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Chiuso il caso del traghetto "Estonia" che affondò nel 1994
Nel naufragio perirono 852 passeggeri. Non è stata rilevata alcuna azione criminosa o illecito colposo
24 febbraio 1998
25 febbraio 1998
I promotori dell'azione penale relativa al naufragio avvenuto nel 1994 della nave traghetto "Estonia" - affondamento in cui perirono 852 passeggeri - hanno annunciato che non vi sono più elementi sufficienti per accertare le responsabilità del disastro.
La nave si inabissò nel corso di un violento fortunale, dopo l'apertura del portellone di prua, mentre era in navigazione da Tallinn, capitale dell'Estonia, a Stoccolma. Il rapporto ufficiale sull'affondamento, pubblicato nello scorso dicembre, afferma che sono state rilevate imperfezioni e gravi difetti nella progettazione del portellone di prua.
Ma dopo indagini durate tre anni non si è evidentemente riusciti a rilevare neppure qualche indizio di responsabilità. Tanto che Thomas Lindstrand, uno dei promotori dell'azione legale, ha affermato che "non è stato fatto alcun nome, neppure come indiziato, perché non vi sono sospetti di illeciti. Non vi saranno procedimenti di alcun genere e il caso deve considerarsi chiuso".
La decisione verrà accolta male dai parenti delle vittime. I familiari avevano fra l'altro promosso un procedimento civile per ottenere un risarcimento dalla Estline, operatore della nave traghetto, e dal costruttore della nave, il cantiere tedesco Meyer Werft.
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