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TRASPORTI
Nel 2024 è cresciuta l'incidenza dei costi di trasporto sull'interscambio delle merci dell'Italia
Rialzo del +2,5% per le esportazioni e del +4,2% per le importazioni (+4,2%)
Roma
6 giugno 2025
Nel 2024 l'incidenza dei costi di trasporto sull'interscambio
delle merci dell'Italia è aumentata in misura marginale per
le esportazioni (+2,5%) e in misura più consistente per le
importazioni (+4,2%) rispetto ai valori più bassi dall'inizio
del secolo toccati nel 2023. Lo rende noto l'ultima indagine della
Banca d'Italia sui trasporti internazionali di merci.
Particolarmente rilevante è stato il rialzo dei costi del
trasporto marittimo containerizzato registrato lo scorso anno a
causa della crescita del valore dei noli conseguente alla modifica
delle rotte determinata dagli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar
Rosso. Per l'Italia - specifica l'indagine - l'aggravio dei costi è
stato rilevante soprattutto dal lato delle importazioni (+43,1%),
mentre più contenuto è stato l'aumento dei costi delle
esportazioni (+12,9%). Il documento precisa che i noli, rilevati
nell'indagine in dollari per container teu e al netto dei servizi
ausiliari, hanno avuto nel 2024 un incremento assai rilevante per i
flussi di importazione (+52,4% in dollari/teu), a fronte di una
sostanziale stabilità per quelli all'esportazione. La
crescita dei noli all'import, iniziata a fine 2023 e concentrata nel
primo trimestre del 2024 , ha riguardato soprattutto le tratte che
prevedono il passaggio per il Mar Rosso, tra cui quelle dalla Cina.
Gli attacchi dei ribelli Houthi hanno determinato il dirottamento,
che ancora si protrae, di larga parte dei traffici verso il Capo di
Buona Speranza, con conseguente incremento dei tempi di navigazione.
Il rialzo dei noli è stato pronunciato nel comparto
container, seppur più contenuto di quello osservato tra la
fine del 2020 e il 2021 quando le strozzature logistiche avevano
interessato diffusamente i porti a livello mondiale con la ripresa
dei traffici dopo la pandemia. L'andamento degli altri fattori di
costo (i servizi ausiliari) e la riduzione dei carichi medi per
container hanno determinato un aumento dei noli complessivi in euro
per tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi, anche in
termini reali rispetto al punto di minimo registrato nel 2023.
Relativamente alle quotazioni del trasporto marittimo di rinfuse
liquide e solide, quelle per le importazioni sono lievemente
diminuite per il settore liquido (-2,7% in dollari/tonnellata), sia
per il petrolio greggio sia per i prodotti chimici (che includono il
gas naturale liquefatto), risentendo del forte calo dei volumi
importati rispetto all'anno precedente. Per le rinfuse solide
(granaglie e minerali) i costi sono invece aumentati; il calo della
domanda è stato meno pronunciato e più rilevanti sono
risultati gli effetti delle tensioni geopolitiche, la guerra in
Ucraina oltre ai problemi di passaggio per il Mar Rosso. I costi
medi (inclusi i servizi ausiliari) per le rinfuse liquide si sono
ridotti anche in termini reali, pur rimanendo elevati nel confronto
storico; per le rinfuse solide si è registrato un incremento
ad un livello di poco inferiore al massimo raggiunto nel 2008.
Nel segmento delle merci convenzionali, nel 2024 i costi medi
per tonnellata, comprensivi dei servizi ausiliari, per il trasporto
di impianti, macchinari e mezzi di trasporto, la categoria più
rilevante del general cargo, sono diminuiti in termini sia nominali,
risentendo della debolezza del ciclo economico, sia reali, scendendo
ai livelli minimi dell'ultimo ventennio. Per “tubi e materiali
metallici” e “prodotti chimici, materiali da
costruzione, prodotti forestali” si è invece avuto un
incremento dei noli, particolarmente pronunciato per questi ultimi.
Nel comparto delle merci ro-ro i costi medi sono complessivamente
diminuiti nel 2024, anche per effetto della crisi del settore
automotive e della minore movimentazione di bisarche. Sulla
riduzione hanno pesato soprattutto i flussi da/per la Francia e il
nord Europa; vi ha contribuito anche la Turchia, il principale Paese
di controparte per tale modalità di trasporto.
Quanto al trasporto stradale, nel 2024 i costi medi stradali per
tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi commerciali sono
rimasti sostanzialmente stabili in termini nominali, in un contesto
di debole andamento della domanda a livello europeo e di costi del
carburante in lieve discesa; restano - precisa l'indagine - su
valori piuttosto elevati nel confronto storico. L'andamento è
stato differenziato in termini geografici: nei Paesi più
rilevanti per entrambi i flussi, Francia e Germania, sono aumentati
intorno al +2%. In termini reali - ossia valutati in rapporto agli
indici dei prezzi alla produzione dei manufatti esportati e
importati, che sono lievemente calati rispetto al 2023 - i costi
medi stradali sono cresciuti moderatamente (tra +1 e +2%). I noli al
netto dei servizi ausiliari sui carichi completi hanno avuto un calo
di circa il -3%, controbilanciato da una moderata riduzione dei
carichi medi e da un incremento dei costi ausiliari, in particolare
quelli di intermediazione e di handling della merce; per i carichi
parziali (groupage) le tariffe sono rimaste mediamente stabili.
Nel 2024 i costi medi a tonnellata del trasporto ferroviario, al
netto della trazione stradale a monte e a valle della modalità
su rotaia, sono nel complesso aumentati, in misura maggiore per
quelli all'esportazione. Il rialzo ha riguardato quasi tutte le aree
geografiche: è stato meno pronunciato per i partner più
rilevanti (Francia e Germania) e più forte per le aree più
lontane, come i Paesi Baltici, il Regno Unito e la Scandinavia.
Distinguendo tra le tipologie di carico, i costi medi sono cresciuti
più nel settore bulk che per i container. La guerra in
Ucraina ha influenzato tali dinamiche, rendendo particolarmente
difficoltoso l'interscambio con la Cina attraverso la cosiddetta
“via della seta”. Anche in termini reali i costi medi
ferroviari sono risaliti per entrambe le direzioni dei flussi.
Nel 2024 i costi medi del trasporto aereo sono aumentati per le
importazioni (+11,2%), sospinti dal forte incremento dei volumi
movimentati, in particolare dalla Cina (+26%), per effetto di una
ricomposizione modale conseguente alle tensioni nel Mar Rosso. Sono
invece calati per le esportazioni (-8,8%), soprattutto per la
riduzione dei noli verso il Nord America, la principale
destinazione. In termini reali, per i costi medi all'importazione si
è arrestato il calo del precedente triennio, mentre per
quelli all'esportazione è proseguita la discesa che li ha
riportati su valori vicini a quelli minimi degli ultimi venti anni.
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