Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 2/2008 - FEBBRAIO 2008
Logistica
Le
prospettive future della logistica in Cina
Gli
ultimi 10 anni si sono dimostrati assai prevedibili, dal momento che
le chiusure di fabbriche in Europa e Nord America si sono
rispecchiate nella realizzazione di nuovi impianti e complessi
industriali in paesi quali Cina, India, Vietnam e Messico.
Calzature,
vestiario, tessili, attrezzature sportive, giocattoli, televisioni
e/o schermi di computer, manufatti: tutti questi prodotti hanno
gravitato su questi paesi produttori a basso costo, principalmente
in Asia.
Mentre
queste movimentazioni hanno dato impulso ai traffici globali, con i
containers in particolare che hanno fatto registrare notevoli
livelli di espansione (tassi annualizzati medi di crescita oltre il
10% nell'ultimo decennio), si è dovuto ampliare le
filiere organizzative logistiche e renderle di gran lunga più
complesse.
La
maggior parte degli investimenti ha avuto luogo in Cina - che domina
il mondo per quanto attiene la produzione manifatturiera - dato che
il paese in questione controlla ben oltre il 90% della produzione
globale di giocattoli e ben oltre il 60% delle attività
inerenti all'abbigliamento.
Si
prendano ad esempio le magliette maschili: nel 1997, le esportazioni
dalla Cina negli Stati Uniti e nel Regno Unito avevano totalizzato
circa 71 milioni e 24 milioni di unità rispettivamente, cifre
che erano cresciute sino a 112 milioni (+58%) ed oltre 34 milioni di
unità rispettivamente (+42%) nel 2006, secondo la ricerca
effettuata dalla DSCA (Drewry Supply Chain Advisors), una divisione
della Drewry Shipping Consultants con sede a Londra.
Anche
se il costo del lavoro assai concorrenziale ha costituito un fattore
significativo nell'azione di spostamento in Cina delle proprie
attività produttive da parte delle imprese multinazionali, la
disponibilità di servizi di linea e di filiere organizzative
altamente efficienti, caratterizzati da tariffe di nolo estremamente
competitive, ha contribuito enormemente a questo dirottamento.
L'ultimo
decennio ha assistito ad una crescita estremamente sostenuta delle
esportazioni containerizzate della Cina.
Sui
principali traffici alla volta del Nord America e dell'Europa,
le spedizioni in uscita dalla Cina sono più che raddoppiate
nel corso degli ultimi quattro anni; il paese rappresenta ben oltre
il 70% dei traffici transpacifici in direzione est ed oltre il 65%
di tutte le movimentazioni dei carichi in uscita dall'Estremo
Oriente all'Europa settentrionale.
Tuttavia,
anche se è prevista un'ulteriore crescita, ci si
aspetta che essa avvenga ad un ritmo più lento.
Vi
sono molte ragioni alla base di tale previsione.
Il
singolo fattore che cagiona la maggior parte delle preoccupazioni,
nondimeno, oltretutto messo in evidenza in un recente rapporto della
DSCA, è la competitività complessiva della Cina nella
filiera organizzativa.
Sebbene
lo studio si concentri sulla produzione e distribuzione di magliette
maschili indirizzate alla volta dei mercati britannico e
statunitense, gli autori Philip Damas, direttore della DSCA, e
l'associato David Charlesworth, sostengono che i suoi
risultati sono pertinenti a molti altri mercati, prodotti e settori
industriali.
“Naturalmente
il problema sta nel dettaglio” afferma Charlesworth, “ma
è chiaro, alla luce del nostro studio sulle magliette
maschili spedite dalla Cina alla volta del Regno Unito e degli Stati
Uniti, che le sfide identificate e le lezioni apprese vanno ben
oltre l'industria dell'abbigliamento”.
Nel
corso dello studio sui costi delle consegne da punto a punto per le
magliette maschili dalla Cina, la squadra della Drewry ha scoperto
che le filiere organizzative più lunghe e più
complesse che si erano evolute erano diventate sia meno affidabili
che più costose.
Spiega
Damas: “La nostra analisi ha rivelato un numero sempre
maggiore di vulnerabilità e rischi, oltre all'emersione
di una varietà di aspetti negativi indiretti in queste
filiere organizzative.
Questo
ci ha indotto a chiederci se i modelli di attività delle
imprese basati sull'approvvigionamento a basso costo in paesi
distanti, specialmente per l'abbigliamento come le magliette
maschili provenienti dalla Cina, fossero i più appropriati”.
In
particolare, Damas si riferisce ai più lunghi tempi di
consegna quali fattori di aumento dei costi delle opportunità
logistiche delle imprese.
“Potenzialmente,
essi possono indurre i dettaglianti a detenere più scorte e/o
ad aumentare le provviste-cuscinetto in magazzino”.
Ciò
può significare l'esaurimento delle scorte ovvero
l'obsolescenza anticipata degli articoli rispetto alle
previsioni: “Quale che sia l'esito, l'effetto
netto nei confronti dell'azienda è un costo più
elevato ed una probabile perdita sugli introiti derivanti dalle
vendite”.
Di
conseguenza, questi cosiddetti costi di opportunità logistica
sono critici, in particolar modo nel caso della Cina, dove la
proporzione tra costi della filiera organizzativa e costo del lavoro
è relativamente squilibrata.
La
ricerca della Drewry, ad esempio, ha rivelato che mentre i costi di
spedizione delle magliette dall'Italia al Regno Unito era
equivalente ad appena lo 0,2% del costo del lavoro in Cina, la
proporzione era prossima all'8%.
“La
sottostima di questi costi svia la comprensione da parte dei
dettaglianti della relazione tra prezzi ed affidabilità dei
fornitori di logistica” aggiunge Charlesworth.
“Essa
induce altresì a decisioni di approvvigionamento scorrette,
sebbene la valutazione di tutte queste variabili sia complicata e
troppo dipendente dagli specifici mercati e prodotti coinvolti”.
La
DSCA ha sviluppato un unico modello Approvvigionamento/Modalità
che aiuta a quantificare i costi indiretti correlati ai tempi di
consegna più lunghi, che hanno bisogno di poter disporre di
una maggiore agilità nella filiera organizzativa.
Nel
caso delle magliette maschili spedite alla volta degli USA, i
calcoli della Drewry rivelano che mentre (in base ai costi della
produttività e del lavoro) la Cina resta ancora assai
competitiva, una volta contabilizzati i costi delle opportunità
logistiche, un significativo ammontare di tali vantaggi va perduto
(v. tabella 1).
Tabella
1: Il costo della spedizione di magliette negli Stati Uniti
Paese
produttore
Costo
diretto
Costo
delle opportunità
Totale
India
6,6
1,3
7,9
Honduras
8,3
0,4
8,7
Messico
9
0,2
9,2
Cina
8,1
1,2
9,3
Vietnam
8,1
1,3
9,4
Cina
(incremento
del 30% del costo del lavoro)
8,6
1,4
10
Note:
i costi sono espressi in dollari USA per maglietta
Fonte:
Drewry Supply Chain Advisors
Infatti,
I costi tutto compreso inerenti alla Cina diventano più
elevati approssimativamente del 7% rispetto a quelli relativi
all'Honduras, mentre sono alla pari con quelli che si
riferiscono al Messico.
Dato
che gli ultimi due paesi sono situati molto più vicino agli
Stati Uniti e traggono vantaggio da regimi fiscali più
favorevoli, segnatamente il NAFTA e l'Accordo sul Libero
Scambio in America Centrale recentemente negoziato, stanno crescendo
le pressioni politiche affinché ci si serva maggiormente
delle filiere organizzative che offrono reciproci vantaggi ai paesi
che si trovano ad entrambi i capi del traffico.
Allo
stesso modo in Europa, la partecipazione della Romania all'Unione
Europea ha alimentato flussi di investimenti e ha agevolato la
generazione di altri traffici, specialmente nei settori delle
calzature e dell'abbigliamento (che include le magliette
maschili).
Nel
contempo, la contiguità della Turchia ai principali mercati
di consumo europei (appena due/tre giorni di camion per
Francoforte), oltre all'esperienza, all'abilità
tecnica ed alla competenza dei suoi lavoratori del settore tessile,
hanno comportato la conseguenza di farla diventare assai competitiva
nel settore del vestiario.
Ciò
è particolarmente vero per il vestiario di elevato valore e
per quei prodotti di moda che hanno una vita di breve durata.
Secondo
Damas, la tendenza verso l'approvvigionamento regionale sta
crescendo, specialmente nell'industria della moda.
Tale
tendenza è alimentata da un numero sempre maggiore di
dettaglianti, data la dura concorrenza a livello più alto,
che si adattano a più lanci di nuovi prodotti.
La
società spagnola Zara, ad esempio, punta a disporre di 10.000
nuovi articoli nei propri negozi ogni anno, il che impone filiere
organizzative estremamente rapide ed agili.
Di
conseguenza, la maggior parte dei suoi abiti vengono realizzati in
Spagna.
Di
nuovo, questo è un fattore che comporta effetti negativi per
la Cina e sebbene il divario sui tempi di viaggio possa essere quasi
recuperato trasportando via aria le merci, i costi aggiuntivi sono
proibitivi.
Tabella
2: Il costo della spedizione di magliette nel Regno Unito
Paese
produttore
Costo
diretto
Costo
delle opportunità
Totale
India
6,8
1,1
7,9
Romania
9
0,2
9,2
Vietnam
8,1
1,2
9,3
Cina
8,2
1,3
9,5
Cina
(incremento
del 30% del costo del lavoro)
8,8
1,3
10,1
Note:
i costi sono espressi in dollari USA per maglietta
Fonte:
Drewry Supply Chain Advisors
Spiega
Charlesworth: “Il trasporto merci aereo in effetti comprime il
costo delle opportunità ed i conseguenti tempi di trasporto,
ma il risparmio non è sufficiente a controbilanciare gli
assai più elevati costi logistici del trasporto merci aereo
rispetto a quelli del trasporto merci marittimo per le esportazioni
cinesi di magliette”.
Charlesworth
afferma che per ciascun giorno risparmiato nella filiera
organizzativa la riduzione in termini di costi delle opportunità
è stata equivalente a circa lo 0,2% al giorno sul valore del
prodotto.
Anche
filiere organizzative più corte potrebbero costituire il
risultato delle crescenti preoccupazioni in ordine alle
problematiche ambientali dello shipping.
Ambientalisti,
organizzazioni internazionali, quali la Unctad, e politici pronti ad
inviare messaggi più verdi ai propri elettori sono divenuti
sempre più rumorosi circa l'impatto dei servizi di
trasporto marittimo sull'ambiente.
E
la storia non finisce qui; la Drewry ritiene che i vantaggi sui
costi di lavoro e della produzione cinesi siano in fase di erosione,
dato che nei prossimi anni si assisterà a notevoli aumenti
dei salari e dei costi generali di gestione.
“Anche
se non ravvisiamo che possa avvenire da un giorno all'altro un
dirottamento dai luoghi di produzione delle magliette maschili, dal
momento che il costo del lavoro è ancora assai competitivo in
Cina rispetto a molti paesi (Regno Unito e Stati Uniti compresi),
l'inflazione salariale è in crescita, mentre l'attesa
rivalutazione in corso del renminbi ridurrà ulteriormente i
vantaggi sui costi della Cina” dichiara Charlesworth.
Guardando
avanti, la Drewry ha previsto nel suo modello due scenari:
i
costi del lavoro e della produzione cinese che aumentano ad un ritmo
del 30% più rapido rispetto a quelli delle nazioni sia a
basso che ad alto costo;
un
aumento del 50% di tutti i costi di trasporto (aria, mare e camion);
una cifra, questa, che secondo il consulente va a compensare
adeguatamente i crescenti costi del carburante, la congestione, le
tasse più gravose eccetera.
Il
primo scenario, anche se non comporterebbe un ritorno alla
fabbricazione delle magliette negli Stati Uniti e nel Regno Unito -
dal momento che il divario tra il lavoro locale e quello estero è
talmente grande - renderebbe peraltro la Cina notevolmente meno
competitiva in termini di costi complessivi della produzione
rispetto al Vietnam (per le importazioni sia statunitensi che
britanniche), al Messico (per le importazioni statunitensi) ed alla
Romania (per le importazioni britanniche), in particolare quando si
tiene conto del costo delle opportunità dei più lunghi
tempi di consegna (v. Tabella 1).
Esaminando
la Tabella 1, l'India sembrerebbe avere enormi opportunità
in entrambi i mercati, dal momento che i costi del lavoro e delle
opportunità sono inferiori.
Tuttavia,
il paese non ha fatto registrare il quantitativo di vendite di
magliette negli Stati Uniti e nel Regno Unito che tale vantaggio
suggerirebbe.
Damas
ha espresso tale giudizio in relazione al tipo di associazioni
produttive in India e della loro incapacità di far fronte ai
volumi richiesti dai dettaglianti nel Regno Unito e negli Stati
Uniti.
Nel
secondo scenario, la DSCA ha concluso che il previsto aumento del
50% dei costi della logistica avrebbe un impatto minore sulla
competitività complessiva della Cina, dal momento che la
percentuale di tali costi sul valore di un prodotto, in questo caso
le magliette, resta bassa.
Chiaramente,
la Cina ha molte sfide da affrontare.
Anche
se il lavoro è la problematica principale, i costi delle
opportunità unitamente alle filiere organizzative
malfunzionanti svolgeranno probabilmente un ruolo maggiore data la
migrazione di diverse industrie ancor più all'interno
della Cina.
E'
anche probabile che lo sbarco delle merci cinesi in Europa ed in
Nordamerica diventi più difficile date le attuali limitazioni
di capacità nei porti, sulle strade e nelle reti ferroviarie.
Qualsiasi
rallentamento della produzione in Cina significherebbe la rovina di
molte ditte di navigazione di linea che nel 2007 hanno investito la
cifra stimata di 14/15 miliardi di dollari USA nella nuova
supergenerazione di navi post-panamax.
Dal
momento che la maggior parte di queste navi sono assegnate ai
traffici Estremo Oriente/Europa, che hanno fatto segnare una
crescita di oltre il 20% l'anno scorso, qualsiasi
significativa iniziativa da parte delle imprese multinazionali di
sviare la produzione lontano dalla Cina in regimi a basso costo più
vicini a casa creerebbe grossi problemi in termini di spiegamento e
programmazione a questi operatori.
Ciò
comporterebbe altresì un notevole eccesso di capacità
anche nel settore della navigazione di linea dal momento che le navi
più grandi dispongono di opportunità di impiego
limitate, mentre l'approvvigionamento regionale avrebbe
bisogno di servirsi in misura assai maggiore di attività
basate a terra, piuttosto che di servizi di trasporto
marittimo. (da:
Containerisation International, gennaio 2008, pagg. 49-51)
Orient Overseas (International) Limited (OOIL), la società
controllata dal gruppo armatoriale cinese COSCO Shipping Holdings
che opera servizi di trasporto marittimo containerizzato con ...
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
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