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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 7 GENNAIO 2014
TRASPORTO MARITTIMO
IL TRASPORTO MARITTIMO DI CONTENITORI NEL 2013: UN GIOCO DA
TAVOLO
Un rapida occhiata al grafico delle tariffe a pronti tutto
compreso secondo lo SCFI (Indice dei Noli Containerizzati di
Shanghai) per l'Asia-Nord Europa dell'anno scorso conferma una cosa:
il paziente è instabile ed in condizioni critiche.
L'anno si è concluso con un'impennata finale del 61%
delle tariffe a pronti SCFI dall'Asia al Nord Europa, portando le
tariffe pre-festività a 1.586 dollari USA per TEU, circa 180
dollari più alte di quelle dello stesso periodo dell'anno
precedente.
A giudicare dalle apparenze - e disegnando un grafico fra
i due punti - la cosa non sembrerebbe troppo grave, data la
lentezza della ripresa in Europa.
Tuttavia, un esame più rigoroso dello SCFI rivela una
storia diversa: quella di un settore caratterizzato dall'estrema
instabilità, che non ha alcun paragone con qualsiasi altro
settore; in particolare, quella di un settore in cui vengono
investiti moltissimi miliardi di dollari.
È stato un anno segnato da un'estrema instabilità
delle tariffe di nolo: non ci sono parole migliori per descrivere il
ripristino delle tariffe che hanno totalizzato più di 6.000
dollari USA per TEU ma che ultimamente sono riuscite solo a
mantenere lo status quo.
Il primo trimestre del 2013 è stato caratterizzato da una
mini-guerra tariffaria indotta dalle quote di mercato in seguito
alla tradizionale indolenza successiva al Nuovo Anno Cinese, che ha
rigettato le tariffe al di sotto dello spartiacque del livello di
1.000 dollari USA per TEU alla fine di febbraio.
Le tariffe sono poi balzate nuovamente verso l'alto dopo che i
vettori avevano reagito con una raffica di incrementi tariffari
generali che hanno spinto lo SCFI nuovamente oltre i 1.400 dollari
USA alla metà di marzo, solo per assistere poi all'erosione
di tali incrementi nel resto del trimestre, culminata con l'indice a
toccare il fondo del barile a giugno quando si è attestato a
circa 500 dollari USA per TEU.
A questo livello i vettori stavano vedendo l'abisso del
fallimento, dal momento che in effetti stavano finanziando i
caricatori per qualcosa come 500 dollari per box.
L'esperienza ci insegna che solo quando i vettori sono con le
spalle al muro reagiscono saggiamente; inoltre, si è già
visto in passato come gli incrementi generali tariffari da 1.000
dollari USA ed oltre siano stati annunciati e per lo più
mantenuti, sparando le tariffe nuovamente al più salutare
livello di 1.400 dollari USA.
È poi seguito un breve periodo di disciplina fino a
quando le informazioni anteriori alle prenotazioni prima di una
stagione debole hanno guidato nuovamente in basso le tariffe a
pronti sino alla zona pericolosa di poco più di 600 dollari
USA per TEU.
Questo modello si è ripetuto, dal momento che gli
incrementi generali tariffari di novembre dapprima hanno tenuto ma
poi, settimana dopo settimana, hanno perduto molto del loro valore,
anche se un recente incremento generale tariffario a metà
dicembre ha di nuovo ristabilito l'ordine nelle settimane decisive
antecedenti il Nuovo Anno Cinese, che comincia il 31 gennaio.
Il 2013 è stato davvero l'Anno Cinese del Serpente.
Per i vettori, nonché i loro clienti, è sembrato
più un gioco da tavolo, quello denominato Scale e Serpenti.
L'Anno del Cavallo sarà costituito da 12 mesi migliori
per i vettori marittimi?
Il tempo lo dirà.
Una notazione positiva è quella secondo cui i commissari
antitrust dell'Unione Europea che stanno esaminando le tariffe
segnalate da 14 importanti vettori potrebbero in qualche modo
rimanere perplessi di fronte al grafico dello SCFI: esso traccia un
perfetto esempio di settore influenzato dalle forze di mercato nel
suo momento peggiore e più vulnerabile.
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