
Il porto di Barcellona prevede di dimezzare le proprie emissioni
di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2017, riducendo quindi
le emissioni generate di un milione di tonnellate nel periodo
2025-2030 corrispondenti alle emissioni annuali di 240.000
automobili, e di arrivare a ridurle dell'85% entro il 2024 rispetto
alla stessa data per poi giungere all'azzeramento delle emissioni
entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi l'Autorità
Portuale dello scalo catalano ha adottato un Piano di Transizione
Energetica basato su tutte le misure che il porto sta attuamente
realizzando per decarbonizzare l'attività portuale, garantire
l'approvvigionamento di energia sostenibile, sia dal punto di vista
ambientale che economico, e diventare un centro di riferimento per
le attività energetiche.
Il programma è incentrato su un piano d'azione che
prevede oltre 150 misure raggruppate in quattro aree principali:
decarbonizzazione dell'attività portuale; sostenibilità
dei consumi energetici; resilienza per garantire
l'approvvigionamento energetico e innovazione per facilitare
l'emergere di nuovi modelli di business; adozione di tecnologie
innovative. Sono fissati, inoltre, obiettivi specifici quali
l'elettrificazione del 50% delle attività portuali entro il
2030 e l'erogazione di energia elettrica dalle rete di terra alle
navi in sosta nel porto tramite impianti OPS al 65% degli scali di
portacontainer e di navi da crociera, percentuale che è
previsto salga al 90% entro il 2050.
L'attenzione si concentra anche sulla produzione energetica
locale, con l'obiettivo di installare 100 MWp di energia
fotovoltaica entro il 2030 e di produrre 100.000 tonnellate di
combustibili sostenibili all'anno tra biometano e combustibili
sintetici.
Il Piano di Transizione Energetica prevede investimenti privati
pari a circa 920 milioni di euro e investimenti pubblici per 780
milioni.