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Filt Cgil, marittimi non possono sostituire chi è qualificato ai salvataggi
Colombo: non può essere l'equipaggio ad assumersi le responsabilità di individuare il porto dove devono essere sbarcate le persone salvate
3 agosto 2018
«I lavoratori marittimi non possono e non devono sostituirsi al personale qualificato ad assistere e mettere in salvo vite umane, soccorse in mare». Lo ha sottolineato il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, riferendosi ad una crisi migratoria che - ha evidenziato - vede coinvolti in prima linea anche gli equipaggi imbarcati sulle navi mercantili».
«Negli ultimi tre anni - ha ricordato il dirigente sindacale - queste navi, anche se non strutturate per dare assistenza alle persone salvate, sono state dirottate 1.755 volte dalle autorità competenti per essere impegnate in diverse centinaia di operazioni Sar, contribuendo a salvare oltre 50mila vite umane. Ultimo caso, il salvataggio effettuato dall'equipaggio del rimorchiatore Asso 28, con i nostri marittimi che, con dedizione encomiabile a supporto delle operazioni di salvataggio, hanno ottemperato alle richieste della guardia costiera libica».
«Non può però essere l'equipaggio - ha concluso Colombo - ad assumersi le responsabilità di individuare il porto dove devono essere sbarcate le persone salvate, perché significherebbe sostituirsi alle autorità nelle valutazioni politiche e giuridiche, in merito anche alla condizione di naufrago».
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