
Oggi il Consiglio dell'Unione Europea, sotto la presidenza
polacca, ha approvato un parziale mandato per negoziare una riforma
radicale del codice doganale dell'UE con lo scopo di fornire alle
autorità doganali dell'Unione strumenti idonei ad affrontare
nuovi scenari quali l'enorme aumento dei volumi degli scambi, in
particolare nel segmento del commercio elettronico. L'accordo
odierno consente l'avvio di negoziati interistituzionali con il
Parlamento europeo su temi chiave della riforma, tra cui
l'istituzione di una nuova agenzia decentrata per le dogane - l'EU
Customs Authority - che sosterrà e coordinerà le
attività di gestione del rischio delle autorità
doganali nazionali e gestirà il centro dati doganale dell'UE;
la creazione di un hub online unico a livello UE di dati doganali -
l'EU Customs Data Hub -, ovvero un'unica piattaforma informatica
centrale per interagire con le dogane e rafforzare l'integrità
dei dati, la tracciabilità e i controlli doganali;
l'introduzione di semplificazioni doganali avanzate per gli
operatori più affidabili; lo sviluppo di un approccio più
moderno all'e-commerce, adattato alle realtà di uno scenario
in rapida evoluzione.
«Di fronte alle crescenti sfide e alle tendenze globali -
ha commentato Andrzej Domański, ministro delle finanze polacco
- le dogane dell'UE necessitano urgentemente di strumenti moderni
per proteggere il nostro mercato unico. L'accordo odierno
rappresenta un passo fondamentale verso un quadro normativo a prova
di futuro che consenta alle nostre autorità di agire
all'unisono».
CLECAT, l'associazione europea che rappresenta le imprese di
spedizioni internazionali e le agenzie doganali, ha accolto con
favore il mandato concordato oggi dal Consiglio dell'UE,
congratulandosi con la presidenza polacca e gli Stati membri per gli
sforzi compiuti negli ultimi due anni per raggiungere un consenso
che consenta l'avvio dei negoziati con il Parlamento europeo e la
Commissione Europea. Tuttavia, l'associazione ha manifestato
preoccupazione per la persistenza nel testo del concetto di “Single
Liable Person” che - ha rilevato CLECAT - potrebbe comportare
la responsabilità degli intermediari doganali per obblighi al
di fuori del loro controllo.
In particolare - ha specificato l'associazione - la proposta
prevede ancora che l'agente doganale, in caso di rappresentanza
indiretta quando agisce in nome proprio per conto dell'importatore,
sia designato come importatore e ritenuto responsabile per gli
obblighi di conformità non fiscali, come la sicurezza dei
prodotti, i vincoli di natura ambientale e l'etichettatura, anche
per i prodotti non destinati al mercato dell'UE. CLECAT ha ricordato
che la maggior parte degli agenti doganali non ha accesso ai dati
necessari per verificare il rispetto di tali obblighi, in quanto non
possiede le merci, e ciò rischia di escludere intermediari
responsabili ed esperti dalla fornitura di servizi nell'ambito della
riforma dato che non accetterebbero un'esposizione legale illimitata
per azioni e dati al di fuori del loro controllo.
«Un'efficace facilitazione degli scambi - ha denunciato
l'associazione europea degli spedizionieri - non può essere
ottenuta scaricando oneri ingestibili sugli intermediari che
agiscono semplicemente per conto dei clienti». CLECAT ha
sottolineato che, pertanto, «l'assenza di garanzie giuridiche
per i rappresentanti doganali che operano in regime di
rappresentanza indiretta, nonostante un notevole aumento della
responsabilità, rimane una grave lacuna nella posizione del
Consiglio». CLECAT ha specificato di continuare a sostenere
una soluzione che rifletta piuttosto la realtà operativa, con
la responsabilità del rispetto delle normative non fiscali
che dovrebbe ricadere su coloro che controllano le merci e hanno la
capacità di garantire tale rispetto, e non
sull'intermediario.
CLECAT ha quindi invitato il Parlamento europeo e la prossima
presidenza danese del Consiglio dell'Unione Europea «a
prendere in considerazione una soluzione più equilibrata che
si allinei alle realtà del commercio e della logistica
dell'UE, tuteli gli intermediari legittimi ed eviti conseguenze
indesiderate che potrebbero indebolire la competitività
dell'UE».