
SEA Europe, l'associazione europea che rappresenta i cantieri
navali e i produttori di attrezzature per il settore marittimo, ha
espresso profonda delusione per il fatto che la nuova strategia per
la sicurezza economica presentata ieri dalla Commissione Europea
«non vada oltre osservazioni ben note e non fornisca soluzioni
attuabili per settori industriali strategici come l'industria
manifatturiera marittima». L'associazione ha rilevato che se
da oltre tre anni le tensioni geopolitiche e le perturbazioni
economiche che colpiscono i mercati globali sono evidenti e che i
rischi evidenziati nel documento della Commissione, che vanno dalle
dipendenze strategiche alle distorsioni del mercato indotte dallo
Stato, sono stati a lungo riconosciuti e ripetutamente documentati
e, relativamente alla cantieristica navale, sono ampiamente noti da
quasi quattro decenni, «tuttavia, questa nuova comunicazione
si limita a ribadire le preoccupazioni note senza affrontare le loro
implicazioni concrete per la base industriale europea».
In particolare, SEA Europe ha manifestato delusione per il fatto
che, sebbene la nuova strategia faccia riferimento ai rischi che
interessano anche la cantieristica navale, in particolare
relativamente alle politiche e alle pratiche non di mercato adottata
da paesi terzi che portano a distorsioni nei mercati globali e
regionali, non offre misure mirate né proposte concrete per
ripristinare una concorrenza leale, né strumenti di difesa
commerciale per mitigare l'impatto dell'interventismo statale di
paesi terzi sulle industrie strategiche europee. «Per quanto
riguarda la cantieristica navale, in particolare - ha spiegato
l'associazione - ancora una volta la Commissione Europea non riesce
ad offrire una soluzione all'annoso e noto divario relativo alla
difesa delle pratiche commerciali del settore, né tenta in
alcun modo di rendere applicabile il regolamento europeo 2016/1035
sulla protezione contro le pratiche di prezzi pregiudizievoli nella
vendita di navi. Questo strumento di difesa commerciale - ha
ricordato SEA Europe - è stato concepito per affrontare le
specificità del settore cantieristico imponendo un'imposta ai
costruttori stranieri di navi vendute a prezzi pregiudizievoli,
causando un danno all'industria cantieristica europea. Ciononostante
- ha denunciato l'associazione - questo regolamento è
attualmente inefficace, in quanto la sua entrata in vigore è
subordinata alla ratifica dell'accordo OCSE sulla costruzione navale
del 1994. Questo palese fallimento è particolarmente
preoccupante, dato che la Commissione Europea stessa ha riconosciuto
la cantieristica navale e la produzione di attrezzature marittime
come un ecosistema strategico per la resilienza, la competitività
e la sicurezza dell'Europa. Inoltre, la Commissione Europea sta
attualmente elaborando una nuova strategia industriale marittima
volta a rafforzare la competitività del settore».
«Ignorare
la dimensione del commercio internazionale e le minacce concrete che
l'industria manifatturiera marittima deve affrontare - ha
evidenziato ancora SEA Europe - rischia di compromettere l'efficacia
di tale futura strategia. La filiera industriale marittima europea
svolge un ruolo fondamentale nella difesa, nella transizione
energetica, nella sicurezza dei trasporti, nell'economia blu e nella
leadership tecnologica. Non affrontare le distorsioni esterne e le
pratiche sleali non solo compromette la competitività
industriale, ma la stessa economia marittima. Indebolisce la
capacità dell'Europa di salvaguardare la propria autonomia
strategica».
«Per queste ragioni - ha spiegato il
segretario generale dell'associazione, Christophe Tytgat - SEA
Europe ritiene che l'odierna “Economic Security Doctrine”
non sia all'altezza di quanto richiesto dall'attuale contesto
geopolitico. Invece di offrire una risposta solida alle sfide
strutturali che il nostro settore si trova ad affrontare, il
documento rischia di trasformarsi in una dottrina
dell'autocompiacimento economico, una strategia che riconosce i
pericoli ma non agisce di conseguenza».
SEA Europe ha quindi invitato la Commissione Europea ad
assicurare che la prossima Strategia Industriale Marittima includa
misure forti e concrete in ambito commerciale per ripristinare
condizioni di parità e proteggere la capacità
dell'Europa di competere, innovare e prosperare in un mercato
globale sempre più distorto. In particolare, SEA Europe ha
ribadito la sua richiesta di istituire un Ufficio per la Sicurezza
Economica Marittima dell'UE all'interno della Commissione Europea
per monitorare i rischi economici strategici e le minacce alla
resilienza della catena di approvvigionamento nel settore marittimo,
incluso il monitoraggio degli sviluppi nei mercati globali della
cantieristica navale.