 Dopo il 2035, senza ulteriori investimenti, c'è il
rischio di un calo del traffico russo delle merci lungo la rotta
artica. Lo ha affermato oggi il governatore della regione di
Murmansk, Andrei Chibis, nel corso di un incontro con il presidente
russo, Vladimir Putin, incentrato sullo sviluppo dell'Artico e del
corridoio di trasporto transartico. Ricordando che sono stati
effettuati investimenti record nella regione pari a 35 trilioni di
rubli, Chibis ha spiegato che i progetti sostenuti da questi
investimenti assicurano una crescita del traffico sino al 2035, pur
con alcune fluttuazioni, mentre dopo questa data l'esaurimento dei
progetti e dei giacimenti attualmente in fase di sviluppo rischierà
di causare una flessione del traffico, non essendo il flusso delle
merci in transito, dati gli elevati costi della rotta marittima
artica e dell'assistenza alla navigazione con i rompighiaccio - ha
specificato il governatore di Murmansk - sufficiente a garantirne la
crescita.
Chibis ha evidenziato che oggi la regione artica rappresenta
sino al 10% del prodotto interno lordo russo a fronte del 2% della
popolazione totale che vi vive. Inoltre, ha sottolineato che la
rotta marittima artica rappresenta una priorità per la
sicurezza geopolitica russa anche in considerazione delle sue
risorse e perché, oltre ad essere più breve della
rotta attraverso il canale di Suez, è, soprattutto,
interamente sotto la giurisdizione russa.
Nel corso dell'incontro Putin e Chibis si sono soffermati anche
sul grave problema dei rifiuti e dell'inquinamento presenti nella
regione artica e dei conseguenti danni per la salute della
popolazione locale.
Intanto, nei primi dieci mesi del 2025 i porti russi hanno
movimentato complessivamente 732,6 milioni di tonnellate di merci,
con un calo del -1,5% sullo stesso periodo dello scorso anno. Negli
scali portuali della regione artica il traffico è stato di
73,3 milioni di tonnellate, con una diminuzione del -5,3%. Ad
eccezione dei volumi di merci movimentati dai porti russi
dell'Estremo Oriente, attestatisi a 207,1 milioni di tonnellate
(+5,1%), hanno segnato una flessione anche i volumi di traffico
movimentati dai porti del bacino baltico (226,6 milioni di
tonnellate, -0,9%), da quelli del Mar d'Azov-Mar Nero (219,1 milioni
di tonnellate, -6,1%) e dai porti del bacino del Mar Caspio (6,5
milioni di tonnellate, -14,6%).
Il traffico totale in esportazione dai porti russi è
ammontato a 574,7 milioni di tonnellate (-2,1%), quello in
esportazione a 34,1 milioni di tonnellate (-3,1%), il traffico di
transito a 62,1 milioni di tonnellate (+13,2%) e il traffico di
cabotaggio a 61,9 milioni di tonnellate (-7,7%).
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