioni. Alcune soluzioni erano e
	sono votate a limitare i danni, altre a cercare un disperato
	recupero di equilibrio economico ed organizzativo.
- 
	
 
	- Questo ripensamento collettivo ha coinvolto tutti, istituzioni,
	società, mercati, economisti.
- 
	
 
	 
	 
	- Effetti e riflessi della crisi sugli operatori marittimi.
- 
	
 
	
		| 
			 5  | 
		
			 Qui il crollo del traffico contenitori si
			è attestato su di un -44% su base annua.  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	- Nel caso dell'Italia, dei suoi progetti di sviluppo del sistema
	economico legato alle attività logistiche, la crisi
	internazionale non solo ha procurato un brusco arresto dello
	sviluppo dell'economia marittima (vedasi la sorte toccata ai porti
	di transhipment5) ma anche un rallentamento di alcuni
	processi innovativi (quello sulla legge di riforma portuale) ed una
	rivalutazione delle priorità di intervento
	economico-finanziario che ha innescato meccanismi di forte
	competizione tra Porti.
- 
                         
	- Se da un lato, nel corso del 2009, il settore portuale a livello
	nazionale, europeo ed internazionale ha sofferto gli effetti della
	crisi mondiale, dall'altro le compagnie di navigazione, gli
	spedizionieri, i terminalisti, i trasportatori e, più in
	generale, il mondo della logistica, hanno subito ancora più
	pesantemente la congiuntura negativa di due fattori: un costante e
	progressivo calo della domanda di trasporto, particolarmente
	pronunciato sulle rotte in export dalla Cina verso il Nord America
	ed Europa; l'immissione, in parte poi sospesa, di nuove navi di
	grandi dimensioni ordinate negli anni pre-crisi.
- 
	
 
	- Quando a contrarsi sono i volumi, ed in maniera così
	sensibile, non esiste comparto economico od operatore che non ne
	risenta.
- 
	
		| 
			 6  | 
		
			 Nel corso degli ultimi mesi, con il
			crollo dei noli, si è assistito da parte di numerose
			compagnie armatoriali ad una indiscriminata crescita di voci
			addizionali al nolo e di variazioni sullo stesso che hanno reso
			ancor più difficile, se non impossibile, per gli
			spedizionieri internazionali poter trattare e quotare prestazioni
			di servizio per i propri clienti in quanto le stesse potevano
			subire sensibili variazioni da un giorno all'altro.  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	 
	- Purtroppo l'affannoso tentativo di arginare rilevanti perdite e
	risanare bilanci, ha portato le Compagnie Armatoriali ad intervenire
	sul mercato con una proliferazione di voci di costo per servizi
	molto spesso inesistenti, a pratiche commerciali di sfrenata
	concorrenza e, conseguentemente, ad una volatilità dei prezzi
	che - in assenza di elementi stabilizzanti - hanno ancor più
	seriamente danneggiato l'economia del nostro settore6. 
      
	- Non possiamo che essere d'accordo con le riflessioni
	recentemente esposte dal leader di MSC Gianluigi Aponte, in
	relazione alla funzione di equilibrio che nel passato - su
	situazioni analoghe - poteva essere garantita dalle Conference. Allo
	stato dei fatti la loro proibizione ha creato più danni che
	vantaggi. Oggi in materia esistono regole che vanno rispettate,
	riteniamo tuttavia che il Cluster marittimo dovrebbe tornare a
	bussare alla porta del legislatore internazionale affinché,
	presa coscienza della rilevanza delle prestazioni logistiche per
	l'economia mondiale, intervenga perché il valore
	dell'economia logistica non rimanga schiacciato tra le istanze del
	mondo della produzione e quelle del mercato del consumo.
- 
	
 
	- E' impossibile cercare la qualità dei servizi e la
	sicurezza delle procedure se i meccanismi concorrenziali portano ad
	un abbattimento delle tariffe sotto la soglia dei costi di
	produzione, così le cose non quadrano, così si
	danneggia solo il mercato favorendo comportamenti scorretti.
- 
	
 
	- Su argomenti così delicati il confronto tra Associazioni
	è fondamentale.
- 
	
		| 
			 7  | 
		
			 Decreto Ministeriale del 30.06.2009
			pubblicato su G.U. n. 153 del 04.07.2009; Circolare
			Interministeriale del Ministero delle Infrastrutture e dei
			Trasporti e del Ministero degli Interni del 17.07.2009; Decreto
			Interministeriale n. 554 del 30.06.2009; Nota di chiarimento del
			Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero
			degli Interni del 06.08.2009.  | 
	 
 
 | 
 
 
 | 
 
  
	 
	- Lo è con il mondo dell'autotrasporto, che ha affidato
	alla recente legge di riforma - D. Lgs. 286/2005 - ed ai decreti
	attuativi7 la speranza di un risanamento complessivo del
	settore. Sul punto nutriamo forti dubbi, dal momento che, in alcuni
	passaggi, la nuova normativa ha reso ancor più complesso e
	burocratico il rapporto tra committenza ed autotrasporto (aprendo il
	settore ad un principio di responsabilità oggettiva).
	Auspichiamo che le risposte che da diverso tempo attendiamo dal
	Ministero dei Trasporti e dalla Direzione Generale, valgano a
	riportare maggiore chiarezza.
- 
         
	- Anche con gli Agenti Marittimi il dialogo e la disponibilità
	non sono mai mancati, ma ciò non basta. Pensiamo sia giunto
	il momento di compiere un ulteriore salto in avanti per sviluppare
	una cultura della qualità dei servizi attraverso una più
	marcata integrazione informatica tra Agenti e Spedizionieri, nel
	rispetto di tempistiche prestabilite.
- 
	
 
	- Pari invito rivolgo ai nostri rappresentanti nazionali, entrambi
	genovesi, Filippo Gallo per Federagenti e Piero Lazzeri per
	Fedespedi: non lasciamoci sfuggire la possibilità di
	individuare congiuntamente soluzioni ai nostri problemi che traccino
	anche nuove prospettive di crescita e sviluppo. 
	
 
	- Qualitativamente sono cresciuti anche il dialogo e la
	collaborazione con i Terminalisti. I problemi non sono finiti ma è
	cambiato il modo di affrontarli, citiamo il caso di VTE. Siamo stati
	fortemente critici in passato, non rinunciamo ad esserlo ancora oggi
	su diversi temi, ma dobbiamo constatare un significativo cambio di
	marcia del management ad aprirsi, finalmente, ad un dialogo franco e
	costruttivo per il superamento delle criticità.
- 
	
 
	- Vi è da parte di Spediporto la convinzione che sia
	necessario costruire nuovi modelli intorno a progetti concreti;
	dobbiamo comprendere quanto dell'attuale stato di cose, in cui si
	trova sprofondato il nostro settore, dipenda dalla crisi e quanto
	invece non sia comunque prodotto di una fragilità progettuale
	già esistente.
- 
	
 
	- Nel corso della nostra Assemblea dell'anno scorso avevamo
	lanciato - anche provocatoriamente - alcune richieste tese a
	rimarcare la necessità di dare concretezza e certezza agli
	operatori. 
	
 
	- In sintesi avevamo chiesto di passare dalle parole ai fatti.
- 
	
 
	- Riconosciamo, ad alcuni mesi di distanza, che le nostre istanze
	hanno trovato in buona parte terreno fertile nel lavoro condotto
	dall'Autorità Portuale di Genova, dal Comitato Portuale e
	dagli uffici tecnici. Alcuni importanti risultati lo evidenziano:
- 
	
 
             
	- le attività di esecuzione ed avvio dei lavori previsti a
	Calata Bettolo con la predisposizione della prima cassa di colmata; 
  
	- il dragaggio condotto a tempi da record per l'approfondimento
	dei fondali del Porto di Genova - realizzati per la prima volta
	nella sua storia; 
  
	- la definizione della concessione del Sesto Modulo del Terminal
	Portuale di Voltri;
  
	- la risoluzione della delicata questione del lavoro portuale; 
  
	- la riorganizzazione strutturale ed organizzativa del Varco di
	San Benigno che ha visto, oltre all'impegno diretto della
	Spediporto, un importante momento di sintesi collaborativa tra
	categorie (Agenti, Terminalisti, Trasportatori) e pubbliche
	amministrazioni; 
  
	- il forte sviluppo impresso ai progetti di telematica portuale
	cresciuti intorno ad E-Port.
  
	- Tutti segni tangibili di una politica portuale che è
	passata ai fatti dopo anni di parole e buoni propositi.
- 
	
 
	- Non ci sentiamo di includere tra gli obiettivi raggiunti la
	soluzione individuata per le manovre ferroviarie. Qui rimarchiamo
	tutte le nostre perplessità ribadendo che la strada
	intrapresa non garantirà né efficienza né
	capacità competitiva al nostro Porto.
- 
	
 
	 
	 
	- La sfida di una nuova cultura dell'aggregazione di
	interessi.
- 
	
 
	- In generale, nel Piano Operativo Triennale rinveniamo le basi di
	un salto qualitativo non solo sotto il profilo operativo e
	programmatico, ma anche culturale ed organizzativo. 
	
 
	- In questo senso riteniamo che la Comunità Portuale nel
	suo insieme abbia dato prova di grande maturità e
	responsabilità. Nel corso dell'ultimo anno è andata
	rafforzandosi una intensa collaborazione tra Associazioni degli
	operatori portuali ed Autorità Portuale.
- 
	
 
	- Il nostro personale auspicio è che a breve questo gruppo
	di lavoro, costituito da Spedizionieri, Agenti e Terminalisti, possa
	arricchirsi del contributo dell'Autotrasporto. 
	
 
	- Le Associazioni si sono fatte per prime portatrici di una
	proposta condivisa, fin dai suoi primi passi, di aggregazione tra
	pubblico e privato per individuare un nuovo modello di
	collaborazione decisionale e di "Governance di sistema",
	sottoscritta ed inviata a Palazzo San Giorgio in data 18 Marzo 2009.
- 
	
 
	- Il favorevole assenso del Comitato Portuale espresso nel Giugno
	dello stesso anno, cui si è sommata l'autorevole
	manifestazione di interesse ad aderirvi dell'Autorità
	Marittima, ci convincono della bontà delle scelte compiute e
	condivise.
- 
	
		| 
			 8  | 
		
			 I tre elementi fondanti di una strategia
			aggregante sono, secondo i teorici JOHN HAGEL - JOHN SEELY BROWN e
			LANG DAVISON : una visone aggregante - una piattaforma aggregante
			- risorse ed azioni aggreganti.  | 
	 
 
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	- La classe imprenditoriale ed i lavoratori, unitamente alle
	Amministrazioni ed agli Enti, devono farsi sostenitori di una nuova
	"strategia aggregante"8 degli interessi
	portuali.
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	- In questa nostra visione troviamo molte affinità con la
	proposta di Global Maritime Community recentemente ripresa da Nicola
	Coccia.
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	- Dobbiamo essere capaci ed impegnarci al fine di mostrare
	all'evidenza pubblica un fatto: l'elemento efficienza all'interno
	della filiera logistica (azienda produttrice - spedizioniere -
	assicuratore - compagnia armatoriale - porto - terminal -
	trasportatore - dogana - banca corrispondente) costituisce un
	elemento strategico e competitivo non solo per il settore
	imprenditoriale italiano ma per l'intera economia del nostro Paese.
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	- Oggi, purtroppo, questo sistema è "disgregato"
	ed ha un bisogno disperato di una strategia aggregante che orienti
	tutti gli attori, prima ancora di costruire piattaforme materiali, a
	condividere piattaforme strategiche di collaborazione, che rendano
	il processo logistico più semplice, coordinato ed anche più
	economico.
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			 I dati indicati, tratti dal Logistic
			Performance Index, sono inseriti all'interno dell'edizione 2010
			del Connecting to Compete - Trade Logistic in The Global Logistic
			pubblicato dall'International Trade Department of World Bank.  | 
	 
 
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	- Nelle ricerche che hanno accompagnato la stesura di questa
	relazione ci siamo imbattuti in un importante studio pubblicato nel
	Febbraio 2010 dall'International Trade Department della WORLD BANK9.
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	- Il Logistic Performance Index è una valutazione delle
	performance logistiche di 155 Paesi attraverso l'elaborazione di ben
	5.000 parametri, che comprendono variabili procedurali, documentali,
	normative e strutturali, e sui quali è stato richiesto di
	esprimersi a ben 1000 tra i più importanti operatori
	logistici internazionali nel corso degli ultimi due anni.
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	- Nella graduatoria stilata, l'Italia compare al 22° posto del
	ranking mondiale - ultima di tutti i Paesi sia europei che
	extra-europei a sistemi logistici avanzati - con la sola eccezione
	della Spagna, che compare al 25° posto.
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	- Tra gli indicatori utilizzati dal Performance Logistic Index
	compaiono, in ordine di importanza: 1) efficienza del processo di
	sdoganamento; 2) tempi e costi delle operazioni portuali; 3)
	affidabilità delle operazioni di importazione ed esportazione
	delle merci rispetto alle esigenze della catena di
	approvvigionamento del mercato; 4) qualità delle
	infrastrutture; 5) qualità delle prestazioni di servizio e
	costi; 6) capacità di monitorare e tracciare la spedizione;
	7) percentuale e frequenza con cui le spedizioni giungono a destino
	nel tempo previsto.
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	- Ebbene, da questa ricerca emerge con evidenza che il nostro
	sistema portuale è gravato certamente da ritardi nelle
	infrastrutture e nei servizi, ma appare penalizzato ancor più
	dall'incidenza dei controlli approfonditi legati alle operazioni di
	importazione ed esportazione delle merci. 
	
 
	 
	 
	- Le procedure doganali quali fattori di performance del
	commercio internazionale.
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	- Pur apprezzando il lavoro e gli sforzi dell'Agenzia delle
	Dogane, soprattutto nel settore della telematica, i dati che
	emergono da un autorevole e certamente indipendente ente di ricerca
	mondiale, dicono che il nostro sistema logistico è
	penalizzato, più di tutti gli altri sistemi portuali nostri
	concorrenti, dai lunghi tempi di attesa e dagli alti costi operativi
	legati alla verifica approfondita della merce.
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	- Su questo punto, che ripetiamo non vuole assurgere a mera
	critica, ma constatazione di un dato di fatto rilevato da
	osservatori internazionali, deve esservi una corale azione del
	sistema portuale nazionale e della classe politica.
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	- Se il ruolo delle dogane, così come più volte
	proclamato dall'Agenzia, è di aiutare lo sviluppo dei
	traffici e del commercio nel rispetto delle leggi, chiediamo alla
	Direzione Generale delle Dogane che finalmente dia concretezza ai
	suoi buoni propositi e passi anche lei dalle parole ai fatti.
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	- La spinta aggregativa, quale espressione di un processo
	decisionale condiviso che ponga a sua base obiettivi comuni di
	crescita e sviluppo, non può prescindere dall'apporto delle
	Amministrazioni dello Stato: Agenzia delle Dogane, Agenzia delle
	Entrate, Istituti di Presidio, Agenzie per l'Ambiente.
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	- Queste Amministrazioni sono, come le imprese private, soggetti
	determinanti per il successo o l'insuccesso di ogni iniziativa. 
	
 
	- La posta in gioco è altissima, ricordiamo come
	"l'industria della logistica", il "Port Business"
	valga circa il 14 per cento del PIL del nostro Paese.
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			 Klaus Schwab, World Economic Forum,
			Svizzera 2009.  | 
	 
 
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	- Siamo convinti che l'apporto delle attività mercantili
	possa essere il motore propulsivo per lo sviluppo non solo del
	nostro Porto ma del Paese intero. Non si può accettare il
	fatto che al recente World Economic Forum di Ginevra, all'interno
	del Global Competitiveness Index 2009-2010, l'Italia compaia al 48°
	posto su 133 Paesi, penalizzata dal 59° posto per le
	infrastrutture e dal 102° posto per la stabilità degli
	indicatori macroeconomici10. La qualità di questo
	Paese, degli operatori e delle imprese merita altre posizioni.
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	- Ciò che ci penalizza è la poca capacità di
	dare concretezza alle parole.
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	- Non è possibile attendere anni per vedere realizzati
	progetti come lo Sportello Unico per cui, a parte i tanti proclami
	ed annunci di una sua imminente realizzazione, nulla si è
	mosso. Le responsabilità di questo immobilismo devono essere
	individuate e superate.
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	- Bene, anzi benissimo, che si sia dato il via finalmente ai
	cantieri del Terzo Valico dopo anni ed anni di promesse. Confidiamo
	che ai progetti infrastrutturali di cui questo Paese ha bisogno, tra
	cui la nostra Gronda, siano dati assoluta priorità ed
	adeguato sostegno economico nei prossimi anni. Noi categorie di
	imprenditori dovremo vigilare.
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	- Laddove manchiamo di determinazione e convinzione dobbiamo
	ammettere le nostre colpe. 
	
 
	- Lo scorso anno venne proposto ed annunciato in occasione della
	nostra Assemblea l'avvio dello studio di fattibilità di un
	importante progetto tra Arpal - Regione Liguria - Autorità
	Portuale e Spediporto, poi inserito nel POT 2010-2012, per la
	realizzazione di un centro di analisi di eccellenza per tutto l'Alto
	Tirreno con sede nel Porto di Genova. 
	
 
	- E' nostra volontà sollecitare con forza la partenza di
	questo progetto perché in esso troviamo una sintesi efficace
	di aggregazione tra pubblico e privato.
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	- Laddove erriamo dobbiamo evitare di perseverare. Nel passato fu
	commesso un errore gravissimo quando si lasciò andare via da
	Genova Costa Crociere, oggi evitiamo di perseverare rischiando di
	perdere MSC.
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	- Nell'aggregazione la nostra idea di Port Business.
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	- Gli elementi su cui costruire una strategia aggregante, almeno
	per il nostro Porto, non possono dunque che essere tre: condividere
	una visione, sviluppare una piattaforma, individuare risorse a
	sostegno delle azioni aggreganti. Proviamo ad individuarle.
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	- La visione aggregante che proponiamo, in grado di
	orientare tutti i partecipanti in una direzione, non può che
	essere quella riassunta all'interno del Piano Operativo
	Triennale. All'interno del POT deve trovare spazio un'idea di
	logistica dei servizi che necessariamente anticipi una logistica
	delle infrastrutture. In attesa di queste è bene costruire
	modelli condivisi di regole che aiutino a sostenere uno sviluppo
	organizzativo omogeneo ed efficiente. Crediamo che il Governo debba
	recuperare ed aggiornare un piano della logistica nazionale facendo
	partecipare alla sua stesura le Associazioni, Federazioni e
	Confederazioni che rappresentano il trasporto e la logistica in
	Italia. Qui vi sono le competenze necessarie alla redazione di un
	documento di tale portata.
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	- L'interesse mostrato recentemente dal mondo economico per alcuni
	progetti infrastrutturali quali il Retroporto, il Bruco e la Piastra
	Logistica del Friuli Venezia Giulia, è un segnale positivo.
	E' certamente importante che il mondo economico ragioni in funzione
	dello sviluppo del settore portuale ed è altresì
	importante che il mondo finanziario abbia iniziato, finalmente, a
	rivolgere la propria attenzione al tema delle infrastrutture.
	L'unica avvertenza è però quella di sviluppare tali
	progettualità non escludendo aprioristicamente nessuno. Il
	rischio è che il progetto di pochi resti sempre e solo tale -
	cioè un progetto - perché ad esso potrebbe opporsi chi
	si sente escluso.
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	- La piattaforma aggregante per un sistema competitivo non
	può prescindere dall'apporto della tecnologia, soprattutto
	informatica. Anche in questo caso i tempi di realizzazione di
	infrastrutture "virtuali" possono essere più celeri
	di quelle fisiche consentendo ad "infrastrutture invariate"
	di mantenere i servizi portuali allineati alle richieste del
	mercato.
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	- Le risorse economiche ed intellettuali a sostegno delle
	azioni aggreganti sono un aspetto ed una componente
	fondamentale. Nulla può costruirsi se non sostenuto da un
	adeguato piano finanziario. La programmazione delle opere portuali
	declinate nel POT 2010-2012, sulla base della riprogrammazione di
	quelle già individuate nel 2009, determina una previsione di
	fabbisogno economico per il nostro Porto pari a 426 milioni di euro.
	A nostro avviso, oneri di questa entità non possono essere
	lasciati sulle spalle delle Autorità Portuali. Qui ci vuole
	un serio impegno della classe politica a garantire per i porti fonti
	di sostegno economico adeguate, tra cui la possibilità di
	reinvestire parte della ricchezza da essi prodotta attraverso il
	gettito IVA e i diritti di confine.
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	- Quale sintesi di quanto fin qui esposto e banco di prova per la
	comunità degli operatori portuali proponiamo un projectwork
	che è anche una sfida. Dimostriamo di essere capaci di
	cavalcare una nuova idea di Port Business che faccia della cultura
	dell'aggregazione l'elemento su cui, per la prima volta, il nostro
	settore arrivi a formulare una proposta di legge unitaria e
	condivisa.
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	- Il nostro obiettivo prioritario è lo snellimento
	burocratico ed amministrativo delle attività di importazione
	ed esportazione delle merci che salvaguardi la legalità ed il
	controllo e si orienti fortemente all'efficienza.
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	- Fondamentale in tale ottica sarà riconoscere alle
	Autorità Portuali un'adeguata autonomia finanziaria ed una
	capacità gestionale strutturata su forti poteri di controllo,
	vigilanza e coordinamento di tutte le attività - sia
	pubbliche che private - gravitanti sul ciclo portuale delle merci.
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	- E' nostra intenzione provarci contando sul supporto di tutti
	coloro che si sentono parte realmente aggregata di questo sistema.
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	- Grazie per l'attenzione e buon prosieguo di lavori.
                                  
	
												 
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