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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
JAHR XXV - Anzahl 8/2007 - AUGUST 2007
Trasporto fluviale
Il trasporto
fluviale: una soluzione per i caricatori della Germania orientale
Il porto di Amburgo
si trova costantemente a gestire una situazione in bilico tra la
congestione e la fluidità dei contenitori.
Affinchè i
suoi traffici con l’hinterland presentino movimentazioni
tranquille, tutto deve andar dritto, il che avviene raramente.
I problemi della
porta d’accesso amburghese sono seri sia al capolinea di
partenza (nave e banchina) sia a quello di arrivo (varchi
terminalistici e collegamenti con l’hinterland).
A volte le navi del
vettore marittimo a lungo raggio arrivano fuori orario, altre volte
è l’intasamento del traffico stradale cittadino a
provocare guai.
Dato che la stagione
di punta di quest’anno deve ancora cominciare, i caricatori
hanno valide ragioni per prendere in considerazione delle
alternative, per quante minori esse possano essere.
Una di queste, al
capolinea finale del porto, è l’uso delle chiatte lungo
il fiume Elba ed i suoi canali di connessione.
Sebbene l’estensione
geografica di questa idrovia sia limitata rispetto al possente Reno
di cui possono usufruire i caricatori situati più ad ovest,
che movimenta il 30% circa dei traffici dell’hinterland dei
porti del Benelux, in ogni caso non è bene ignorarla.
Le connessioni
fluviali dell’Elba raggiungono ad est Stettino in Polonia ed a
sud Praga nella Repubblica Ceca, sebbene tali estremità al
momento siano servite solamente da chiatte convenzionali.
I servizi
containerizzati con orari regolari si concentrano ancora sulla
Germania orientale, come mostra la tabella 1.
Solamente 180.000
TEU, ovvero il 3% dei traffici complessivi con l’hinterland di
Amburgo, hanno potuto essere movimentati via Elba lo scorso anno, ma
tale cifra è stata più alta dell’80% rispetto al
2005, il che dimostra che i fautori del suo sviluppo non hanno perso
il proprio tempo in un’impresa inutile.
TABELLA 1: SERVIZI
DELLA DBR DA E PER AMBURGO
Terminal fluviale
Frequenza
settimanale
Tempi di viaggio
(giorni)
Andata e ritorno
contenitori (giorni)
Braunschweig
x 5
2,5
6
Hannover
x 3
3
8
Minden
x 3
3,5
10
Terminal Elba
Magdeburgo
x 2
3
8
Aken
x 2
3,5
8
Reisa
x 2
4,5
13
Note: * = dati
previsti
Fonte: DBR
La Volkswagen
Logistics è uno dei maggiori sostenitori dell’idrovia,
e si tratta di una società che non prende la logistica alla
leggera.
E’ il
principale cliente del deposito trimodale di Braunschweig, che è
situato nei pressi della sua sede di Wolfsburg.
Se lo scorso anno
tutto fosse andato secondo i piani, il 40% del traffico
containerizzato complessivo della VW (8.800 TEU) da/per la regione
di Wolfsburg avrebbe dovuto essere movimentato su chiatte.
Dal resoconto finale,
tuttavia, risulta che solo il 20% è stato movimentato con
questa modalità, a causa di modifiche produttive dell’ultimo
minuto che hanno avuto bisogno di tempi di viaggio più rapidi
via strada e rotaia.
Braunschweig si trova
a soli 170 km di distanza da Amburgo.
Jörg
Schnackenberg, direttore del trasporto marittimo ed aereo della VW,
lamenta al riguardo: “Sfortunatamente, le cose raramente
sembrano funzionare nel modo richiesto in logistica.
Volevamo conseguire
il risultato del 40% a causa del minore impatto ambientale e dei
risparmi sui costi che il trasporto fluviale comporta (costa il 24%
in meno dell’autotrasporto), ma problemi legati alla
produzione ce lo hanno impedito.
Questa è la
difficoltà che le chiatte presentano: c’è ancora
poca flessibilità per far fronte agli imprevisti”.
La riuscita
utilizzazione delle chiatte per i traffici containerizzati ad
Amburgo rappresenta uno sviluppo relativamente recente, essendo
stata avviata tra il 1998 ed il 2002 grazie ad un finanziamento del
ministero federale tedesco per l’educazione, la scienza, la
ricerca e la tecnologia.
Malgrado la
congestione dei traffici stradali allora non fosse neanche
lontanamente paragonabile ai problemi odierni, i traffici fluviali
su chiatta sono rapidamente aumentati sino a 59.899 TEU nel 2004, a
causa dei miglioramenti apportati ai canali ed ai servizi innovativi
offerti dalla DBR (Deutsche Binnenreederei).
I servizi fluviali su
chiatta della DBR dominano l’idrovia.
Sino ad allora, essa
si era per lo più concentrata sulla movimentazione di carichi
alla rinfusa interni.
Successivamente, la
società ha sviluppato un certo numero di iniziative nel
settore containerizzato, tra cui l’effettuazione di un
servizio navetta da Amburgo a Magdeburgo in cui si utilizzano
chiatte agganciate.
Il terminal terrestre
viene poi utilizzato quale hub per collegare o scollegare le
chiatte, smistandole verso i terminal fluviali o dei canali a
Braunschweig, Hannover, Minden, Aken e Reisa.
Ciascuno di questi
ultimi funge poi da altro hub interno per l’inoltro dei
carichi via strada alla volta del loro hinterland naturale.
L’ultimo dei
terminal citati, ad esempio, serve Dresda, a 50 km di distanza.
Le principali
chiatte-navetta da Amburgo a Magdeburgo dispongono di una capacità
massima di 144 TEU, mentre i servizi di collegamento utilizzano
chiatte con una capacità di carico compresa tra i 48 ed i 96
TEU, a seconda della domanda.
La navigazione
sull’idrovia non è senza difficoltà operative:
il ghiaccio resta un problema in inverno, mentre il livello basso
delle acque lo è d’estate.
E’ necessario
un costante dragaggio; diverse parti del fiume hanno altresì
bisogno di essere sgomberate, compreso un importante tratto a
Torgau, poco prima di Dresda.
Sono state avviate
iniziative allo scopo di affrontare tali problemi ed esiste un piano
regionale finalizzato a far sì che entro il 2010 il fiume
Elba resti navigabile con una profondità minima delle acque
pari a 1,6 metri da Amburgo a Dresda per 365 giorni all’anno.
Lo scorso anno le
cose sono andate assai male a causa delle piene e del ghiaccio,
tanto che il fiume è stato navigabile per 290 giorni; il
bilancio di quest’anno presenta un conto di 320 giorni.
Robert Baack,
direttore della DBR, commenta: “Questo è, naturalmente,
il lato peggiore del nostro servizio di chiatte, ed anche il Reno
presenta i suoi problemi, ma quando le difficoltà aumentano,
noi non lasciamo assolutamente i nostri clienti nei guai.
Infatti, noi
assicuriamo anche alternative ferroviarie e stradali; tuttavia,
queste ultime presentano prezzi diversi, a seconda delle preferenze
del cliente: molti di loro dispongono di propri contratti per il
trasporto stradale e ferroviario.
La navigazione sul
fiume Elba normalmente è ridotta od ostacolata solamente per
due-sei settimane all’anno.
Il pescaggio dei
battelli specializzati della DBR (barche di spinta e chiatte) è
stato adattato per conformarsi alle condizioni fluviali del momento.
Il pescaggio reale
delle chiatte portacontainers varia dagli 1,5 ai 2 metri, a seconda
del peso medio dei carichi containerizzati.
Di conseguenza, il
91% delle nostre chiatte è arrivato in orario lo scorso anno,
mentre il 97% di loro è arrivato nel giro di tre ore rispetto
all’orario annunciato”.
Continua Baack: “I
nostri problemi maggiori risiedono altrove: il mercato del trasporto
terrestre resta troppo frammentato, il che significa che il
marketing richiede un sacco di sforzi.
I clienti sono
rappresentati da vettori marittimi a lungo raggio, case di
spedizione ed operatori di terminal interni.
Inoltre, ciascun
settore compete con tutti gli altri per il controllo della tratta
terrestre: dal momento che nessuno si associa nell’ambito del
settore, le prenotazioni arrivano alla spicciolata e per quelle
inerenti agli spazi in blocco non vengono fissati prezzi
concorrenziali sulla base dell’usato o non usato”.
Gli operatori di
terminal interni spesso consolidano i traffici da e per i propri
depositi, ma la cosa finisce qui.
Ad esempio, i
traffici della VW da Braunschweig vengono prenotati tramite
l’operatore trimodale in loco e non direttamente presso la
DBR.
Di conseguenza, le
prenotazioni effettuate con la DBR sono relative solamente alla
tratta da porto a porto.
Fa notare Baack:
“Ovviamente, noi preferiremmo movimentare il trasporto
terrestre anche su una base da porto a porta o da porta a porto, ma
ci rendiamo conto che ciascuna servizio viene ancora visto come
complementare.
Ciò avviene
perché nessuna soluzione si adatta a tutti quanti”.
Un altro problema per
la DBR è costituito dal fatto che finora solo Braunschweig
offre un servizio completo di deposito interno.
Gli altri si limitano
a caricare e scaricare i battelli, di modo che dispongono di poco
spazio per l’impilaggio dei vuoti.
Di conseguenza, le
prenotazioni e le quotazioni dei prezzi tendono ancora ad essere
effettuate sulla base dell’andata e ritorno (movimentazione
del pieno e ritorno del vuoto), il che comporta l’esistenza di
un numero minore di opportunità di triangolazione per gli
importatori e gli esportatori, con costi di conseguenza più
alti.
Precisa Baack:
“Talvolta le case di spedizioni partono dal presupposto che
una parte dei propri box in entrata tornerà indietro piena e
quindi prezzano le loro movimentazioni interne di conseguenza, ma
questo è tutto.
Il modo per far
funzionare tale sistema sarebbe che il camion utilizzato per
prelevare un box pieno in importazione presso il terminal fluviale
lo portasse poi ad un altro cliente dopo che è stato
scaricato, risparmiando così il costo di un viaggio di
ritorno a vuoto ad Amburgo”.
Una soluzione
maggiormente pratica sarebbe, per i vettori marittimi, quella di
mantenere un certo numero di vuoti presso ciascun principale
terminal fluviale, partendo dal presupposto che essi abbiano le
attrezzature per la movimentazione di contenitori e la capacità
di deposito necessarie.
Sebbene solo
Braunschweig offra infrastrutture complete per il deposito interno
dei vuoti, gli altri terminal attualmente dispongono di una vasta
capacità di far fronte alla domanda di trasporto fluviale su
chiatta, come dimostra la tabella 2.
Poiché le
chiatte sono talmente più lente dei camion o dei treni, le
loro tariffe devono essere molto più competitive.
L’estensione
del margine dipende da tutta una serie di fattori, quali il peso e
la natura del carico, il che rende pericoloso un confronto generico.
Ad esempio, il
trasporto su chiatta favorisce i containers pesanti ed i carichi
pericolosi, ai quali, di norma, gli autotrasportatori applicano un
supplemento.
A scopo puramente
indicativo, una tipica tariffa di autotrasporto da Amburgo a Dresda
potrebbe costare approssimativamente 750 euro a contenitore, secondo
la DBR, mentre l’equivalente tariffa ferroviaria dovrebbe
aggirarsi sui 680 euro, rispetto ad una tariffa di trasporto
fluviale pari ad euro 479, ritorno del vuoto ad Amburgo compreso.
TABELLA 2:
CAPACITA’ ANNUA DEI TERMINAL
Terminal
TEU
Braunschweig
80.000
Hannover
50.000
Minden
50.000
Magdeburgo
60.000
Aken
35.000
Reisa
50.000
Fonte: DBR
Precisa Baack:
“Queste tariffe devono essere valutate alla luce del fatto che
l’autotrasporto normalmente offre un servizio completato nel
giro della stessa giornata, mentre la ferrovia assicura un viaggio
di andata e ritorno da due a quattro giorni e le chiatte fanno lo
stesso lavoro in cinque giorni”.
Ciò potrebbe
risultare non proprio entusiasmante per il trasporto fluviale su
chiatte in un periodo in cui tutti quanti sembrano reclamare a gran
voce la consegna just-in-time, ma, come è risaputo, molti
contenitori pieni in importazione normalmente restano fermi ad
Amburgo una settimana ed oltre, presumibilmente perché tale
prassi è meno costosa rispetto al previo magazzinaggio delle
merci.
Pertanto, alla luce
di queste circostanze, perché i vettori marittimi fanno così
poca pubblicità ai servizi su chiatte ad Amburgo?
Baack, che era solito
lavorare con la Hamburg-Süd, sostiene: “Senza dubbio, le
cose sono molto più semplici con i camion, ed anche le
possibilità di triangolazione sono maggiori, ma la vera causa
del problema sta nel fatto che i vettori marittimi controllano
ancora molto poco del nostro mercato interno.
Essi vanno dicendo in
giro di volerne controllare di più, ma la loro sembra essere
solo un’illusione.
Le nostre tariffe ed
i nostri servizi potrebbero essere resi molto più competitivi
se i fornitori di servizi terrestri si associassero allo scopo di
darci più volumi.
Come la navigazione
marittima a lungo raggio, i servizi su chiatta si sviluppano bene
sulle economie di scala, di cui al momento non disponiamo.
L’incremento
dei traffici dell’80% che la DBR ha conseguito lo scorso anno
potrebbe apparire una grossa cifra, ma, in termini di volumi, esso è
stato appena la cima dell’iceberg”.
Com’è
accaduto anche agli operatori di servizi ferroviari, la DBR aveva
sognato di guadagnare una maggiore quota di mercato quando nel 2005
la Germania aveva istituito i pedaggi autostradali (Maut).
Il loro impatto,
peraltro, sembra essere stato in parte controbilanciato dal brusco
incremento degli economici servizi di trasporto dai paesi
dell’Europa Orientale che poco tempo dopo si sono aggregati
all’Unione Europea, quali gli stati baltici, l’Ungheria
e la Polonia.
Una volta
normalizzata questa situazione ed allorché i pedaggi Maut
saranno stati aumentati al fine di alleviare l’intasamento del
traffico stradale, il sogno potrà diventare più che
una realtà.
(da: Containerisation
International, luglio 2007, pagg. 60-61)