
In attesa dell'avvio dell'iter della riforma delle norme sulla
portualità, è necessario intanto mettere mano alla
revisione della normativa che consente alle Regioni di tassare i
canoni delle concessioni portuali, per evitare squilibri competitivi
tra porti, bisogna attivare il Fondo per il pensionamento anticipato
dei lavoratori portuali, atteso da quattro anni e cruciale per
favorire il ricambio generazionale, ed è essenziale la
gestione equilibrata del tema delle retribuzioni nel periodo ferie,
con l'auspicio che tutte le parti agiscano con responsabilità
per salvaguardare il modello di relazioni industriali e il ruolo del
contratto collettivo nazionale di lavoro.
Questi tre interventi ritenuti fondamentali e urgenti
dall'associazione, sono stati evidenziati oggi dall'Unione Nazionale
Imprese Portuali (Uniport) in occasione dell'assemblea pubblica
dell'organizzazione in corso a Roma. Nella sua relazione
introduttiva, il presidente di Uniport, Pasquale Legora De Feo, ha
evidenziato come il 2025 abbia mostrato segnali di “tenuta”
sul versante dei traffici marittimi, nonostante il contesto
geopolitico ancora complesso. Parallelamente, però sul piano
della governance - ha rilevato - sono diverse le questioni
irrisolte, come ad esempio la mancata istituzione del fondo per
l'incentivazione al pensionamento dei lavoratori portuali, e i nuovi
ostacoli, tra cui l'imposta regionale campana sulle concessioni
demaniali dell'Autorità di Sistema Portuale.
Inoltre Legora ha richiamato l'esigenza di razionalizzare i
nuovi adempimenti derivanti dall'applicazione di misure in materia
di cybersicurezza e per il monitoraggio degli ingressi nell'UE di
cittadini extracomunitari, sottolineando che la tecnologia «deve
semplificare, non complicare» e che va evitata ogni
duplicazione tra le varie normative. Ribadita anche la
preoccupazione per il costo dell'energia, tra i più alti in
UE, che pesa sulla competitività di porti e trasporto
marittimo, settori energivori per definizione.
Al centro della relazione della relazione del presidente di
Uniport c'è la bozza di riforma dell'ordinamento portuale e
l'ipotesi di costituzione della Porti d'Italia Spa, su cui Legora ha
espresso un «giudizio positivo sull'obiettivo di maggiore
coordinamento nazionale», ma anche perplessità per
l'assenza finora di un confronto istituzionale con gli operatori
economici. Il presidente di Uniport ha posto l'accento sulla
necessità di alcuni accorgimenti: evitare che la riforma a
costo zero, sottraendo risorse alle Autorità di Sistema
Portuale, motivi aumenti di canoni e tasse portuali; assicurare che
il nuovo soggetto non introduca un livello ulteriore di complessità,
ma operi in armonia con il sistema esistente; rafforzare la
chiarezza dei ruoli tra MIT e ART, per prevenire sovrapposizioni che
rischiano di rallentare la competitività del sistema. Sul
tema dei dragaggi, Legora ha poi sottolineato come il testo in
circolazione «non introduca una vera semplificazione»,
rimarcando l'urgenza di superare l'equivalenza normativa che
classifica i materiali da dragaggio come rifiuti.
Allargando lo sguardo all'Unione Europea, Legora ha poi ribadito
la richiesta di una revisione del sistema ETS che costituisce - ha
specificato - «una sovrattassa europea che penalizza i porti
UE rispetto a quelli extra-UE e disincentiva il trasporto marittimo
rispetto alla strada. Bene - ha osservato - gli ultimi segnali di
ripensamento palesati da Bruxelles».