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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 9/98 - SETTEMBRE 1998 |
Leasing
Il mercato del noleggio di contenitori: un Paradiso perduto?
"Non è il Nirvana in cui ci trovavamo negli anni
'80". Sono parole di Steve Brocato, presidente e dirigente
esecutivo in capo della britannica Cronos Containers, parlando
dei rischi che connotano l'essere una società di noleggio
containers alla fine degli anni '90. Spiega ancora Brocato: "E'
un mercato completamente diverso da quello di prima. E' anche
un mercato pericoloso, dal momento che se non si è oculati
nella gestione si può anche soccombere". La Cronos
è riuscita a sopravvivere, ma il 1997 è stata senza
dubbio un'annata che preferirebbe dimenticare.
Lo stesso vale anche per la maggior parte delle altre società
di noleggio. In termini di attività, il 1996 ed il 1997
sono state annate assai scarse. Le tariffe sono calate sempre
di più. Quelle medie giornaliere sono scese quasi del 30%
e ne hanno subito le conseguenze in modo pesante sia il settore
del noleggio a termine che quello del master (un tipo di noleggio
flessibile a valore aggiunto in cui i servizi aggiuntivi come
il riposizionamento spettano al noleggiatore). In certe località
i contenitori si sono accumulati in enormi pile ed i tassi di
utilizzazione sono calati in misura significativa ad una media
dell'80% circa. Dal momento che i prezzi dei containers nuovi
nel 1996 ed all'inizio del 1997 sono scesi al loro livello più
basso mai raggiunto, le linee di navigazione hanno ingrandito
le proprie flotte e di conseguenza la quota di mercato.
Brocato della Cronos ha commentato: "Tutte quante le società
di noleggio hanno fatto baldoria e comprato. Poi i vettori hanno
fatto lo stesso quando i tassi di interesse erano bassi. A causa
di ciò, il noleggio master è diventato caro e questo
ha comportato serie conseguenze per la Cronos". La società
gestisce una flotta di cui almeno il 75% è in noleggio
master, mentre più del 75% del suo noleggio avviene in
Asia.
In cima a tutto ciò, bisogna aggiungere anche quello che
è stato moderatamente descritto da un dirigente di società
di noleggio come "un atteggiamento assai competitivo nel
settore del noleggio master, in particolar modo da parte di alcuni
nuovi soggetti. Infatti - ha aggiunto - se non fosse stato per
la Gateway Container Corp e la Capital Lease, questa sarebbe stata
un'annata ragionevole".
Se si vuole andarci piano, l'atteggiamento della Gateway e della
Capital non è stato predatorio, ma semplicemente rifletteva
la situazione in cui si trovavano. Nella loro condizione di società
da poco costituite, esse sono state in grado di applicare sin
dal primo giorno tariffe di noleggio concorrenziali sui loro contenitori
appena acquistati, dal momento che non erano gravate dai vecchi
contenitori ad alto costo acquistati prima del 1996.
Alla metà del 1997 la situazione nel settore era così
brutta che i noleggiatori affermavano che era "come cadere
in un buco nero".
La situazione, peraltro, è migliorata clamorosamente nella
seconda metà del 1997 e ha continuato a farlo nel 1998.
L'ingresso della Gateway Container e della Capital nel mercato
ha dato impulso alla quota di mercato e le compagnie di navigazione
di linea hanno smesso di acquistare contenitori per cominciare
a noleggiarli. Alla fine, il 60% dei nuovi acquisti è stato
effettuato dalle società di noleggio ed il 40% dai vettori,
laddove nel 1996 si era verificato il contrario.
Anche le tariffe hanno mostrato segnali di una possibile ripresa
ed Andrew Foxcroft, riconosciuto esperto del settore e redattore
consulente di Containerisation International, ha dichiarato
nel contesto dell'ultima Analisi di mercato di Containerisation
International - Il mercato del noleggio di contenitori 1998:
"Le tariffe relative all'equipaggiamento da 20 piedi hanno
tirato su il noleggio master, precipitato da una media giornaliera
di 1,65 dollari USA nel suo momento migliore - 1995 - ad appena
1,20 dollari nel corso della seconda metà del 1997. I corrispondenti
prezzi applicati al noleggio a termine sono calati da circa 1,30
dollari al giorno nel 1995 a meno di 0,90 dollari alla fine del
1997. I livelli tariffari conseguiti per entrambi i tipi di noleggio
si sono per lo più stabilizzati all'inizio di quest'anno,
ma devono ancora riguadagnare molto terreno".
Il presidente e dirigente esecutivo in capo della Textainer,
James Hoelter, conferma: "Le tariffe non si sono ancora riprese.
Pensiamo che ciò possa avvenire, ma non sappiamo quando.
La cosa più incoraggiante è che finora non si sono
visti altri tagli tariffari".
Quindi, cosa c'è dietro questo ritorno alla buona sorte
e, ancora, il Paradiso degli anni '80 può essere riottenuto?
Fred Gutterson, presidente della Xtra International, con sede
a San Francisco, ha dichiarato: "Senza dubbio, il fattore
principale è stato il cambiamento degli equilibri commerciali.
Il bilancio degli scambi a favore del transpacifico era stata
una delle cause del calo nel 1996. Il fatto che il transpacifico
fosse il traffico principale aveva avuto un forte impatto sul
settore. Una volta ottenuto quasi il pareggio, la mossa successiva
per il settore del noleggio doveva essere quella di ridurre notevolmente
le esigenze di equipaggiamento e, quindi, più o meno 1
milione di TEU sono divenuti sacrificabili".
Robert Ward, presidente e dirigente esecutivo in capo della GE
SeaCo, pur ammettendo l'importanza della crisi asiatica, ritiene
che i prezzi dei nuovi contenitori siano (e possano continuare
ad essere in futuro) i principali fattori che determinano le tariffe:
"Le tariffe (nel settore del noleggio master) sono in primo
luogo una funzione del costo dei contenitori nuovi. I prezzi sono
aumentati in Cina e quindi l'attività non è stata
poi tanto vivace, il che a sua volta ha comportato l'effetto di
stabilizzare le tariffe".
Le difficoltà nel settore del noleggio hanno comprensibilmente
indotto le imprese ad adeguare il proprio approccio al mercato.
Il risultato principale derivatone è stato il repentino
aumento del numero di fusioni, viste dai più come il miglior
modo per conseguire economie di scala e ridurre i costi. Alla
metà dello scorso mese di giugno, sono stati dati tre importanti
annunci. La Interpool, con sede a Princeton, nel New Jersey (U.S.A.),
ed il presidente della Container Applications, Hiromitsu Ogawa,
hanno annunciato di avere acquistato ciascuno una quota del 50%
della CAI (Container Applications Inc) dalla Mitsui & Co.
La Textainer, con sede a San Francisco, ha rilevato la gestione
della PrimeSource Holdings e - in quello che è stato l'accordo
di dimensioni più rilevanti - la GE Capital, che possedeva
la Genstar, e la Sea Containers hanno annunciato la costituzione
di un'associazione commerciale al 50%, denominata GE SeaCo.
Queste fusioni - e nel settore si ritiene che non saranno le
sole nel 1998 - hanno avuto l'effetto di portare alla creazione
di un numero minore di società e però di maggiori
dimensioni in un mercato già piccolo. Quello che ne risulta
è un sistema imprenditoriale strutturato su tre livelli,
ciascuno con la propria strategia (v. Tabella 1).
TABELLA 1 |
LE PRINCIPALI 10 SOCIETÀ DI NOLEGGIO - AVVENIMENTI NELLE FLOTTE
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Società | Flotta operativa
(dimensioni in
migliaia di TEU)
| Nuovi acquisti
in programma nel 1998
(in migliaia di TEU)
|
Transamerica | 1160 | 20
|
GE-SeaCo | 1130 | 40
|
Interpool/CAI 2 | 695 |
125 |
Textainer | 570 | 105
|
Triton | 510 | 80
|
Florens Container Corp 1 | 495
| 40 |
Cronos Group | 385 | 40
|
Xtra | 254 | 30
|
Gateway Container Corp | 175
| 105 |
Capital Lease | 120 | 80
|
Altri | 446 | 70
|
Vari - Noleggio finanziario 3 | 850
| n.d. |
Totale - Noleggio operativo | 5550
| 730 |
Totale complessivo | 6790 |
730 |
Note:
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CAI = Container Applications Inc; 1 = il totale della Florens comprende contenitori noleggiati a termine alla Cosco Container Lines (sebbene siano stati conteggiati come noleggio finanziario e non operativo); 2 = il totale della Interpool comprende alcuni containers in noleggio finanziario nell'ambito della sua flotta operativa; 3 = comprende tutti gli altri containers finanziati separatamente da affermate imprese di noleggio nel settore trasportistico.
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Fonte: Analisi di mercato di Containerisation International - Mercato del noleggio di contenitori 1998.
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Gutterson ha espresso chiaramente come secondo lui il settore
dovrebbe svilupparsi: "Le fusioni costituiscono la direzione
che il settore ha preso e, alla fine della giornata, vi saranno
poche imprese su larga scala, una manciata di piccole attività
specializzate e - tra questi due tipi - non molte altre. Noi abbiamo
mirato decisamente alla partecipazione a consolidamenti e fusioni
ed abbiamo cercato di fare le scelte più giuste. Certamente,
ci piacerebbe se potessimo portare a termine tutto quanto entro
quest'anno".
Non tutti, peraltro, ritengono che non vi sia spazio per gli
operatori di medie dimensioni. Hoelter della Textainer ha dichiarato:
"Strategicamente, miriamo ad una crescita organica. Noi non
ci opponiamo per partito preso ad una fusione o ad una acquisizione,
ma non ne abbiamo proprio trovato una che facesse al caso nostro.
Non siamo un'azienda di grandi dimensioni ma riteniamo di poter
rimanere sul mercato senza procedere ad acquisizioni". La
strategia della Textainer è perciò quella di acquistare
ed espandersi in modo programmato. "Siamo quasi l'unica società
di noleggio che non ordina contenitori a sbalzi" ha detto
Hoelter. "Noi abbiamo costantemente ampliato la nostra flotta
al ritmo di circa 60.000 TEU all'anno e continueremo a farlo".
Brocato della Cronos è d'accordo: "Al momento attuale,
non vorrei essere grosso come la GE SeaCo o la Transamerica. I
nostri obiettivi nella vita sono diversi".
Com'era prevedibile, in cima alla classifica dei noleggiatori
stanno le due ditte più grandi, la Transamerica e la GE
SeaCo, che controllano il 40% circa di tutti i containers in noleggio
operativo; entrambe le società hanno in mente un periodo
di consolidamento. Al secondo livello si attestano quattro società
nella fascia dei 500.000-600.000 TEU. Si tratta della associazione
CAI/Interpool, della Textainer, della Triton Container International
e della Florens Container Corp, le quali tutte quante hanno effettuato
notevoli acquisti per le proprie flotte nel 1998. Al di sotto
di loro, esiste un gruppo di società più piccole,
guidate dalla Cronos e comprendenti la Xtra International, la
Gateway Container Corp, la Capital Lease, la Gold Container, la
Catu Container e la Amficon Container Leasing.
La decisione della Transamerica di consolidare la propria flotta
è stato il risultato di ciò che Tim Britton, vice
presidente anziano e dirigente operativo in capo della sua divisione
contenitori marittimi, descrive come "diseconomie di obiettivo
piuttosto che di scala".
"Noi avevamo la scala giusta ma non si riuscivano a conseguire
vantaggi. Il nostro modello era quello di fare qualsiasi cosa
pur di aiutare il cliente; era diventato davvero una specie di
mantra. Tutto molto bello, certo, ma il problema era che eravamo
divenuti così grossi che era diventato difficile stare
nei costi. Poi, alla fine dell'anno scorso, abbiamo avuto un brusco
risveglio quando ci siamo accorti che il noleggio master era in
perdita. Il nuovo mantra è quindi diventato: qualsiasi
cosa per il cliente, ma non ad ogni costo" afferma Britton.
E' stata perciò presa la decisione, all'inizio del 1998,
di procedere ad una revisione completa dell'organizzazione. Ciò
ha indotto la Transamerica a "concentrarsi" sull'attività
primaria, istituendo cinque nuove unità operative (contenitori
marittimi, semirimorchi europei, contenitori cisterna, prodotti
interni nordamericani e finanziamenti strutturati). Britton ha
altresì preso la decisione di avviarsi verso un periodo
di ridimensionamento. Quest'anno la Transamerica dismetterà
80.000 unità che vanno ad aggiungersi alle 40.000 vendute
alla fine del 1997. Verranno effettuati investimenti in nuovo
equipaggiamento e Britton al riguardo ha dichiarato che la società
spenderà quest'anno 150 milioni di dollari USA, per lo
più in unità da 40 piedi.
Quanto agli acquisti della GE SeaCo - e Ward ha stimato che la
società nel 1998 potrebbe spendere 150 milioni di dollari
in nuove unità - essi avverranno nel settore dei 40 piedi
o degli speciali e non in quello dei contenitori da 20 piedi.
Ward ha dichiarato con semplicità: "Non stiamo comprando
unità da 20 piedi perché sono in via di estinzione.
Noi acquistiamo ciò che riteniamo di poter noleggiare e
noleggiare con profitto". Ward non è neanche interessato
alla competizione in alcuna corsa alle acquisizioni di flotte.
"Vorrei che fosse assolutamente chiara una cosa" afferma.
"Non abbiamo alcuna voglia di essere il noleggiatore più
grosso. Il fatto di avere dimensioni paragonabili a quelle della
Transamerica per noi è irrilevante", aggiungendo poi
che la concorrenza ha già danneggiato il settore. Commenta
Ward: "Francamente, sono stati effettuati acquisti giusto
per il gusto di comprare".
La fusione, ha dichiarato Ward, è stata posta in essere
perché aveva senso per entrambe le parti, ma ha ammesso:
"C'è sempre un minimo di logica quando avvengono questi
accordi. Abbiamo cercato la GE quale nostro socio e sentivamo
che questo era il momento giusto e che il prezzo era corretto".
La Ge SeaCo viene in effetti amministrata dal personale già
in forza alla Sea Containers e che utilizza per lo più
i sistemi della medesima società, ma vi sono settori in
cui ci si servirà della tecnologia della Genstar. "L'informatica-telematica
rappresenta il futuro del nostro settore e noi abbiamo la necessità
di avere il coltello dalla parte del manico" ha commentato
Ward.
Sulla scia della GE e della Sea Containers, la proposta fusione
della Interpool con la CAI aveva assolutamente senso per tutte
e due le parti ed era strutturata sulle capacità informatico-telematiche.
La Interpool era forte sul noleggio a lungo termine, tanto da
raggiungere livelli di utilizzazione pari al 97%, mentre la CAI
era maggiormente impegnata sul lato del noleggio master, gestendo
altresì sistemi avanzati. Martin Tuchmann, presidente e
dirigente in capo della Interpool, ha dichiarato: "Siamo
lieti di unire le nostre forze a quelle della CAI, la cui flotta
containerizzata è tra le più recenti del settore
ed è gestita mediante uno dei sistemi operativi informatici
più avanzati del mondo". Prevedibilmente la fusione
comporterà altresì economie di scala; Ogawa, presidente
della CAI, ha dichiarato: "Riteniamo che le flotte containerizzate
combinate di 650.000 TEU metteranno in grado la CAI e la Interpool
di aumentare le capacità concorrenziali e di assicurare
ai loro clienti un servizio a livello mondiale più esteso
e flessibile".
Tutto bene, ma che cosa accadrebbe nel caso in cui le fusioni
non avvenissero o le acquisizioni non potessero effettuarsi? A
proposito della Interpool in precedenza si era detto che era in
trattative per una fusione con la Cronos Containers. Quest'ultima
società, peraltro, in quel momento (febbraio 1997) cominciò
ad avere problemi di natura finanziaria molto pubblicizzati. Commenta
Brocato: "Sì, abbiamo problemi ma siamo sopravvissuti
grazie alle eccellenti relazioni da tempo stabilite. Non abbiamo
perso una virgola dell'attività a causa di azioni concrete
o dicerie".
Il messaggio è semplice e potrebbe essere supportato dai
risultati della società nel 1997, attesi alla fine del
1998. Il fatto è che la Cronos - a prescindere dai problemi
documentati - "opera bene".
Sfortunatamente per la Cronos, le acquisizioni di altre società,
come pure di containers, non sono possibili a causa del rimborso
in atto dei mutui stipulati con una delle sue banche investitrici.
Brocato, tuttavia, sperava di poter annunciare per luglio un accordo
che potrebbe una volta di più condurre ad un'espansione
della società. Ha dichiarato infatti: "Potremmo essere
interessati ad acquisizioni o fusioni ma onestamente i prezzi
sul mercato al momento sono molto alti".
Quanto ai contenitori, Brocato spera di comprarne alla fine di
quest'anno e ha affermato che nel caso sia possibile la Cronos
acquisterà 30.000 unità per lo più di tipo
speciale e sicuramente non del tipo alto 8 piedi e 6 pollici:
"Penso che nessuno costruirà più contenitori
di quella altezza. Saranno tutti high cubes: questo è ciò
che vogliono i clienti".
Oltre alle fusioni, quali sono le altre strategie che i noleggiatori
seguono nella propria attività? Le risposte sono varie.
Hoelter della Textainer ha dichiarato: "Noi cerchiamo di
farci trovare pronti e reattivi. E' la nostra specialità".
L'informatica-telematica è tenuta in grande considerazione
da Ward, Brocato, Hoelter e Gutterson. Anche la concentrazione
sulle attività primarie è importante. Se le fusioni
e l'adeguamento al nuovo mercato costituiscano la corretta strategia
a lungo termine, è difficile prevederlo. Nel prossimo paio
d'anni questo approccio potrà certamente aiutare i noleggiatori
a riprendersi dalle brutte annate del 1996 e del 1997 ed a incrementare
i profitti. Tuttavia, resta da vedere se i noleggiatori riusciranno
a tornare definitivamente alla situazione dei bei vecchi tempi.
(da: Containerisation International, luglio 1998)
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