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DOGANE
Il settore marittimo-portuale europeo fa le pulci alla riforma delle norme doganali comunitarie
Nota di CLECAT, ECASBA, European Shipowners, ESPO, Feport e WSC
Bruxelles
30 giugno 2025
Dopo le manifestazioni di soddisfazione e di qualche
preoccupazione espresse dalla CLECAT, l'associazione europea degli
spedizionieri e dei doganalisti, rispetto all'accordo di venerdì
del Consiglio dell'UE sulla riforma delle norme comunitarie in campo
doganale
(
del 27
giugno 2025), la stessa CLECAT assieme a ECASBA, European
Shipowners, European Sea Ports Organisation, Feport e World Shipping
Council, le altre principali associazioni che rappresentano in
Europa il settore marittimo e portuale, hanno comunicato
congiuntamente il loro favore l'adozione dell'orientamento generale
del Consiglio dell'UE, che - hanno specificato - rappresenta un
miglioramento rispetto alla proposta della Commissione Europea, e il
riconoscimento della necessità che l'unione doganale inizi a
operare come un'unica entità. Tuttavia, hanno anche esortato
«gli Stati membri, il Parlamento e la Commissione a
finalizzare l'accordo, non prima di aver risolto diverse questioni
in sospeso che potrebbero compromettere il successo della riforma,
come si evince dalle versioni del testo diffuse prima
dell'adozione».
In particolare, le rappresentanze del
settore marittimo-portuale hanno spiegato di aver accolto con favore
«le modifiche proposte dal Consiglio che ripristinano le
attuali disposizioni in materia di deposito temporaneo delle merci
nei porti dell'UE. Ciò - hanno rilevato - è
fondamentale per porti, terminal, importatori, esportatori e tutti
coloro che dipendono dalle supply chain marittime. La proposta del
Consiglio di mantenere il limite temporale a 90 giorni, pur
consentendo proroghe in circostanze specifiche - hanno osservato - è
essenziale per il corretto funzionamento delle operazioni portuali e
delle catene logistiche (marittime). Il modello hub and spoke del
trasporto marittimo di linea - hanno specificato CLECAT, ECASBA,
European Shipowners, ESPO, Feport e WSC - si basa sul trasbordo, che
a sua volta dipende da un efficiente regime di stoccaggio
temporaneo. Tutte le parti necessitano dell'eliminazione di inutili
costi operativi, amministrativi e informatici. Il testo consultato
dal settore include anche disposizioni dettagliate sulle
autorizzazioni e sulla movimentazione delle merci tra strutture di
stoccaggio temporaneo, il che faciliterà le attività
commerciali. Infine, considerati gli elevati volumi movimentati nei
porti dell'UE, è fondamentale che i Trusted Operators di
strutture di stoccaggio temporaneo possano richiedere un'esenzione
della garanzia, poiché ciò è fondamentale per
salvaguardare la loro solvibilità finanziaria. Esortiamo
pertanto i colegislatori a mantenere questa agevolazione aperta
anche alle aziende attualmente certificate AEO-C».
Le sei associazioni hanno manifestato favore, inoltre, rispetto
al fatto che gli Stati membri abbiano sostenuto la proposta
dell'introduzione dell'hub di dati doganali dell'UE, sottolineando
tuttavia l'importanza che, al fine di accentuare la semplificazione,
la competitività e l'armonizzazione, la Maritime Single
Window dell'UE sia in grado di connettersi e fornire dati all'hub di
dati doganali.
Così come anticipato dalla CLECAT,
anche le altre associazioni hanno espresso notevole preoccupazione
in merito alla designazione di un unico importatore responsabile di
tutti gli obblighi di conformità non fiscali relativi alle
merci. «Sebbene le proposte affermino che vi è un solo
importatore - hanno rilevato le associazioni - in altri punti si
afferma anche che potrebbero esserci importatori differenti in
momenti diversi. Questa è la ricetta per la confusione sul
piano giuridico. Ad esempio, l'Approccio Generale richiederebbe che
un vettore che trasporta merci tra l'Asia e gli Stati Uniti
attraverso un porto di trasbordo dell'UE si assuma le responsabilità
di un importatore dell'UE. Tali norme non sono né eque né
efficaci. Un vettore che gestisce decine di migliaia di container
semplicemente non può semplicemente le stesse responsabilità
che un importatore ha per quelle singole merci. Gli operatori dei
terminal gestiscono quantità di merci simili e pertanto non
possono assumere il ruolo di importatore, a causa dei costi
associati e della mancanza di accesso alle corrette informazioni.
Insistere su questo aspetto potrebbe indebolire il ruolo dei porti
dell'UE come hub di trasbordo». Secondo CLECAT, ECASBA,
European Shipowners, ESPO, Feport e WSC, «le parti non
dovrebbero mai essere ritenute responsabili dell'accuratezza dei
dati che presentano fedelmente per conto dei propri clienti, ma che
non generano nel corso della propria attività e che non
dispongono dei mezzi per verificarli».
CLECAT, ECASBA, European Shipowners, ESPO, Feport e WSC si sono
dette inoltre «deluse dal fatto che gli Stati membri sembrino
aver respinto categoricamente tutte le proposte della Commissione
Europea volte a ridurre le enormi incongruenze tra gli Stati membri
e l'applicazione da parte di questi di sanzioni per le violazioni.
Ciò indebolisce l'Unione doganale. Per facilitare gli scambi
e migliorare la capacità delle autorità di contrastare
le attività economiche illecite, è fondamentale
prevenire divergenze nell'applicazione di sanzioni, penalità
e misure di controllo in tutta l'UE».
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