
Fresco di nomina a commissario straordinario dell'Autorità
di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
(
del
10
giugno 2025), Antonio Gurrieri non ha neppure atteso che si
completi l'iter parlamentare per l'ufficializzazione della sua
nomina a presidente dell'ente per procedere al siluramento del
segretario generale facente funzioni dell'AdSP, Vittorio
Torbianelli, a sua volta di freschissima nomina e già
commissario straordinario dell'ente nominato dallo stesso ministro
che ha nominato Gurrieri: Matteo Salvini.
«Quello che sta accadendo sul porto di Trieste - ha
denunciato in una nota il consigliere regionale Francesco Russo (Pd)
commentando la decisione di Gurrieri - è un gioco penoso
portato avanti da una Destra incredibilmente arrogante e attaccata a
poltrone e potere. A questo punto vorremmo sapere quale ruolo ha il
presidente Fedriga, se fosse al corrente del colpo di mano di FdI
oppure abbia scientemente barattato l'autonomia e la qualità
delle scelte per il territorio, a favore dei propri interessi, ossia
liberarsi degli ostacoli per il terzo mandato. Sostituire un
segretario generale dopo appena una settimana dalla sua nomina
soltanto perché sembra che in quella casella Fratelli
d'Italia pretenda un suo rappresentante toglie credibilità
nazionale e internazionale a uno scalo che faticosamente Zeno
D'Agostino aveva riportato al centro della scena».
«È uno squallido gioco di potere - prosegue la nota
di Russo - che si svolge mentre nello scorso mese di maggio, il
totale teu movimentato dal porto di Trieste è calato del
45,40% rispetto al dato di un anno prima, con un dato ancora più
preoccupante in Molo VII che scende addirittura del 63,77%. Se nel
frattempo il porto di Fiume cresce del 16% nel primo trimestre 2025,
forse chi governa a Roma e in Regione ci eviterà la scusa
della congiuntura internazionale e qualche esponente di Centrodestra
sarà costretto a prendersi la responsabilità di uno
stallo ormai inaccettabile. Chi è che tiene ferma l'economia
di questa città e questa regione? Lo scalo triestino è
in regime commissariale da più di un anno per colpa delle
liti romane fra Salvini e il partito di Meloni, e quando finalmente
sembrava aver trovato un punto di equilibrio, arriva l'imposizione
di una marcia indietro, con le deleghe distribuite fra i dirigenti,
in attesa di una nomina (non importa chi, l'importante è che
sia targata FdI) che potrebbe arrivare fra chissà quanti
mesi. Davanti a questa vergogna che preoccupa gli operatori e gli
imprenditori cosa dice il sindaco Dipiazza? Ci aspettiamo che
rivolga ai suoi alleati le accuse di 'bloccare la città'
(questa volta davvero) che negli ultimi giorni ha ridicolmente
rivolto ai cittadini contrari all'Ovovia».