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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | JAHR XVI - Anzahl 1/98 - JANUAR 1998 |
Progresso e Tecnologia
In arrivo le mega-portacontainers
Nello scorso mese di novembre sono stati pubblicati i risultati
di un progetto di ricerca - durato 18 mesi - sponsorizzato dal
governo tedesco, alla luce dei quali si prevede il probabile sviluppo
del trasporto mondiale di contenitori in termini economici, logistici,
tecnologici e di attrezzature.
Il fattore-chiave che emerge dallo studio consiste nel fatto
che le economie di scala prevarranno nel trasporto containerizzato
così come è già avvenuto in altri campi del
trasporto. Il settore in questione sta rapidamente passando all'era
delle mega-navi da più di 8.000 TEU dal momento che gli
armatori si sforzano di ridurre i costi per TEU. Esse verranno
supportate da veloci navi feeder ro-ro e da naviglio idroviario
interno, nonché da porti-nodo containerizzati di proporzioni
gigantesche. Ciò accadrà molto prima che molta gente
se ne possa rendere conto.
Come in altri settori dell'industria, il "gigantismo"
è guidato dall'economia e può porre una moltitudine
di nuovi problemi. Tuttavia, il fenomeno citato è inevitabile
e finirà per razionalizzarsi in termini di scala e di dimensioni.
Lo sviluppo del settore del trasporto containerizzato richiederà
enormi investimenti che, nel caso delle navi, potranno essere
sostenuti solo nell'eventualità di fusioni tra armatori
laddove siano conseguibili economie di scala. Le portacontenitori
da 8.000 TEU, la prima delle quali dovrebbe entrare in servizio
entro il 2000, costeranno 110-120 milioni di dollari USA ciascuna.
Parimenti, porti quali Singapore, Hong Kong, Busan, Kaohsiung
ed Amburgo stanno spendendo notevoli somme nella battaglia per
assicurarsi la condizione di terminali-nodo.
Ovviamente, tutto ciò comporta dei rischi - come accade
in qualsiasi altra attività imprenditoriale - il più
grosso dei quali è quello dell'eccesso di capacità.
A tale riguardo, le previsioni parlano di una crescita significativa
dei volumi mondiali di traffici trasportati a mezzo container.
Ad esempio, nel contesto di una recente indagine, la Ocean Shipping
Consultants prevede che i volumi containerizzati mondiali possano
aumentare del 40% sino a 220 milioni di TEU tra il 1996 ed il
2000, raggiungendo poi i 300-342 milioni di TEU nel 2005 ed i
407-525 milioni di TEU nel 2010.
Esplosione cinese
Lo sviluppo più rapido avverrà in Asia, laddove
i volumi containerizzati hanno fatto registrare un incremento
di più di sei volte dal 1980 al 1996, fino a 69,3 milioni
di TEU. Ciò rappresenta il 44 per cento del totale mondiale.
Sviluppi significativi sono probabili in Cina, dove la GL (Germanischer
Lloyd) sta provvedendo alla classificazione della maggior parte
del programma di nuove costruzioni di portacontainers in rapida
crescita. Di pari passo con l'espansione dell'economia industriale
di quell'enorme Paese, la sua estesa linea costiera, pari a 3.000
km, ed i fiumi giganti quale lo Yangtze, con 2.000 km di idrovie,
costituiranno territorio fertile per la realizzazione di nuovi
scali nodo e feeder, nonché per la costruzione di una nuova
stirpe di veloci navi di raccordo e di naviglio destinato al trasporto
fluviale.
Le prime portacontainers di linea da 8.000 TEU saranno operative
sulle rotte Europa-Estremo Oriente ed entro il 2010 tali navi
diventeranno comuni nei servizi a lungo raggio. Le loro dimensioni
saranno pari a qualcosa come 325 metri di lunghezza, 47 metri
di larghezza e 14 metri di pescaggio. La spinta verrà fornita
da uno dei due più grossi modelli di motori diesel attualmente
sul mercato: un MAN B&V 12K98MC-C ovvero un Sulzer 12RTA96C;
entrambi, esprimono una potenza di circa 67.000-68.000 kW. Lo
scafo di base è attualmente in fase di realizzazione ad
opera di un'associazione in collaborazione tra la HDV (Howaldtswerke-Deutsche
Werft AG) e la Hamburg Ship Model Basin. La HDW ha progettato
la struttura della nave tenendo presente anche il risparmio in
termini di pesi e di costi, che costituiscono il punto di partenza
per i calcoli sulla robustezza elaborati dalla GL. Le navi grosse
e relativamente lente oggi costituiscono i
mezzi più economici di trasporto marittimo. Sopra i 26
nodi l'investimento ed i costi del carburante aumentano in misura
significativa. Tuttavia, al fine di conservare i requisiti per
l'ammissione nelle flotte dei consorzi, i vettori giganti non
devono essere più lenti di 24-26 nodi. Il livello dei costi
che ne consegue dà alla compagnia di navigazione una qualche
possibilità di aggiustare le tariffe per far fronte alla
concorrenza.
Grosse navi di raccordo
Le grandi compagnie di navigazione di linea richiederanno più
(e più grosse) navi di raccordo (feeder) con ponti di stivaggio
più grandi che mai. Lo studio mostra come le veloci navi
feeder ro-ro possano costituire il tipo di nave ottimale. In tale
contesto, è in fase di studio la progettazione di un nuovo
tipo di portacontenitori ro-ro. L'idea fondamentale è quella
di movimentare i containers orizzontalmente e di raggruppare fino
a 16 TEU formando unità più grandi su pallets. La
movimentazione dei pallets mediante grossi elevatori gommati elimina
la necessità delle costose gru di bordo o da piazzale ed
inoltre accelera le procedure di movimentazione. Ciò significa
anche che la nave può essere costruita secondo criteri
di progettazione più semplici rispetto a quelli di una
nave ro-ro convenzionale.
La GL è stata coinvolta nello sviluppo tecnico di cinque
avanzate portacontainers open top da 1.350 TEU ed oltre, spinte
da due diesel a media velocità invece che dal tradizionale
motore singolo. Esse dovrebbero essere costruite presso la HDW,
nonché in Cina, per la Norasia. Avranno una velocità
operativa superiore ai 25 nodi. Le caratteristiche di tali navi,
trasfuse da una serie precedente nelle unità della nuova
generazione, comprendono il rivestimento anti-pioggia, un accorgimento
per ridurre lo scudo di prora ed una sovrastruttura di concezione
aerodinamica.
Anche i porti abbracceranno le nuove tecnologie, ad esempio gli
spreaders triplici dotati di due o tre bracci per caricare e scaricare
i giganti degli oceani simultaneamente dai due lati. Sono già
operativi presso il terminal Eurokai di Amburgo gru sperimentali
gommate per pallets.
Modelli di simulazione e di previsione sono già in uso
presso l'ISL (Istituto di Economia Marittima e Logistica) per
simulare il traffico containerizzato globale. Allo scopo di calcolare
le conseguenze finanziarie delle dimensioni navali e degli accordi
sulle rotte alternative, l'ISL ha sviluppato un modello informatico
in origine dedicato ai traffici in ambito europeo ed ora finalizzato
alla definizione dei traffici fra Europa ed Estremo Oriente e
Nord America.
Per ciascuna delle 40 navi basilari della gamma tra 5.000 ed
8.000 TEU utilizzate per lo studio in questione, l'ISL ha ipotizzato
nove alternative inerenti a viaggi circolari, per un totale di
360 varianti. Queste ultime sono state analizzate in termini di
costi di trasporto marittimo in funzione della distanza complessiva,
del numero dei porti in cui si fa scalo nonché delle dimensioni
e della velocità della nave. I risultati possono essere
riassunti come segue:
- quanto più è lunga la tratta marittima, tanto
maggiore è l'influenza del consumo di carburante e dei
costi del carburante sui costi di trasporto marittimo per ciascun
container;
- il costo per TEU trasportato può essere ridotto connettendo
due mercati con un servizio navetta;
- più sono i porti scalati, maggiori sono i costi di
trasporto marittimo per TEU. I risparmi che si possono conseguire
sul trasporto marittimo riducendo il numero dei porti scalati
in genere non bastano a bilanciare i costi aggiunti comportati
dalla conseguente maggiore utilizzazione del trasporto terrestre.
(da: Container Management, dicembre 1997)
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