ASSEMBLEA ANNUALE DELLA
CONFEDERAZIONE ITALIANA ARMATORI
Roma, 7 - 8 maggio 1997
Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri,
Romano Prodi
Intendo rivolgere il mio saluto a questa prestigiosa Assemblea.
L'Italia dell'armamento è ad un punto di svolta: o abbandona
definitivamente quel percorso che l'ha condotta sino ai margini
del settore, oppure rischia di uscirne.
Ci sono infatti dati per ritenere che qualcosa nel mercato stia
cambiando. Per la prima volta, come ha ricordato giustamente il
ministro Burlando, si registrano dati incoraggianti, che vedono
uno spostamento del traffico mondiale verso il Mediterraneo.
E' questo il motivo per cui sono andato a Gioia Tauro, per cui
ho seguito giorno per giorno l'evoluzione della città
di Genova...
Questa è la svolta di cui parlavo: o prendiamo il treno
in corsa o lo perdiamo definitivamente.
Dal dopoguerra, oggi per la prima volta la risposta italiana si
presenta in modo forte, e di questo vi ringrazio. E' stato da
un vostro impulso infatti che è nata la riorganizzazione
del porto di Genova, oltreché dal dramma della sua storia,
per cui da un livello così basso non poteva che riprendersi.
Ma il rilancio è stato forte.
In questi giorni ho parlato con operatori di diversi Paesi, facendo
il "commesso viaggiatore" di questo Mediterraneo che
sta risvegliando un enorme interesse negli industriali tedeschi
dell'automobile, nell'Evergreen.
In quest'ottica, una nuova dinamica del continente europeo è
un dato di fatto. A differenza degli altri operatori del Mediterraneo,
noi possiamo offrire una combinazione transhipment e rotaia
che, ad esempio, Malta e Alessandretta non possono fare e che
Algesiras può fare solo marginalmente.
Con questa carta in mano, il Governo farà il possibile
per proseguire nell'opera di rinnovamento della relativa legislazione
vigente, per adeguarla a quella degli altri Paesi e modernizzarla.
Ma con spirito imprenditoriale voi dovrete buttarvi in questa
grande sfida.
Il Ministro Burlando, nel prosieguo del suo discorso, le decisioni
in merito che il Governo ha già preso e quelle che si accinge
a prendere per portare una "nuova primavera" all'industria
dell'armamento italiano.
Lo dico senza alcuna retorica.
C'è una cantieristica che ha tenuto bene il mercato, che
si è addirittura espansa inserendosi in segmenti assolutamente
nuovi e diversi da quelle degli altri Paesi, tipicamente italiani,
come le grandi navi da crociera, quelle di lusso, e che ha dato
l'esempio di come si rivitalizzano i mercati.
Anche di questo sono orgoglioso: una parte di questo nuovo protagonismo
è stata ricoperta da un'impresa pubblica, che ha avuto
difficoltà maggiori e minori impulsi.
Ci sono quindi i segni di un Paese pronto a risvegliarsi.
Ma un "punto nero" continuo a vedere all'interno del
grande ruolo che può avere l'armamento italiano: il cabotaggio.
Ecco, le regole non sono ancora perfezionate, non è stata
resa conveniente quest'attività economica. Si discute di
piani di trasporto con un'idea residuale del cabotaggio, inteso
ancora come una struttura di vecchio tipo e non già potenzialmente
portante in un Paese come il nostro costruito tra due canali.
Questo è parte dell'attività futura del Governo.
Concludo il mio indirizzo di saluto sottolineando che ora però
si pone il problema di ricostrui re le nostre imprese armatoriali.
Il Governo deve fa re la sua parte perché con l'attuale
quadro norma tivo non è stato possibile fare impresa
in Italia.
Noi riteniamo che sia di nuovo possibile, ma partiamo con notevole
ritardo. Ci confrontiamo ogni giorno con imprese europee 10, 20,
30 volte più grandi. Bisogna stringere alleanze con partner
stranieri, con gli operatori esteri in Italia.
E' il momento di prendere coraggio. Il rilancio del cabotaggio
è indispensabile, perché quando un sistema diventa
"completo" riesce ad assorbire tante energie ed ingenti
risorse.
Questa deve essere la nuova Italia.
Inoltre, i dati forniti dal Ministro Burlando mostrano un fenomeno
inaspettato ma che in realtà rientra nella logica di tutti
i sistemi marittimi: il successo di un porto è quello dei
porti vicini. Non è più "Livorno contro la
Spezia". Quando Livorno registrava un aumento di 10mila containers,
a La Spezia si segnalava un diminuzione corrispondente: era un
gioco a "somma zero". Adesso è la prima volta
nella storia del dopoguerra che il gioco è a "somma
positiva": se sviluppa Cagliari, possono crescere anche Genova
e Gioia Tauro, perché il sistema Mediterraneo ha potenzialità
enormi.
Vi chiedo di "mettere alla frusta", quotidianamente,
il Governo, ma vi chiedo anche di avere quella stessa grande capacità
di invenzione che l'armamento italiano ha avuto in tanti secoli
della sua storia.
Grazie.