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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXIX - Numero 9/2011 - SETTEMBRE 2011
Legislazione
La Commissione Europea getta di nuovo il guanto di sfida
sulla concorrenza portuale
La Commissione Europea ha annunciato di aspettarsi di essere in
condizione di poter affrontare nuovamente nel 2013 la spinosa
questione della concorrenza sleale in ambito portuale.
Parlando a Rotterdam l'8 settembre scorso, il vice Presidente
Siim Kallas, responsabile dei trasporti, ha dichiarato: "I
porti sono motori dello sviluppo economico e fonti di prosperità
per le nostre città, le nostre regioni ed i nostri paesi.
Peraltro, nei prossimi più o meno 20 anni, le nostre
molte centinaia di scali marittimi dovranno affrontare sfide
notevoli in termini di produttività, esigenze di
investimento, impiego del personale così come di integrazione
con i porti, le città e le regioni.
La mia visita a Rotterdam questa settimana ha rafforzato la mia
convinzione in ordine all'enorme potenziale che i nostri porti hanno
per la crescita negli anni a venire, ma abbiamo bisogno di
affrontare i colli di bottiglia che ostacolano lo sviluppo portuale
e di partire adesso con una politica più coerente sui porti e
le infrastrutture marittime.
Ho intenzione di portare avanti proposte per il settore portuale
nel 2013".
Poiché le ultime due proposte inerenti a "pacchetti
portuali" della Commissione Europea erano state respinte dal
Parlamento Europeo a causa delle loro conseguenze incendiarie, la
suddetta dichiarazione può essere intesa come un compromesso
tranquillizzante o come una nuova sfida per il settore portuale.
I vettori marittimi, presumibilmente, staranno sperando che si
tratti della seconda ipotesi.
Parlando in occasione dell'insuccesso della seconda proposta di
pacchetto portuale nel 2006, gli utenti portuali rappresentati dalla
ECSA (Associazione Armatori della Comunità Europea) si erano
così lamentati: "Vorremmo confermare una volta ancora
che la liberalizzazione dei servizi portuali è un passo
avanti essenziale in vista dell'ulteriore miglioramento della
situazione del trasporto marittimo nella filiera delle forniture e,
in particolare, per la promozione del cabotaggio marittimo a corto
raggio".
Le parti più incendiarie del secondo tiro dei dadi sono
state la richiesta - com'è sembrato di capire - della
presenza di almeno due fornitori di servizi di terminal contenitori
in ciascuno dei maggiori porti e la necessità di regole più
chiare circa il finanziamento statale dei progetti di espansione
portuale.
In ordine al primo argomento, Kallas ha semplicemente chiarito
come sia importante assicurare che esista un ambiente concorrenziale
ed aperto nelle attività di fornitura dei servizi portuali e
come sia assolutamente importante per gli scali marittimi adattarsi
alle nuove esigenze economiche, industriali e sociali.
Quanto alla seconda tematica, Kallas ha chiarito che la
Commissione Europea avvertiva l'esigenza di migliorare la
trasparenza del finanziamento portuale al fine di evitare qualsiasi
distorsione della concorrenza e precisare con esattezza dove va a
finire il denaro pubblico.
Ci si aspetta che ciò incoraggi altri investimenti
privati.
Un ulteriore chiarimento verrà fornito in occasione di
una conferenza sul futuro dei porti europei nel 2012.
In seguito alle consultazioni con gli interessati e ad una
valutazione approfondita dell'impatto, la Commissione Europea
presenterà quindi alcune proposte per il settore portuale nel
2013.
Commentando l'opinione di Kallas, Victor Schoenmakers della ESPO
(Organizzazione degli Scali Marittimi Europei) ha dichiarato: "Siamo
pronti a sostenere un dialogo aperto con la Commissione su queste
tematiche.
Noi crediamo che la Comunicazione sulla Politica dei Porti del
2007 sia ancora una buona base di partenza, dal momento che si fonda
su consultazioni assai estese con gli operatori.
Abbiamo specialmente bisogno di certezze giuridiche al fine di
assicurare un clima stabile per gli investimenti nei nostri porti.
Ciò può essere conseguito nel modo migliore
mediante provvedimenti normativi moderati unitamente ad una politica
caso per caso laddove esistano problemi evidenti.
Ritengo che la trascorsa esperienza con la politica portuale ci
abbia dimostrato che un approccio normativo valido per tutto quanto
non funzioni". (da: ci-online.co.uk, 09.09.2011)
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