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Il porto di Rio de Janeiro taglia del 60% le tariffe per la movimentazione dei container
Era considerato uno dei porti più cari del Sud America. Con la riduzione tariffaria le autorità portuali sperano di riacquistare i carichi che sono emigrati in altri porti
3 dicembre 1999
Il porto di Rio de Janeiro, che una volta era considerato uno dei porti più cari del Sud America, dopo aver perso clienti e traffico che è emigrato altrove, anche nel lontano porto di Buenos Aires, cerca di correre ai ripari e negli ultimi tempi ha ridotto le tariffe per la movimentazione dei container addirittura del 60 per cento. E qualche risultato lo ha già raggiunto, calamitando traffico dai porti di Santos, Sepetiba e Suape.
La riduzione tariffaria, attuata gradatamente e, per quanto molto consistente, non ancora sufficiente a far sperare nella conquista di vecchi e nuovi clienti, è stata attuata dai due operatori Tecon 1 e Tecon 2 dopo negoziati e accordi con i lavoratori portuali autonomi, che incidono, secondo calcoli degli operatori portuali, per il 40 per cento sul costo totale delle operazioni.
L'accordo tra operatori e lavoratori portuali comprende anche la riduzione del 20 per cento dei componenti delle squadre di lavoro e il cambiamento della durata dell'orario di lavoro.
Insieme con la riduzione tariffaria il porto di Rio progetta anche investimenti in sovrastrutture, e per prima cosa progetta un'altra via d'accesso al porto per i camionisti, che non dovranno guidare per quasi dieci chilometri per raggiungere i terminal.
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