
I governi di Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Germania, Islanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia,
Polonia, Svezia e Regno Unito hanno sottolineato la necessità
di un'ulteriore azione congiunta e coordinata per affrontare
efficacemente i tentativi russi di eludere le sanzioni
internazionali con l'impiego di una flotta ombra. In una
dichiarazione congiunta diffusa al termine della riunione dei
ministri degli Esteri delle nazioni del Nordic-Baltic Eight
allargata ad altri stati nordeuropei, si evidenzia che «le
azioni destabilizzanti della Russia hanno rafforzato la nostra
determinazione a proteggere la salvaguardia e sicurezza marittima,
l'ambiente marino e la libertà di navigazione, in conformità
con il diritto internazionale. Siamo particolarmente preoccupati per
le navi senza Stato e per quelle battenti falsa bandiera. Le navi
senza Stato, comprese quelle che dichiarano falsamente di battere
bandiera, non hanno uno Stato di bandiera responsabile e non godono
dei diritti previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul
diritto del mare (UNCLOS), inclusa la libertà di navigazione.
Se le navi non batteranno una bandiera valida nel Mar Baltico e nel
Mare del Nord, adotteremo misure appropriate nel rispetto del
diritto internazionale».
«Oggi - prosegue la dichiarazione - abbiamo concordato di
rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione e di garantire un
approccio congiunto e coordinato da parte delle nostre autorità
nazionali per affrontare la questione della flotta ombra russa.
Intendiamo elaborare una serie di linee guida comuni, in linea con
il diritto internazionale, per promuovere un comportamento
responsabile in mare, rafforzare il rispetto del diritto
internazionale e garantire la trasparenza nelle operazioni
marittime. Ricordiamo che i rischi posti dalla flotta ombra, inclusi
potenziali danni ambientali, rischi per la sicurezza marittima,
l'integrità del commercio marittimo internazionale, le
infrastrutture sottomarine critiche e il rispetto delle norme e
degli standard marittimi internazionali, si estendono ben oltre il
Mar Baltico e il Mare del Nord e potrebbero avere un impatto
globale. Invitiamo altri a unirsi ai nostri sforzi».