 L'associazione degli armatori europei ha accolto con favore il
Piano di Investimenti per i Trasporti Sostenibili (STIP) presentato
oggi dalla Commissione Europea
(
del 5
novembre 2025). In particolare, European Shipowners (ECSA) ha
rilevato che lo STIP dà impulso all'adozione di combustibili
puliti, costituisce un buon primo passo che individua numerose
lacune e carenze nell'attuale quadro politico e finanziario europeo
riconoscendo chiaramente la necessità di maggiori
investimenti in combustibili puliti per il trasporto marittimo e
individuando possibili passi successivi e punti di azione concreti
e, inoltre, dà priorità alla produzione di
combustibili puliti in Europa come questione urgente per la
transizione verso zero emissioni nette e per ridurre la dipendenza
energetica. «Lo STIP - ha sottolineato il segretario generale
dell'associazione, Sotiris Raptis - sta ponendo gli investimenti in
combustibili puliti al centro dell'agenda per la competitività.
Questi investimenti sono necessari per mantenere la capacità
industriale, migliorare la competitività, ridurre la
dipendenza energetica e raggiungere le zero emissioni nette».
Inoltre, European Shipowners ha accolto con favore la proposta
dello STIP di utilizzare i proventi nazionali dell'EU ETS, il
sistema per lo scambio di quote di emissioni di biossido di carbonio
dell'Unione Europea, per sostenere l'adozione di carburanti puliti
per il trasporto marittimo. A tal proposito, ECSA ha ribadito che i
nove miliardi di euro generati dal contributo del trasporto
marittimo all'ETS dovrebbero essere utilizzati per colmare l'enorme
divario di prezzo con i carburanti puliti, che - ha ricordato - sono
in media quattro volte più costosi dei carburanti
convenzionali. «Lo STIP - ha rilevato Raptis - compie un primo
passo importante verso l'utilizzo dei proventi nazionali dell'ETS
per rendere disponibili carburanti puliti per il trasporto marittimo
ad un prezzo competitivo. Le entrate nazionale dell'ETS hanno
contribuito in modo sostanziale all'aumento delle energie
rinnovabili in Europa. Dobbiamo vedere lo stesso accadere per il
trasporto marittimo».
Osservando poi che lo STIP rimarca correttamente che mancano
requisiti chiari per i fornitori europei in materia di messa a
disposizione di carburanti puliti sul mercato del trasporto
marittimo, l'associazione degli armatori europei ha specificato di
accogliere con favore l'impegno ad incentivare ulteriormente
l'adozione di carburanti puliti per raggiungere gli obiettivi della
direttiva sulle energie rinnovabili e del programma FuelEU Maritime
quale primo passo verso l'introduzione di un mandato vincolante per
i fornitori di carburante. «L'utilizzo dei proventi dell'ETS -
ha specificato Raptis - dovrebbe inoltre essere accompagnato da un
mandato vincolante per i fornitori europei affinché rendano
disponibili carburanti puliti per il trasporto marittimo».
Infine, ECSA ha precisato che gli armatori europei sostengono
fermamente la riduzione degli oneri amministrativi, soprattutto per
le Pmi che rappresentano la spina dorsale del trasporto marittimo
europeo, e che, pertanto, accolgono con favore l'impegno della
Commissione Europea a valutare gli onerosi obblighi di
rendicontazione per le compagnie di navigazione e a semplificare le
norme. Secondo l'associazione, tuttavia, l'UE dovrebbe fare un
ulteriore passo avanti e inviare anche un messaggio chiaro sul pieno
allineamento della legislazione UE in materia di clima alle misure
internazionali dell'IMO, una volta che l'agenzia dell'Onu le avrà
adottate. «Assicurare condizioni di parità a livello
internazionale - ha sottolineato Raptis - è essenziale per la
competitività del trasporto marittimo europeo. Ci aspettiamo
un messaggio chiaro dalla Commissione, ovvero che l'UE allineerà
pienamente il suo quadro politico alle misure internazionali una
volta adottate a livello IMO».
Anche Transport & Environment (T&E) ha accolto
favorevolmente il piano STIP che - ha rilevato l'associazione, che
ha l'obiettivo di promuovere il trasporto sostenibile in Europa -
contiene misure promettenti per incrementare la produzione degli
e-fuel. Per T&E, tuttavia, l'UE dovrà procedere
rapidamente se vuole mantenere la sua leadership industriale in
questa tecnologia. Nell'UE - ha spiegato l'associazione - i progetti
per la produzione di e-fuel, infatti, devono ancora concretizzarsi a
causa dei costi elevati e della mancanza di accordi di fornitura a
lungo termine.
Transport & Environment ha osservato che se l'impegno ad
istituire un'asta bilaterale a livello UE per i carburanti per il
trasporto aereo e marittimo, basata su un'asta pilota e-SAF, fornirà
risorse concrete per avviare la produzione, tuttavia ciò
dovrebbe essere limitato agli e-fuel. Nel breve termine - ha
rilevato ancora T&E - lo STIP propone di fare affidamento sugli
strumenti esistenti - la Banca dell'Idrogeno e il Fondo per
l'Innovazione - che stanno iniziando a sostenere i progetti di
e-fuel, incluso l'e-SAF. Sebbene ciò invii un segnale
positivo - ha osservato l'associazione - questi strumenti da soli
non sono stati finora in grado di ridurre i rischi per la produzione
di e-fuel su scala industriale. Ad avviso di T&E, quindi, le
misure più efficaci del piano potrebbero arrivare troppo
tardi dato che è necessario adottare iniziative per gli
e-fuel entro il 2026.
T&E ha accolto con favore anche l'intenzione della
Commissione Europea di avviare i preparativi per la creazione di un
intermediario di mercato per gestire le aste bilaterali, rilevando
che questo strumento è necessario per stimolare il nascente
settore degli e-fuel e per conciliare le esigenze dei produttori di
e-fuel in termini di certezza a lungo termine con i contratti a
breve termine utilizzati nel settore dell'aviazione e dello
shipping.
Prendendo atto che per la prima volta l'UE svilupperà uno
strumento finanziario efficace per rilanciare la produzione degli
e-fuel, Antony Froggatt, direttore senior per l'aviazione, la
navigazione e l'energia di T&E, ha evidenziato che «l'UE
deve ora dare seguito a questi impegni se vuole contribuire a
preservare la leadership tecnologica europea negli e-fuel. Lasciare
la porta aperta ai biocarburanti - ha affermato - non farà
che indebolirla». L'associazione ha infatti ribadito la sua
contrarietà all'uso dei biocarburanti per la
decarbonizzazione dei trasporti e ha espresso preoccupazione per il
fatto che il piano STIP lasci la porta aperta all'inclusione dei
biocarburanti nelle aste bilaterali. «I biocarburanti - ha
avvertito T&E - sono un settore più maturo e potrebbero
monopolizzare le risorse limitate dell'intermediario di mercato. È
fondamentale - ha sostenuto l'associazione - che solo gli e-fuel
siano ammissibili alle aste, poiché non esistono barriere di
mercato per la produzione di biocarburanti».
Rilevando poi che lo STIP promuove l'uso continuato del
biometano nel settore dello shipping, T&E ha osservato che le
limitate scorte di biometano dovrebbero piuttosto essere considerate
prioritarie per i settori che attualmente dipendono dal gas fossile
e che devono ridurre urgentemente la loro dipendenza dalle
importazioni, come il riscaldamento domestico e l'industria pesante.
«Ciò è particolarmente preoccupante - ha
rilevato T&E - perché attualmente le navi acquistano solo
certificati verdi per il biometano, mentre il carburante viene
effettivamente bruciato nelle caldaie domestiche e in altri
settori».
Osservando che il piano STIP si limita a incoraggiare gli Stati
membri ad utilizzare le entrate del mercato del carbonio ETS per
decarbonizzare il trasporto marittimo e il trasporto aereo, T&E
ha poi evidenziato la necessità che la revisione dell'ETS nel
2026 debba prendere in considerazione l'inserimento di un requisito
per utilizzare le entrate dell'ETS per gli investimenti negli
e-fuel. Inoltre, l'associazione ha lamentato che lo STIP non
riconosce il potenziale inutilizzato di maggiori entrate dell'ETS
qualora i mercati del carbonio venissero ampliati. In particolare,
T&E ha stimato che lo scorso anno si sarebbero potuti
raccogliere oltre sette miliardi di euro estendendo l'ETS a tutti i
voli a lungo raggio e ha rilevato che circa 2,4 miliardi di euro
all'anno di entrate aggiuntive potrebbero essere generate tra il
2028 e il 2035 includendo le piccole navi da trasporto.
Infine,
Transport & Environment ha lamentato che lo STIP non ha
raccomandato l'obbligo di fornire e-fuel per uso marittimo nei porti
europei, che la maggior parte dei paesi dell'UE non ha ancora
introdotto nonostante le chiare indicazioni della direttiva europea
sulle energie rinnovabili, e che il piano ha perso l'occasione di
mobilitare la Banca Europea per gli Investimenti affinché
investa nella produzione di e-fuel.
L'altra importante iniziativa per accelerare lo sviluppo
dell'alta velocità ferroviaria nell'UE presentata oggi dalla
Commissione Europea è stata accolta assai favorevolmente
dalla CER, l'associazione europea che rappresenta le compagnie
ferroviarie, i gestori delle infrastrutture ferroviarie e le loro
associazioni nazionali. CER ha rilevato che per il successo del
piano europeo per l'alta velocità ferroviaria è
fondamentale definire chiaramente nuove infrastrutture e potenziarle
in quanto ciò non solo garantirà la capacità di
un maggior numero di servizi per pendolari e merci, ma migliorerà
anche drasticamente la qualità dei servizi esistenti,
rendendo i viaggi più comodi, affidabili e notevolmente più
rapidi.
Inoltre, CER ha elogiato la Commissione per aver approvato
velocità standard di 250 km/h o notevolmente superiori per le
nuove linee ad alta velocità, un parametro di riferimento che
- ha sottolineato l'associazione - garantisce che il trasporto
ferroviario possa competere efficacemente con i viaggi aerei a corto
raggio e attrarre traffico verso la ferrovia. L'associazione ha
evidenziato che ciò porterà anche lo stesso livello di
eccellenza ferroviaria ad alta velocità in tutta Europa e
manterrà la competitività con paesi come Giappone e
Cina.
«La vera ambizione dell'attuale accordo sull'alta velocità
- ha commentato il direttore generale della CER, Alberto Mazzola -
non è solo un investimento nelle infrastrutture, ma un
investimento diretto nella qualità e nella competitività
dei viaggi europei. Con una definizione credibile di infrastruttura
ferroviaria ad alta velocità ora precisata, l'attenzione deve
spostarsi sulla rapidità di realizzazione. Il CER esorta gli
Stati membri e le istituzioni dell'UE a dare priorità ai
finanziamenti dedicati e al coordinamento necessari per sviluppare
la rete ferroviaria europea ad alta velocità e sfruttarne gli
enormi vantaggi per tutti i cittadini».
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