Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
23:07 GMT+2
AUTOTRASPORTO
L'autotrasporto estende l'applicazione delle “congestion fee” al porto di Livorno
Fedespedi, non risolvono i problemi, ma hanno come unico effetto l'innalzamento dei costi
Livorno/Roma/Milano/Genova
10 giugno 2025
La modifica della disciplina dei tempi di attesa per il
carico/scarico delle merci e della franchigia introdotta con il
decreto-legge Infrastrutture approvato nei giorni scorsi dal governo
italiano al momento non sembra aver affatto sopito le proteste degli
autotrasportatori almeno relativamente ai costi aggiuntivi lamentati
per i tempi di attesa nei porti
(
del 19
maggio 2025). Se il provvedimento deliberato dall'esecutivo è
stato generalmente accolto positivamente, con qualche eccezione,
dalle associazioni di categoria dell'autotrasporto
(
del 20
maggio 2025), non si fermano le iniziative delle stesse
rappresentanze delle imprese del comparto per cercare di coprire
questi costi.
Dopo essere stata introdotta per i porti liguri e per Porto
Marghera, oggi le associazioni dell'autotrasporto Anita, Assotir,
Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai e Trasportounito hanno
annunciato infatti che dal prossimo primo luglio le imprese di
autotrasporto applicheranno anche al porto di Livorno la “Port
Fee”, la tariffa aggiuntiva applicata quale risarcimento degli
oneri determinati dalle difficoltà operative causate dalla
congestione nei porti.
Evidenziando che «gli extra costi per i disservizi
dell'operatività portuale non ricadranno più solo
sulla categoria», le sei associazioni hanno reso noto che, «a
seguito di vari confronti associativi svoltisi in relazione ai
continui blocchi operativi camionistici avvenuti negli ultimi mesi
nel porto di Livorno ed in ultimo nel corso di un incontro svoltosi
in data 27 maggio 2025 presso la locale sede della CNA, hanno preso
atto che: i tempi operativi del sistema portuale e dei terminal del
porto di Livorno, al momento dell'arrivo dei camion per
l'espletazione dei processi documentali e autorizzativi - più
in particolare - per le attività di carico e scarico dei
contenitori, non consentono la regolare programmazione ed
effettuazione dei trasporti causando dei disservizi i cui oneri,
allo stato, sono sopportati in via esclusiva dalle imprese di
autotrasporto; la perdita di produttività economica generata
dai disservizi del sistema portuale e dei terminal del porto di
Livorno non può più essere sostenuta solo dalle
imprese di autotrasporto, ma deve essere condivisa da tutta la
filiera di servizio alla merce».
Le associazioni hanno spiegato che, alla luce di ciò, «le
imprese di autotrasporto hanno quindi considerato che, a tutela
della continuità economica dei trasporti nel bacino portuale
di Livorno, nel quale hanno investito importanti risorse, sia
necessario chiedere alle imprese della filiera committente dei
servizi di trasporto, una responsabile compartecipazione agli extra
costi generati dai disservizi generati dall'operatività
portuale dei terminal, allo stato sostenuti in via esclusiva dalle
imprese di autotrasporto. Tali extra costi rischiano infatti di
arrecare un grave pregiudizio alla continuità dei servizi di
trasporto, all'economia territoriale ed all'occupazione, oltre a
compromettere gravemente i livelli minimi di sicurezza stradale. Le
imprese di autotrasporto hanno quindi deciso, nel rispetto della
libera contrattazione tra le parti prevista dalle norme di settore,
che a partire dall'1 luglio 2025, per ogni trasporto di merce
effettuato sulle tratte le cui origini/destinazioni comprendono il
bacino portuale di Livorno, applicheranno alle imprese committenti
dei trasporti e per ogni livello di subvezione, una “Port Fee”
per c.u. viaggio di un valore in linea con quanto già
applicato nei porti di Genova e La Spezia. L'ammontare di tale
indennizzo verrà evidenziato in fattura con la seguente voce:
“Port Fee carico e/o scarico porto di Livorno”. Detta
forma di indennizzo verrà applicata fino a quando non
verranno ristabilite le normali condizioni di completa funzionalità
dell'operatività del sistema portuale e dei terminal».
Intanto il segretario generale di Anita, Giuseppina Della Pepa,
è intervenuta in audizione presso le Commissioni riunite VIII
Ambiente e IX Trasporti della Camera dei deputati, nell'ambito
dell'esame sul disegno di legge di conversione del decreto-legge
Infrastrutture, ribadendo l'apprezzamento dell'associazione nei
riguardi del provvedimento, che all'art. 4 definisce le misure
incaricate di ottimizzare le operazioni di carico e scarico delle
merci per mezzo della riduzione dei tempi di franchigia e
l'incremento degli indennizzi. Strumenti che, ad avviso di Anita,
sono capaci di incoraggiare il contenimento dei tempi improduttivi a
vantaggio delle imprese di autotrasporto merci, degli autisti e
dell'intero sistema logistico. Tuttavia, Della Pepa ha rilevato che
per garantire l'efficacia del provvedimento sarebbe opportuno
valutare positivamente l'inclusione del destinatario della merce tra
i soggetti coobbligati al risarcimento, tenuto conto che spesso il
superamento dei tempi di franchigia si registra nelle operazioni di
scarico della merce a destinazione. Infine, Della Pepa ha valutato
positivamente l'intervento del governo nei confronti dei tempi di
pagamento, l'estensione del numero massimo di targhe prova
rilasciabili ad ogni operatore in funzione del numero di addetti e
il ripristino parziale delle risorse attinenti al fondo per
l'ammodernamento del parco veicolare secondo il principio della
neutralità tecnologica. L'auspicio evidenziato è che
vi sia spazio per finanziare la misura con altrettante risorse, così
da ripristinare la piena dotazione del fondo per il biennio
2025-2026.
Che, invece, quanto disposto dal decreto-legge Infrastrutture in
tema di tempi di attesa per il carico/scarico delle merci e di
franchigia comporti solamente un aggravamento della situazione e dei
costi lo ha evidenziato Fedespedi, la federazione delle imprese di
spedizione italiane, nel suo contribuito inviato alla Camera in
vista dell'esame da parte delle Commissioni riunite IX Trasporti e
VIII Ambiente. Nella sua comunicazione Fedespedi ha specificato che
«la durata prolungata delle tempistiche di carico e scarico
delle merci nei terminal rappresenta già da tempo un problema
noto e conclamato che colpisce tutti gli attori della catena di
distribuzione. In questo senso - ha precisato la federazione - si
condivide che non sia corretto che il maggior costo ricada su
singoli attori della filiera, che siano il cosiddetto “anello
debole”, o la committenza contrattuale, che poco può
incidere sul cambiamento delle modalità di esecuzione delle
operazioni in questione. In sostanza, i ritardi lamentati dagli
autotrasportatori - ha sottolineato Fedespedi - sono direttamente
connessi con l'esecuzione di precise fasi operative, presso i nodi
logistici, e determinati da fattori esterni o da inefficienze
organizzative di specifici anelli della filiera, che causano una
situazione di congestione - ormai non più solo in orari o
giornate di punta - e rallentano il processo, costringendo tutti gli
attori della filiera a riorganizzare i percorsi e le tempistiche del
trasporto. Il problema, dunque, si colloca in un quadro più
esteso e richiede soluzioni di ampio respiro - quali il controllo
delle performance erogate nei nodi logistici nonché il ruolo
attribuito alle autorità deputate a garantire un livello
ottimale delle prestazioni - per essere davvero risolto. Proprio su
questi ultimi aspetti, si rivela cruciale il ruolo delle Autorità
di Sistema Portuale, le cui funzioni regolatorie possono garantire
il funzionamento ottimale dei nodi logistici, il corretto
espletamento delle attività operative, il rispetto di
adeguati standard di servizio e al contempo il controllo dei livelli
delle prestazioni erogate, prevenendo e disincentivando le
inefficienze organizzative».
«Di conseguenza - ha osservato ancora Fedespedi -
l'aggravamento di oneri disposto dal decreto-legge Infrastrutture:
non risolve il problema, perché non incide né sulle
reali cause dei ritardi né sui soggetti realmente
responsabili; causa ulteriori complicazioni incidendo sulla corretta
operatività delle fasi del commercio internazionale svolte
dagli altri attori della filiera; si limita a insistere su misure
già esistenti, che, tuttavia, fino ad ora non hanno portato
alcun beneficio; porta inevitabilmente ad un innalzamento dei costi,
con un ribaltamento degli stessi a carico della merce, indebolendo,
quindi, la competitività del sistema logistico al servizio
del commercio internazionale, senza considerare che tutti gli anelli
della filiera subiscono allo stesso modo le conseguenze dei
disservizi; potrebbe comportare un inasprimento del contenzioso, a
causa dell'innalzamento dell'indennizzo e del nuovo meccanismo di
calcolo dello stesso, rendendo altresì necessaria una
revisione dei contratti in essere per adeguarli al nuovo impianto
normativo e prevedere adeguate misure cautelative».
Nel suo contributo Fedespedi si è soffermata anche sulle
tariffe aggiuntive introdotte da settori dell'autotrasporto per
recuperare costi per la congestione nei porti rilevando che le
cosiddette “congestion fee”, che recentemente alcuni
autotrasportatori stanno applicando in diversi porti italiani per
far fronte al perdurare delle lunghe attese per il carico e lo
scarico delle merci, comportano un tale aggravamento di costi che
«non risolve i problemi alla base delle citate inefficienze né
ripristinano l'operatività delle attività, ma hanno
come unico effetto l'innalzamento dei costi».
Intanto il gruppo logistico Spinelli, che opera sia terminal
portuali che servizi di autotrasporto, ha inviato una comunicazione
alle compagnie di navigazione clienti in cui annuncia la sospensione
dell'applicazione della congestion fee sui container vuoti nel porto
di Genova prevista a partire da domenica prossima. «Pur
mantenendo alta l'attenzione sull'evoluzione della situazione
portuale - ha spiegato il gruppo nella comunicazione - riteniamo che
in questo momento sia prioritario favorire un clima di stabilità
e continuità operativa. Ci riserviamo naturalmente di
riesaminare l'eventuale necessità di reintroduzione della
misura qualora dovessero ripresentarsi condizioni di congestione
tali da generare extracosti non più sostenibili per la
filiera logistica».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore