
La presenza nel porto di Piombino del rigassificatore
Italis
LNG è andata a beneficio del cluster portuale, ma la sua
permanenza, prevista sino a luglio 2026 in base alle autorizzazioni
attualmente in vigore, può ostacolare il rilancio del locale
polo siderugico previsto dall'accordo di programma siglato a luglio
da firmata da Metinvest Adria, dai ministeri delle Imprese e del
Made in Italy, delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell'Ambiente e
della Sicurezza Energetica e del Lavoro e delle Politiche Sociali, e
da Regione Toscana, Comune di Piombino e altre istituzioni locali.
Lo ha affermato il presidente dell'Autorità di Sistema
Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Davide Gariglio,
intervenendo oggi presso il consiglio comunale di Piombino al
dibattito sul futuro della nave rigassificatrice: «l'AdSP e il
cluster portuale - ha spiegato Gariglio - hanno beneficiato in
questi anni della presenza della
Italis LNG, sia pure in un
contesto di sofferenza per lo sviluppo di alcune delle attività
portuali, come quelle di PIM. Occorre però sapere se e per
quanto tempo l'
Italis LNG rimarrà in porto perché
tali informazioni hanno ricadute evidenti su tempi e modalità
di realizzazione degli interventi collegati ai progetti di sviluppo
del polo siderurgico».
In particolare, Gariglio ha ricordato che se da una parte la
sovrapposizione delle attività di rigassificazione con quelle
navalmeccaniche di Piombino Industrie Marittime (PIM) ha limitato
fortemente le prospettive di sviluppo di quest'ultima, che è
una joint venture fra il gruppo livornese Neri e quello genovese San
Giorgio del Porto e che è stata costretta a fare a meno della
banchina est per il completamento delle attività di
costruzione delle navi, dall'altra ha fatto presente come l'AdSP e
il cluster portuale abbiano beneficiato non poco della presenza del
rigassificatore, anche e soprattutto in termini economici. A tal
proposito il presidente dell'ente portuale ha rimarcato come l'AdSP
incassi ogni anno 590mila euro di canone dalla Snam. Non solo, nel
2024 e nel 2025 i carichi di gas naturale liquefatto collegati
all'approdo delle navi metaniere nel porto di Piombino hanno
fruttato alla port authority rispettivamente 2,18 milioni e 1,8
milioni di euro di diritti marittimi (tasse sulle merci), mentre le
tasse di ancoraggio hanno fruttato nei due anni presi a riferimento
1,4 e 1,032 milioni di euro.
Anche i servizi tecnico-nautici, che hanno consentito al
terminal di operare in piena operatività e nel rispetto della
più assoluta sicurezza - ha aggiunto Gariglio - hanno
generato un fatturato notevole: nel 2024 e 2025 (sino ad ottobre) le
attività di ormeggio relativamente alle navi che si accostano
al rigassificatore sono ammontate rispettivamente a 805mila e
736mila euro, mentre per i piloti il fatturato introitato
esclusivamente per i servizi del rigassificatore è stato nei
due anni di 727mila e 690mila euro. La flotta di rimorchiatori
dedicata alle attività della Italis LNG, che è
stata aumentata di due unità (da due a quattro), ha invece
introitato dieci milioni di euro nel 2024 e 8,8 milioni nel 2025.
Per il futuro ci sono però, secondo Gariglio, degli
interrogativi da affrontare. Il primo dei quali fa riferimento al
destino della banchina utilizzata oggi da SNAM: secondo quanto
previsto infatti dall'art.13 comma 5 del decreto-legge 50/2022, gli
impianti presenti sulla banchina devono essere preservati anche in
caso di trasferimento della Italis LNG. Si tratta quindi di
un'area strategica che non potrà comunque essere più
utilizzata per le esigenze di sviluppo del porto.
Il presidente dell'ente portuale ha ricordato come sul
territorio piombinese insistano oggi importanti interventi che
riguardano l'area siderurgica di Piombino. Il riferimento è
appunto all'accordo di programma firmato lo scorso luglio e alla
rivisitazione dell'accordo con il gruppo siderurgico indiano JSW.
«Tali accordi - ha spiegato - dovrebbero preludere ad un
rilancio pesante dell'attività produttiva del territorio e,
di conseguenza, favorire un incremento delle attività
portuali, per le quali tuttavia occorrono spazi e infrastrutture
idonee». Gariglio ha reso noto di aver avviato a tal fine un
confronto con il governo per parlare dei necessari interventi di
infrastrutturazione presenti nel Piano Regolatore Portuale che
prevedono il restringimento della Darsena, la creazione di una
banchina ovest e la possibilità di usare nuovi piazzali. Sono
interventi - ha specificato - per avviare i quali mancherebbe ad
oggi a livello autorizzativo un decreto ministeriale tra Ministero
delle Infrastrutture e Ministero dell'Ambiente per il nulla osta
alle collegate attività di dragaggio. «Confidiamo - ha
aggiunto Gariglio - di ricevere l'autorizzazione entro il prossimo
mese», chiarendo che però ad oggi mancano i fondi
necessari per realizzare il nuovo layout portuale. Così come
servirebbero ulteriori risorse pari a circa 50 milioni di euro per
la realizzazione di una nuova banchina da destinare alle attività
di Metinvest: «ci stiamo portando avanti con le attività
di progettazione della infrastruttura - ha spiegato ancora Gariglio
- ma non c'è la copertura economica per avviare l'opera».
Il presidente dell'AdSP ha evidenziato che tali questioni si legano
ovviamente al futuro del rigassificatore: «abbiamo la
necessità di sapere - ha sottolineato - se e quanto la nave
rigassificatrice rimarrà ancora in porto, perché tali
informazioni impattano ovviamente sull'economia portuale e sui tempi
e modi di realizzazione degli interventi di cui ho parlato».
«Abbiamo un porto - ha concluso il presidente
dell'Autorità di Sistema Portuale - che sta servendo gli
interessi nazionali del Paese dal punto di vista energetico e che si
trova oggi a dover supportare anche progetti strategici per il
rilancio della siderurgia nazionale. Siamo disponibili al confronto
con il governo, ma occorre che le decisioni di indirizzo politico
nazionale siano tarate anche sulle esigenze di sviluppo locale. Per
questo motivo riteniamo sia della massima urgenza affrontare assieme
al Comune e alle altre istituzioni il tema delle compensazioni».
Nel suo intervento il direttore operations di SNAM Energy
Terminals, Carlo Mangia, ha ricordato che dal 4 luglio 2023 ad oggi
il rigassificatore del porto di Piombino ha ricevuto 91 navi per gas
naturale liquefatto e prevede di utilizzare entro la fine di
quest'anno il 100% della propria capacità di rigassificazione
disponibile. «Il terminal di Piombino, un asset oggi
interamente italiano - ha sottolineato Mangia - è a livello
percentuale il più utilizzato in Europa come FRSU e
rappresenta un'eccellenza operativa». Inoltre, Mangia ha
evidenziato che negli ultimi quattro anni il gas naturale liquefatto
ha visto crescere la propria incidenza sulla copertura dei flussi di
gas in entrata in Italia, passando dal 10% del 2021 al 32% del 2025,
e che da gennaio ad ottobre scorsi i flussi di GNL sono aumentati a
livello nazionale del 42% su base annuale e il contributo di
Piombino è stato determinante: nel 2025 sono infatti state
effettuate dalla Italis LNG 39 discariche da navi metaniere,
quasi il 20% delle tanker loads effettuate a livello nazionale
presso i cinque rigassificatori operativi.