
BRUM, Sit, Flixbus, Wayla, Assoistruttori, Trasportounito e
Federmobilità, in un incontro odierno a Roma presso la Camera
dei deputati, hanno presentato un appello condiviso per riformare
l'intero sistema di formazione alla guida nel settore dei trasporti
con l'obiettivo di creare una nuova generazione di istruttori e
autisti professionisti, agevolare l'accesso alla professione e
rendere la mobilità più sicura. Nel corso
dell'incontro è stata evidenziata l'emergenza nel settore
determinata dalla carenza strutturale di autisti professionali,
istruttori e insegnanti di guida, carenza riscontrata da un'indagine
di Unioncamere che ha rilevato il rilascio nel 2024 in Italia di
solo 20.147 patenti C (patente professionale trasporto merci) a
fronte di un fabbisogno stimato di oltre 214.000 conducenti, mentre
per la patente D (patente professionale trasporto persone) i
neopatentati sono stati 5.707 contro un fabbisogno minimo di 17.000.
L'appello si fonda su sette proposte che partono dalla richiesta
di snellire e uniformare l'accesso alle professioni di istruttore,
autista, e insegnante di guida che oggi risulta un percorso
farraginoso e disomogeneo da provincia a provincia, superando
ostacoli burocratici e valorizzando le competenze già
precedentemente acquisite. Nell'appello è stata richiesta
anche una semplificazione dei requisiti formativi, eliminando
distinzioni rigide legate all'età e permettendo a tutti -
giovani e meno giovani - di accedere alle patenti professionali
senza ostacoli sproporzionati. Si sottolinea poi la necessità
di portare a 12 le ore minime obbligatorie di guida con istruttore
per la patente B, un numero che allineerebbe l'Italia agli standard
europei. Un'altra proposta è di rendere attrattivo il ruolo
dell'istruttore ricalibrando le procedure di accesso alla
professione, prevedendo degli incentivi economici e introducendo un
periodo di tirocinio formativo in autoscuola. L'appello chiede anche
di valorizzare il ruolo dell'istruttore, riconoscendolo come figura
centrale della mobilità e abilitandolo ad agire in modo più
autonomo, con strumenti digitali e modelli imprenditoriali
flessibili. Si sollecita poi la riforma del sistema CQC (Carta di
Qualificazione del Conducente), oggi considerato da molti operatori
inefficace e troppo sbilanciato sulla teoria, con l'obiettivo di
riequilibrare teoria e pratica, semplificare l'esame e renderlo più
funzionale alle reali esigenze di chi guida per lavoro. Infine si
evidenzia la necessità di facilitare il riconoscimento dei
titoli esteri, consentendo a cittadini stranieri con esperienza nel
settore di inserirsi più facilmente nel mercato italiano,
colmando i vuoti strutturali di un comparto sempre più in
affanno.