
Il principale costruttore navale giapponese, la Imabari
Shipbuilding Co., ha acquisito il controllo della connazionale Japan
Marine United Corporation (JMU) elevando dal 30% al 60% la propria
partecipazione al capitale sociale dell'azienda navalmeccanica. Le
quote degli altri due azionisti giapponesi della JMU, la JFE
Holdings che è attiva principalmente nel settore siderurgico
e deteneva il 35% del capitale e il gruppo industriale e
ingegneristico IHI Corporation anch'esso detentore del 35% della
JMU, sono scese entrambe al 20%. Rimane inalterato, invece,
l'assetto della Nihon Shipyard Co., la joint venture partecipata
dalla JMU e dalla Imabari Shipbuilding
(
del
7
gennaio 2021).
Annunciando la transazione, che è soggetta
all'approvazione delle autorità competenti in Giappone e
all'estero, gli azionisti della JMU hanno rilevato che attualmente
il volume delle costruzioni e degli ordinativi dell'industria
navalmeccanica giapponese ha registrato un notevole calo, con una
conseguente riduzione della quota di mercato mondiale, a causa
dell'ascesa dei cantieri navali della Cina e della Corea del Sud che
stanno recuperando terreno rispetto al Giappone in termini di
capacità tecnologiche, che rappresentano uno dei punti di
forza della cantieristica giapponese. Imabari Shipbuilding. JFE e
IHI hanno spiegato che l'operazione consentirà non solo a
Imabari Shipbuilding e a JMU di sfruttare i rispettivi punti di
forza per competere con i cantieri navali cinesi e coreani, ma di
lavorare anche allo sviluppo dell'industria cantieristica giapponese
assumendo decisioni più rapide e globali in termini di
gestione.