Ministero dei Trasporti e della Navigazione
Servizio di Pianificazione e Programmazione
I Quaderni del Piano Generale dei Trasporti
(luglio 1999)
Linee guida per la redazione e la gestione dei piani urbani della mobilità (PUM)
1. Premessa
2. Il processo di
finanziamento degli investimenti nei sistemi di mobilità urbana
2.1 Definizione dei Piani Urbani di
Mobilità (PUM)
2.2 I soggetti beneficiari
2.3 Le procedure di accesso ai
finanziamenti
2.4 La valutazione delle richieste
3. Obiettivi, vincoli,
contenuti e risorse finanziarie del PUM
3.1 Obiettivi
3.2 Vincoli
3.3 Contenuti
3.4 Il reperimento delle risorse
4. Lattuazione e
la gestione del PUM
5 La metodologia per la
formulazione delle proposte del PUM
5.1 Analisi della struttura e delle
criticità del sistema di trasporto attuale
5.2 Le strategie di intervento
5.3 Le interconnessioni con il sistema
esterno allarea di intervento
5.4 Costruzione degli scenari
1. Premessa
Le aree densamente urbanizzate, e in
particolare quelle metropolitane, con la loro vasta e articolata presenza di attività
residenziali e produttive, sono luoghi a elevata intensità di spostamenti. In esse,
infatti, si svolge quasi il 70% degli spostamenti di persone di tutto il territorio
nazionale. Fenomeni di congestione che interessano tali aree rappresentano una delle
principali emergenze nazionali. Ciò impone la realizzazione di un processo di
pianificazione integrato tra l'assetto del territorio e il sistema dei trasporti.
Per rendere reale tale asserzione è
opportuno prevedere la realizzazione di un sistema di trasporto (sia individuale che
collettivo) con reti intermodali e interconnesse. Tale realizzazione deve essere preceduta
da scelte e decisioni riconducibili ad un "progetto di sistema", ovvero ad un
"Piano Urbano della Mobilità" (PUM), fondato su un insieme di investimenti e di
innovazioni organizzativo gestionali da attuarsi in un definito arco temporale.
Il trasporto va quindi considerato nella
sua globalità: servizi collettivi e mobilità individuale, infrastrutture, gestione,
regolamenti. Il PUM deve cioè puntare alla realizzazione di un sistema che metta le
amministrazioni locali in condizioni di gestire la mobilità. Da questo punto di vista,
appare opportuno correlare il PUM da una parte con il PUT (Piano Urbano del Traffico) per
quanto attiene le scelte di regolazione del settore e dallaltra coniugare lo stesso
PUM alla pianificazione e alle scelte di analoga dimensione territoriale operata dai
PRUSST (Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio).In
molti casi il punto di partenza del PUM (si veda paragrafo
In questo contesto l'Amministrazione
Centrale intende operare al fine di consentire alle Amministrazioni periferiche
(Provincie, aggregazioni di Comuni, Comuni) di svolgere appieno il ruolo di proposizione e
interlocuzione con gli altri soggetti istituzionali sulla base di obiettivi, strategie e
priorità motivate da approfondite analisi tecnico-economiche, eseguite secondo standard
comuni e normalizzati.
Con il PUM si potranno richiedere
finanziamenti all'autorità centrale per interventi atti a conseguire gli obiettivi
generali previsti dal governo ai quali possono aggiungersi altri obiettivi delle
amministrazioni locali. Si vuole così sottolineare che il Richiedente, al fine di
conseguire nel proprio ambito territoriale gli obiettivi di riorganizzazione e di sviluppo
del sistema dei trasporti, non è più vincolato nella scelta degli investimenti a seconda
che siano previsti finanziamenti per questo o quel tipo di infrastruttura di trasporto
(metropolitane, tram, strade, parcheggi ecc.), ma potrà decidere liberamente quali opere
o mix di esse siano preferibili nell'ambito urbano di sua competenza al fine di conseguire
gli obiettivi di piano. I finanziamenti, quindi, saranno non più "per opere"
ma "per obiettivi".
2. Il processo di
finanziamento degli investimenti nei sistemi di mobilità urbana
2.1 Definizione dei Piani Urbani di
Mobilità (PUM)
Il PUM è il "progetto del sistema di
trasporto" di una determinata area; esso comprende, oltre alle opere già esistenti,
un insieme di investimenti e di innovazioni organizzativo-gestionali da attuarsi per fasi
in un arco temporale non superiore a 10 anni. Gli investimenti per il trasporto collettivo
possono riferirsi ad infrastrutture, impianti, tecnologie e veicoli, mentre per il
trasporto privato solo ad infrastrutture, impianti e tecnologie; le innovazioni
organizzativo-gestionali sono conseguenti agli investimenti previsti.
Il PUM, come già evidenziato, è
nettamente differenziato dal PUT (Piano Urbano del Traffico) ma è con esso interagente.
Il primo è un piano strategico di medio-lungo termine con il quale si affrontano problemi
di mobilità la cui soluzione richiede "investimenti" e quindi risorse
finanziarie e tempi tecnici di realizzazione: gli obiettivi, cioè, vengono perseguiti
"non a risorse infrastrutturali inalterate". Il PUT, invece, essendo un piano
tattico di breve periodo, assume "risorse infrastrutturali inalterate" e
organizza al meglio lesistente; esso è, quindi, sostanzialmente un piano di
gestione. In tale ottica è evidente che spesso dall'analisi delle criticità
irrisolvibili con il PUT nasconouna volta realizzate le opere previste dal PUM e che , il
PUT, una volta realizzate le opere del PUM, dovrà essere rivisto poiché risulta mutato
linsieme delle infrastrutture disponibili. Sarebbe opportuno, infine, poiché Si
ricorda, infine, che comunque la normativa prevede laggiornamento dei PUT con
cadenza biennale, che tale cadenza si facesse coincidere con le tappe di realizzazione dei
PUM.
Analogamente, il PUM deve essere
strettamente coerente con le logiche del PRUSST. Il PRUSST infatti, quale strumento di
programmazione integrata, concepisce gli interventi sul territorio in una logica di
sistema, con lobiettivo di favorire:
La realizzazione, ladeguamento e il
completamento di attrezzature, sia a rete che puntuali, in grado di promuovere e di
orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e
sociale.
La realizzazione di un sistema integrato di
attività finalizzate allo sviluppo di insediamenti industriali, commerciali e
artigianali, alla promozione turistico-ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane,
centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado.
Il PUM quindi dovrà tenere conto delle
scelte adottate in sede di PRUSST, laddove predisposto, che vanno ad impattare
sullassetto e sul dimensionamento del sistema dei trasporti.
2.2 I soggetti beneficiari
I soggetti beneficiari dei finanziamenti e,
quindi, che hanno la necessità di redigere i PUM, sono gli agglomerati urbani che
superano la soglia di 100.000 abitanti. Essi, pertanto, possono essere:
singoli Comuni o aggregazione di Comuni
limitrofi con popolazione superiore a 100.000 abitanti;
Provincie aggreganti comuni limitrofi con
popolazione complessiva superiore a 100.000 abitanti, di intesa con i Comuni interessati;
Regioni, nel caso di distretti insediativi
che richiedono il rafforzamento delle relazioni di complementarità e sinergia tra i
singoli centri (aree metropolitane di tipo policentrico o diffuso).
Nel primo caso i finanziamenti verranno
concessi al Comune o al Comune egemone (capofila) rappresentante un insieme di Comuni che,
utilizzando lo strumento degli Accordi di Programma, si consorziano per l'ottenimento dei
finanziamenti necessari, nel secondo caso alla Provincia, nel terzo caso alla Regione.
Tale aggregazione di livello minimo si
ritiene indispensabile per dar corpo ad un Piano Urbano di Mobilità di ampio respiro e
tale da richiedere l'intervento finanziario dell'autorità centrale.
2.3 Le procedure di accesso ai
finanziamenti
Per accedere ai finanziamenti il PUM dovrà
avere ottenuto dalla Regione competente il parere favorevole di coerenza e compatibilità
con i piani regionali. Per tale parere occorre prevedere tempi ragionevolmente brevi (30
60 giorni) e attuare la procedura del "silenzio-assenso".
Le procedure di accesso ai finanziamenti
potranno essere attivate con richieste in modo standardizzato a cadenza annuale (sulla
base della Legge finanziaria di ogni anno). La necessità di standardizzazione delle
richieste appare indispensabile sia per fornire al decisore centrale i parametri di
giudizio ritenuti necessari, sia per consentire il confronto tra proposte provenienti da
diversi richiedenti in diversi ambiti territoriali del Paese.
Il ricorso alla standardizzazione delle
richieste consente anche allo stesso Richiedente di valutare a priori la richiesta
avanzata se, nel tempo, si appronta una banca dati relativa ai modi di valutazione (per
esempio i punteggi assegnati a vari indicatori di valutazione dei piani) e il punteggio
minimo raggiunto nel tempo per i piani che sono stati finanziati. Una siffatta procedura
garantisce peraltro una adeguata trasparenza dei giudizi di ogni Piano. Analogamente
occorre prevedere un modo standard di valutazione e una rapida tempistica per
l'approvazione dei Piani.
2.4 La valutazione delle richieste
Per quanto attiene alla valutazione dei PUM
gli elementi da prendere in considerazione per un favorevole accoglimento delle domande di
finanziamento sono almeno:
La quota a carico della collettività
locale sia per gli investimenti che per la gestione;
La massima utilizzazione dell'esistente in
termini sia di infrastrutture che di personale;
La rilevanza qualitativa e quantitativa
degli obiettivi in rapporto alle risorse finanziarie richieste (massimizzazione
dellefficacia);
Gli interventi la cui funzionalità non
dipende da altri interventi;
La rapidità nel raggiungimento degli
obiettivi;
La modularità del processo di
investimenti;
Il raggiungimento di obiettivi collaterali
(pianificazione territoriale, economici, sociali ecc.);
La presenza di piani territoriali correlati
con i PUM;
La misurabilità oggettiva degli obiettivi
conseguiti per ogni modulo del processo;
Leffettivo raggiungimento degli
obiettivi con leventuale parte del PUM già finanziata.
Per quanto attiene, invece, alla tempistica
di approvazione dei Piani, se si adotta una regola di tipo "concorsuale",
occorre prevedere tempi ragionevolmente brevi per scegliere i Piani da finanziare per
l'anno corrente. Tali tempi non devono eccedere i sei mesi per dar modo agli enti locali,
cui non è stato approvato il Piano per un anno finanziario, di poterlo ripresentare per
l'anno successivo apportando le opportune modifiche.
Anche, infine, i modi e i tempi di
erogazione di quanto finanziato devono seguire la stessa logica di chiarezza, trasparenza
e tempistica richiesta alle comunità locali. Ad un comportamento virtuoso del Richiedente
deve necessariamente corrispondere un analogo comportamento virtuoso da parte dell'ente
centrale che dovrà valutare le richieste e provvedere allerogazione dei
finanziamenti. Occorre, quindi, anche in questo caso approntare regole chiare per le
erogazioni e tempi ragionevolmente certi.
Appare opportuno, inoltre, finanziare in
parte la gestione del sistema di trasporto collettivo qualora per effetto del PUM si
ottenessero rilevanti variazioni della quota di ripartizione modale della domanda di
mobilità a favore di questultimo. Tale finanziamento dovrebbe almeno intervenire
per il periodo iniziale di esercizio, prima cioè che subentrino i rientri tariffari
prevedibili sia dal trasporto collettivo che da quello privato (autofinanziamento del
sistema). Tale incentivo finanziario alla gestione potrebbe essere concesso dai Ministeri
competenti in materia di mobilità.
Uno schema del processo del PUM è
riportato in fig. 1.
Fig. 1: procedura dei PUM
3. Obiettivi, vincoli, contenuti e
risorse finanziarie del PUM
3.1 Obiettivi
I principali obiettivi da perseguire
mediante la realizzazione delle opere previste nei PUM sono:
il soddisfacimento e lo sviluppo dei
fabbisogni di mobilità;
il risanamento ambientale;
la sicurezza del trasporto;
la qualità del servizio;
il risanamento economico delle aziende di
trasporto.
A questi possono, ovviamente, aggiungersi
altri obiettivi previsti dalle amministrazioni locali (Regione, Richiedenti).
Con il soddisfacimento e lo sviluppo dei
fabbisogni di mobilità si intende mantenere complessivamente inalterata, o al limite fare
aumentare, laccessibilità di tutte le zone ricadenti nellarea di intervento e
di questultima con lintera area di studio.
Per rendere "misurabile" il
raggiungimento di tale obiettivo devono essere impiegati modelli per il calcolo di indici
di accessibilità basati sui livelli di servizio offerti dal sistema di trasporto (privato
e collettivo) ex ante ed ex post previsti dal PUM. Il PGT si fa carico di produrre tali
indici.
Con il risanamento ambientale si intende
diminuire, almeno entro i limiti previsti dagli accordi internazionali sottoscritti,
l'inquinamento atmosferico (CO2, NOx, benzene) e migliorare la
qualità e la vivibilità dell'ambiente fisico e urbano.
Per rendere "misurabile" il
raggiungimento di tali obiettivi, devono essere usati modelli di emissione degli
inquinanti in funzione dei volumi di traffico e dei livelli di congestione ex ante ed ex
post previsti dal PUM.
Con lincremento della sicurezza del
trasporto si intende: spostare utenza dai sistemi di trasporto a più elevato rischio a
quelli a rischio minore e cioè dal sistema di trasporto individuale a quello collettivo;
ridurre la velocità dei veicoli, specie in aree ad elevato rischio per le utenze deboli
(cicli e pedoni), mediante, ad esempio, interventi di traffic calming; ridurre i
punti di conflitto tra correnti veicolari e tra correnti veicolari e utenze deboli;
proteggere adeguatamente le utenze deboli.
Per rendere "misurabile", anche
se in senso relativo, il raggiungimento di tali obiettivi, devono essere usati modelli di
previsione delluso dei diversi modi di trasporto (modelli di modal split),
modelli di previsione di traffico e di velocità dei veicoli sui rami della rete di
trasporto, entrambi in funzione degli interventi previsti dal PUM con unanalisi ex
ante ed ex post.
|
Incrementare la qualità del servizio
significa fornire un livello di servizio soddisfacente alla mobilità interna al
territorio in esame e nei suoi collegamenti esterni. Più in particolare si intende:
ridurre al minimo (compatibilmente con gli obiettivi legati alla sicurezza) i tempi tra le
diverse coppie O.D. per tutti i sistemi di trasporto, ognuno da utilizzarsi nel suo campo
di funzionamento tecnico-economico ottimale; aumentare l'affidabilità del servizio al
fine di ridurre i tempi di attesa; aumentare l'integrazione tra tutti i modi di trasporto
sia individuali (auto, moto, cicli) che collettivi (ferrovie dello stato, ferrovie
concesse, metropolitana, tram. bus, taxi, ecc.), considerando l'intero sistema come una
rete multimodale; integrare la tariffazione del trasporto collettivo e il pricing
del trasporto individuale, sempre con lobiettivo di incentivare limpiego di
ciascun modo in modo ottimale; migliorare il comfort dell'utente a terra (stazioni e
fermate) e a bordo dei veicoli (architettura interna del veicolo, posti a sedere,
condizionamento, ecc.); migliorare la sicurezza dei veicoli e delle persone a bordo di
essi; prevedere una "tariffa" e un pricing variamente integrati e
differenziati (nello spazio, nel tempo, per classi di utenti) per cogliere meglio le
"diversità" tra gli utenti e le relative specifiche "disponibilità a
pagare".
Anche in questo caso devono essere
utilizzati diversi modelli e metodi per calcolare in maniera quantitativa, mediante
indicatori sintetici, il raggiungimento degli obiettivi specifici predetti.
Per conseguire il risanamento economico
delle aziende occorre ottimizzare l'efficienza tecnico-economica dell'azienda stessa. Ci
si riferisce, ad esempio, allaumento dellefficienza sia nella produzione dei
servizi che nella gestione (tariffazione e riscossione) dei ricavi.
Anche in questo ultimo caso possono essere
utilizzati diversi modelli e metodi per calcolare in maniera quantitativa, mediante
indicatori sintetici, il raggiungimento degli obiettivi specifici predetti.
3.2 Vincoli
Stanti gli anzidetti obiettivi,
nellindividuazione degli interventi il PUM deve tenere conto e rispettare alcuni vincoli
imposti dalle condizioni strutturali e operative, e in particolare:
il rispetto degli strumenti programmatori
esistenti su cui il PUM non può incidere;
la possibilità tecnica di realizzare degli
interventi per fasi funzionali in modo da ottenere dei benefici apprezzabili e
quantificabili nelle fasi modulari di breve e medio periodo;
la disponibilità delle risorse finanziarie
per coprire sia i costi di investimento che di gestione del sistema;
la necessità che gli interventi proposti
riguardino il territorio in esame, ma tenuto conto dell'interazione con l'area ad esso
esterna;
le eventuali scelte pregresse, solo se
giustificabili rispetto allo schema complessivo del sistema della mobilità
dellintera area.
Non sono previsti vincoli di compatibilità
ambientale poiché il risanamento ambientale è uno degli obiettivi.
3.3 Contenuti
Il PUM deve prevedere linsieme degli
interventi infrastrutturali e organizzativi necessari al raggiungimento degli obiettivi
prefissati da realizzarsi in un arco temporale massimo di 10 anni.
Tali interventi dovranno essere suddivisi
in fasi funzionali, ciascuna delle quali deve consentire il conseguimento di risultati
parziali, chiaramente individuati e misurabili. I risultati di ciascuna fase funzionale
dovranno evidenziare un significativo avvicinamento agli obiettivi prefissati: è questa
la condizione per ammettere ai finanziamenti richiesti alle amministrazioni centrali per
la fase funzionale successiva.
Inoltre, le valutazioni in "corso
dopera" delle scelte progettuali effettuate consentono anche la possibilità di
rimodulare gli interventi, soprattutto in relazione al mix tra investimenti
infrastrutturali e interventi organizzativo-gestionali.
La disamina delle possibili strategie di
intervento dei PUM è affrontata nel paragrafo 5.
3.4 Il reperimento delle risorse
La realizzazione degli interventi contenuti
nelle proposte del PUM comporteranno una notevole quantità di risorse sia per il
finanziamento degli investimenti che per la gestione del sistema da esso previsto. Nel
Piano deve essere, quindi, contenuta una approfondita analisi di tutte le possibili fonti
utilizzabili per la copertura dei costi.
Il coinvolgimento del capitale privato
nella realizzazione degli investimenti nel trasporto locale, anche se auspicabile, sinora
non ha dato luogo ad esperienze significative. E pertanto da ritenere in via
cautelativa che tale coinvolgimento potrà essere limitato ai pochi casi di servizi
altamente remunerativi e più facilmente separabili, in termini gestionali, dal resto del
sistema. Negli altri casi, le Amministrazioni locali devono reperire le risorse
finanziare, ad integrazione di quelle nazionali, necessarie a coprire i costi di
investimento e di gestione. Per questi ultimi è opportuno ricercare il mix ottimale di
ripartizione degli oneri tra i beneficiari diretti dei servizi e gli altri beneficiari
indiretti attraverso, ad esempio, la tariffazione dell'uso delle strade (circolazione e
sosta).
Le principali fonti di copertura possono
essere così sintetizzate:
per il finanziamento degli investimenti:
le risorse ordinarie esterne (finanziamento statale), le risorse straordinarie per
investimenti (cofinanziamento U.E. o da bilancio degli Enti Locali) e la capacità interna
del sistema di autofinanziare gli investimenti;
per il finanziamento della gestione: le
risorse esterne (incentivi ministeriali), i rientri tariffari da trasporto pubblico e dal pricing
delle strade (road e park pricing), i risparmi da recupero di produttività
aziendale e il gettito dei tributi locali.
4. Lattuazione e
la gestione del PUM
Gli interventi contenuti nel PUM possono
avere un diverso grado di definizione progettuale e quindi diversi livelli di precisione
nella valutazione delle caratteristiche tecnico-funzionali e dei relativi costi. Infatti,
per alcune opere, potranno già essere stati redatti progetti preliminari, o definitivi, o
addirittura esecutivi, per altre si potranno solo effettuare verifiche tecniche ed
economiche di larga massima o individuare esigenze progettuali. Daltro canto, come
si è detto, il PUM prevede interventi realizzabili nel medio e lungo periodo per i quali
è ipotizzabile la necessità di analizzare nel tempo modifiche o nuove proposte non
considerate nel Piano stesso.
Il processo di attuazione è quindi
unattività fondamentale. A tal fine il Richiedente deve dotarsi di un Ufficio di
Piano, al cui interno siano presenti opportune competenze professionali e idonei strumenti
tecnici in grado di sviluppare o commissionare le successive fasi di progettazione, di
verifica e di integrazione nonché di interfacciarsi con le altre Amministrazioni e gli
operatori del settore sia a livello locale che nazionale.
Tale struttura è altresì indispensabile
per avere capacità decisionale non solo sulle scelte strategiche contenute nel PUM, ma
anche per gestirne lattuazione. Occorrerà, infatti, controllare il flussi di
finanziamento, la realizzazione delle opere, lanalisi di eventuali varianti, la
scelta dei programmi di esercizio e di gestione del traffico privato, ecc..
Anche il raggiungimento degli obiettivi
gestionali deve essere perseguito e costantemente monitorato. In tal senso bisognerà
scegliere oculatamente le società di gestione per evitare eventuali distorsioni.
Occorrerà, quindi, piena capacità di
programmazione, riducendo al minimo i condizionamenti sia interni (disponibilità di
strutture interne adeguate allo scopo) che esterni; piena capacità di monitorare e di
controllare lattuazione del Piano e produzione dei servizi di trasporto pubblico;
capacità di acquisire ulteriori risorse finanziarie per la realizzazione degli
investimenti e la gestione dei servizi attraverso autonome politiche tariffarie e fiscali;
capacità di utilizzare i meccanismi di mercato per la produzione efficiente dei servizi
programmati.
5. La metodologia per la
formulazione delle proposte del PUM
5.1 Analisi della struttura e delle
criticità del sistema di trasporto attuale
5.1.1 Analisi della domanda di mobilità
Nelle aree urbanizzate si è quasi sempre
in presenza di un centro di attrazione principale (comune dove sono insediate le attività
di maggior pregio dellarea) per cui la domanda di trasporto in esse, al cui
soddisfacimento con servizi di qualità riconoscibile devono pervenire gli interventi
previsti nel PUM, può essere distinta in quattro diverse componenti, a seconda del
rapporto di essa con il predetto centro egemone:
quella centripeta (verso il centro
egemone);
quella centrifuga (dal centro egemone
verso la conurbazione esterna);
quella di attraversamento (del centro
egemone);
quella esterna (non interessante il
centro egemone).
La prima componente è di norma quella di
maggiore rilievo e comporta i maggiori problemi, andando ad interessare un territorio con
infrastrutture di trasporto già molto utilizzate dai traffici interni al centro egemone
stesso. Ogni giorno entrano nelle ore di punta, nei maggiori capoluoghi di regione e di
provincia italiani, quote di traffico, sia sul sistema di trasporto collettivo che
privato, di un ordine di grandezza simile a quello che già si sposta all'interno di essi
per effetto della domanda di trasporto generata dai residenti.
La seconda componente, di quantità ben
più limitata della prima e interessante un territorio più ampio, crea anch'essa non
pochi problemi, essendo difficilmente servibile con un sistema di trasporto collettivo
efficiente e di buon livello qualitativo. Detta mobilità, infatti, a causa della sua
dispersione sul territorio e non potendosi servire in prossimità della destinazione di un
sistema di trasporto collettivo, perché spesso assente, è costretta ad utilizzare
unicamente il sistema di trasporto privato, andando così ad interessare quel reticolo
viario dei comuni della conurbazione spesso già incapace di sopportare la mobilità
interna del comune stesso.
|
La terza componente, anch'essa solitamente
di quantità ridotta, provoca, tuttavia, seri problemi sia al trasporto privato che a
quello collettivo. E' infatti ampiamente noto il problema delle linee di trasporto
collettivo passanti, specie quelle ferroviarie intorno alle quali si è sviluppato un
acceso dibattito tra i fautori di linee passanti e i sostenitori di linee attestate al
centro della città. Anche per il sistema di trasporto stradale è ancora aperto il
dibattito legato alle tangenziali e alle circonvallazioni che, utilizzando il territorio
del centro egemone, se non sufficientemente inserite in esso, agiscono come barriere
architettoniche sul territorio con elevati impatti negativi.
La quarta componente è la meno evidente,
ma non meno problematica perché, non interessando l'area centrale, è di difficile
soddisfacimento sia con il sistema di trasporto collettivo (spesso assente questa volta
sia in prossimità dell'origine che della destinazione) sia con il sistema di trasporto
privato, le cui caratteristiche di rete sono prevalentemente radiali da o verso il centro
egemone.
Anche nel centro egemone si possono
riconoscere le stesse componenti della domanda di mobilità, questa volta aventi come
centro il "Centro storico". Ma in questo caso non sempre sono trasferibili le
considerazioni appena svolte circa limportanza relativa di ciascuna di esse. In
questo caso, infatti, è presente spesso una domanda radiale di consistente rilevanza non
facilmente servita dai sistemi di trasporto sia collettivo che privato, che invece sono
"orientati" verso la domanda centripeta e centrifuga. E questo, ad
esempio, il caso sia della viabilità tangenziale, spesso congestionata, che del trasporto
collettivo di bassa qualità per gli spostamenti trasversali.
5.1.2 Analisi dell'offerta attuale
Il primo passo nel processo di formulazione
delle proposte di Piano è l'analisi della situazione attuale, con lo scopo di
acquisire un quadro informativo abbastanza ampio circa le caratteristiche fisiche e
funzionali del sistema dei trasporti esistente nell'area di intervento, ma anche, e
soprattutto, per individuare i punti critici dell'offerta di trasporto.
Il riconoscimento di questi punti è
necessario per la formulazione delle proposte. In molti casi lo spunto per l'elaborazione
dei PUM può essere fornita dai PUT. Con questi ultimi, infatti, dovrebbero essere state
già messe in atto tutte quelle strategie organizzative e gestionali che, a risorse
infrastrutturali praticamente immutate, siano in grado di risolvere i problemi di
mobilità. Dalle criticità irrisolte dai PUT può prendere avvio il PUM che a sua volta,
potendo contare su tempi più lunghi e su risorse finanziarie di una certa consistenza,
con opportune strategie, ridisegna l'offerta di trasporto privato e collettivo nel medio
lungo termine. E', ovvio, che una volta realizzato un PUM o parte di esso dovrà essere
aggiornato il PUT, essendo mutate le risorse di offerta di trasporto sul territorio.
D'altro canto è esplicitamente previsto dalla normativa vigente l'aggiornamento con
cadenza biennale dei PUT, che sarà opportuno far coincidere con le realizzazioni
predette. Il ruolo congiunto e complementare del PUM, quale piano strategico di
medio-lungo termine che può prevedere variazioni anche consistenti di offerta di
trasporto, e del PUT, interpretato come piano tattico di breve termine a risorse
infrastrutturali pressoché inalterate, è la migliore strategia di pianificazione nei
trasporti urbani e metropolitani.
E raro trovarsi in presenza di una
struttura di offerta con reti integrate, sia fisicamente sia dal punto di vista
gestionale, per cui di fatto spesso non esiste una rete multimodale integrata a servizio
dell'area. L'assenza di tale struttura a rete è una carenza forte ancorché in molti casi
abbastanza facilmente superabile senza cospicui investimenti, ma solo riorganizzando al
meglio l'intero sistema di trasporto multimodale e intervenendo nei nodi di
interconnessione. Anche a livello di sottosistema si assiste ad una confusione di ruoli
funzionali tra le varie componenti che lo caratterizzano. Ad esempio, le linee di
trasporto collettivo svolgono tutti i ruoli di raccolta, di distribuzione, di collegamenti
su lunga percorrenza ecc. Anche il sistema viario e della sosta spesso mostra
lassenza di una struttura chiara per lutente, in cui siano differenziate le
funzioni delle diverse strade come, peraltro, previsto dai PUT: assi di penetrazione e
collegamento fra le diverse macro-zone dell'area (rete primaria) con caratteristiche
geometriche e funzionali (velocità commerciale, fluidità) migliori rispetto alla rete di
secondo livello di distribuzione all'interno delle macro-zone. Il sistema della sosta
fornisce pochi parcheggi di interscambio sui principali assi ferroviari, la tariffazione e
il controllo della sosta sono spesso applicati senza una logica chiara.
Dall'analisi della situazione attuale
devono quindi emergere le criticità e devono essere calcolati gli indicatori per i
diversi obiettivi predetti che verranno poi utilizzati per stimare lefficacia delle
soluzioni di PUM proposte.
5.2 Le strategie di intervento
5.2.1 I principi generali
Gli interventi da proporre devono essere
tali da conseguire gli obiettivi indicati e misurabili secondo quanto detto in precedenza.
Alcuni principi di carattere generale possono tuttavia essere formulati.
Il primo principio è quello di sviluppare
un sistema di trasporto equilibrato e integrato. Detto principio comporta la
realizzazione di reti fortemente interconnesse e strutturate in modo da realizzare una
equilibrata ripartizione della mobilità fra le diverse modalità di trasporto,
utilizzando ciascuna nellambito del proprio campo di validità tecnico-economica e
di compatibilità ambientale. Le esigenze di mobilità possono essere soddisfatte con
diversi modi di trasporto, da quello pedonale a quello ferroviario; ciascuna modalità ha,
ovviamente, campi propri e può soddisfare segmenti di domanda e tipologie di spostamenti
diversi.
Elemento di base del sistema dei trasporti
dovrà essere la rete su ferro, che va completamente integrata con il sistema su
gomma mediante linee ad elevata affidabilità su coppie O.D. non servite dal ferro, linee
feeder ad elevata frequenza o ad appuntamento, parcheggi di interscambio, ecc.. Essa
dovrà essere realizzata dando priorità al potenziamento (nuove stazioni) e
allintegrazione (brevi tratti di raccordo, omogeneizzazione di veicoli e impianti,
ecc.) delle linee ferroviarie eventualmente esistenti nell'area, concentrando gli
interventi su direttrici che giustifichino i notevoli costi di tali investimenti, o per
lintensità della domanda da servire o per la possibilità di integrazione con gli
altri elementi della rete,
Ovviamente, per quanto detto prima, il
sistema dei trasporti si articolerà in altre reti, a loro volta interconnesse e collegate
a quella su ferro: la rete dei trasporti collettivi di superficie; la rete stradale con i
parcheggi di interscambio. Nel seguito saranno descritte in maggiore dettaglio le
strategie di intervento dei diversi sotto-sistemi modali e le tipologie di relazioni
spaziali per le quali utilizzarli.
Il secondo principio è quello di prevedere
insieme agli interventi sullofferta appropriate politiche di gestione della domanda.
Significative modifiche della ripartizione modale, dei livelli di sicurezza, di
inquinamento e di qualità del servizio si ottengono solo con una politica congiunta di
interventi di aumento di offerta di trasporto collettivo e di interventi dissuasivi
delluso del modo individuale. Pertanto, nella predisposizione degli scenari di
Piano, dovranno essere previste forme di controllo della domanda, prevalentemente basate
sulla tariffazione differenziata dell'uso delle strade e della sosta in funzione dei
livelli di congestione e di inquinamento, e delle alternative di trasporto collettivo
disponibili.
Il terzo principio, peraltro in diretta
connessione con uno degli obiettivi enunciati, è quello dellefficienza
gestionale del sistema in termini di riduzione dei costi di gestione e di aumento dei
ricavi del traffico. I finanziamenti che si richiedono devono comportare una significativa
riduzione dei costi unitari di gestione del sistema della mobilità. Inoltre i ricavi del
traffico, sia sul sistema di trasporto collettivo che su quello individuale, devono essere
rapportati allincremento della qualità dei servizi che verranno forniti, in modo da
poter coprire, anche se in parte, il costo totale di gestione del sistema. In tal modo,
riducendo le spese correnti per le Amministrazioni locali, si liberano risorse per poter
finanziare la quota "locale" degli investimenti che s'intendono proporre.
5.2.1.1 Le strategie per la rete del
trasporto collettivo
a) La rete su ferro.
Il sistema di trasporto collettivo a
impianto fisso (ferrovie, metropolitane, tram, ecc.) gioca un ruolo molto importante per
conseguire gli obiettivi del PUM. Luso di esso deve perciò essere incrementato
aumentandone il livello di servizio.
Tale obiettivo, per il sistema su ferro
eventualmente esistente, si persegue aumentando larea servita con nuove linee e,
soprattutto, con nuove stazioni, favorendo la connessione a rete del sistema, mediante
fermate di interscambio tra una linea e unaltra, incrementando la frequenza del
servizio e, infine, migliorandone laffidabilità. In tale modo si dota l'area di una
rete integrata di trasporto collettivo su ferro.
Le principalistrategie sono:
il miglioramento funzionale dei nodi
intermodali già esistenti nellarea;
l'individuazione di nuovi nodi di
interscambio e di nuove stazioni in aree già attraversate da linee su ferro;
l'individuazione di nuovi rami ferroviari
su relazioni caratterizzate da unelevata domanda o volti ad aumentare la
connettività di rete.
Con la prima si intende conseguire la
massima integrazione dellintero sistema di offerta di trasporto pubblico e privato.
In altri termini, occorrerà dotare le stazioni del sistema su ferro di opportune linee
feeder di trasporto collettivo su gomma, nonché di opportuni parcheggi di
interscambio. Tale strategia consente, peraltro, di utilizzare nel proprio campo tecnico
funzionale ottimale ogni sistema di trasporto predetto: il ferro quale trasporto rapido di
massa a elevata affidabilità; il bus quale trasporto collettivo capillare a elevata
accessibilità; lauto per le località non adeguatamente servite o servibili con il
trasporto collettivo. Con la seconda si intende ampliare laccessibilità al sistema
su ferro. Con la terza, infine, si intende la necessità di realizzare nuovi assi
ferroviari, o nuovi tratti di ferrovie esistenti, solo su relazioni a elevata intensità
di domanda e su tratti che aumentano fortemente la connettività del sistema su ferro. Le
tre strategie sono elencate in ordine crescente di importanza e conseguentemente di
impegni di spesa e di tempi di realizzazione.
b) Il sistema su gomma.
Per le aree dove è presente un sistema di
trasporto collettivo su ferro, lo schema generale del trasporto su gomma al quale è
opportuno riferirsi è a duplice funzione: quella di supporto al sistema su ferro e quella
di complementarità con questultimo. La prima funzione, già anticipata in
precedenza, è quella di linee di raccolta e di distribuzione di utenza da e per il
sistema su ferro. La seconda è quella che prevede opportune linee ad elevata frequenza e
affidabilità a servizio di spostamenti medi e lunghi, in stretta integrazione con la rete
su ferro e, quindi, specializzate principalmente su quelle coppie O/D non servite dal
ferro, sempre garantendo allutente di non dover effettuare più di due trasbordi per
poter utilizzare il sistema di trasporto collettivo su ferro.
Per le aree dove non è presente né è
previsto un sistema di trasporto collettivo su ferro, lo schema di rete dovrà essere
orientato sulla domanda potenziale di trasporto, gerarchizzato per linee portanti e feeder
e dovrà avere caratteristiche di qualità minima percepibile dagli utenti sia per il
trasporto urbano che extraurbano. Per il primo è opportuno prevedere linee a percorso e
frequenza fisse con un intertempo non superiore a 20 minuti per la struttura portante
della rete e linee a percorso e frequenza variabile per leventuale adduzione. Per il
secondo è opportuno prevedere sia linee a percorso e frequenza fisse "ad
appuntamento" (massimo rispetto degli orari previsti e comunicati allutente)
che linee feeder a percorso e frequenza variabile.
c) Le tecnologie complementari
Per migliorare efficienza e qualità dei
servizi su gomma è necessario in molti casi dotarli di tecnologie complementari derivate
da quelle delle telecomunicazione e dell'informatica. Ci si intende qui riferire sia ai
moderni sistemi di telelocalizzazione che di bus priority. La telelocalizzazione è
indispensabile per i servizi a bassa frequenza e ad appuntamento nonché per i servizi
feeder al ferro dove l'interscambio con frequenze non elevate (i predetti sistemi ad
appuntamento) può essere ben garantita con il controllo in tempo reale della posizione di
tutti i veicoli del sistema di trasporto collettivo. Questa tipologia di interventi, oltre
ad essere non molto costosa, ha unelevata efficacia nellaumentare la qualità
percepita del servizio, essendo l'utente informato in tempo reale sullo stato di
funzionamento del sistema. Le tecniche di bus priority, dalla semaforizzazione
preferenziale della singola intersezione agli itinerari protetti, sono particolarmente
opportune per le linee portanti ad elevata frequenza.
5.2.1.2 Le strategie per la rete stradale
a) La rete viaria.
Costituiscono oggetto del PUM gli
interventi infrastrutturali sulla rete stradale dell'area costituita sia dalle strade di
collegamento tra macrozone sia dalle strade interne alle macrozone.
Gli interventi del PUM sulla componente
stradale del sistema di trasporto, al fine di perseguire nello specifico settore gli
obiettivi di:
risanamento ambientale,
sicurezza del trasporto,
qualità del servizio,
dovranno:
ridurre le interferenze fra traffico e
ambiente (inquinamento atmosferico e acustico, intrusione visiva dei veicoli nelle aree di
pregio ambientale, sottrazione di spazio alle attività ricreative, culturali ecc.)
tramite la realizzazione di interventi finalizzati alla mitigazione degli impatti
ambientali;
aumentare la sicurezza e quindi ridurre i
punti di conflitto tra le diverse correnti veicolari, ridurre i pericoli e gli ostacoli al
movimento dei pedoni, diminuire nelle zone critiche la velocità dei veicoli tramite
interventi strutturali ad essi finalizzati (sovrappassi e sottopassi, interventi di
traffic calming, ecc.)
ridurre il costo generalizzato degli
spostamenti sia per il trasporto collettivo che per quello individuale.
Tali obiettivi vanno perseguiti tramite
opportune strategie di intervento che tendano, inizialmente, ad utilizzare al meglio
l'esistente. Esse, coerentemente con quanto stabilito dai Piani previsti dal Codice della
Strada, possono prevedere interventi su strade esistenti ovvero la costruzione di
opportuni rami stradali mancanti, aventi la funzione di portare a rete l'esistente. Le
opere previste dovranno ovviamente avere un basso impatto ambientale.
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b) Le tecnologie complementari
Per migliorare efficienza e qualità della
rete stradale è necessario in molti casi prevedere l'uso di tecnologie complementari
derivate da quelle delle telecomunicazione e dell'informatica. Ci si intende qui riferire
sia ai sistemi di informazione in tempo reale all'utente pre trip o en route
(dal più complesso sistema di route guidance ai più semplici pannelli a messaggio
variabile), sia alle reti semaforiche intelligenti, sia infine ai sistemi di pedaggio
automatico (tipo telepass). L'uso opportuno di tali tecnologie varia ovviamente caso per
caso ma dati i loro costi contenuti esibiscono spesso un buon rapporto costo/efficacia.
c) Le due ruote
L'uso dei veicoli a due ruote, motorizzati
e non, deve essere opportunamente regolamentato. Per entrambi va posta particolare
attenzione nei punti di conflitto con gli autoveicoli, per evidenti ragioni di sicurezza.
Se da un lato è opportuno prevedere piste ciclabili, ove possibile, è altrettanto
opportuno prevedere una regolamentazione dell'uso per i motoveicoli sia per motivi di
inquinamento (atmosferico e acustico) sia per riservare al solo uso pedonale alcune zone
delle città.
d) La sosta e la gestione della domanda
Gli obiettivi e le strategie per il sistema
della sosta sono diverse e vanno distinte per le tre componenti: sosta dei residenti,
sosta in destinazione e sosta di interscambio. Qui di seguito ci si occuperà solo dei
finanziamenti dellultima, esistendo per la prima, anche se con tutte le note
difficoltà attuative, la Legge 122/91 e per la seconda si ritiene possibile e auspicabile
un auofinanziamento. La sosta di interscambio deve svolgere limportante ruolo di
rendere accessibili i sistemi di trasporto collettivo su ferro agli utenti che non si
trovano in prossimità delle relative stazioni. Secondo questa logica è opportuno
prevedere parcheggi di interscambio in corrispondenza di tutte le stazioni del trasporto
pubblico su ferro, al fine di favorire al massimo l'uso del sistema di trasporto
collettivo mediante il park and ride.
Per quanto attiene alle politiche di
gestione della domanda di trasporto con veicoli privati, occorrerà adottare una politica
articolata per segmenti di mercato e per le diverse macrozone dell'area di i ntervento,
essenzialmente basata su politiche di road e parkpricing.
L'imposizione di un pricing d'uso di parti di rete stradale, sia per la
circolazione che per la sosta, aumenta il costo percepito dagli utenti del trasporto
privato e conduce, quindi, ad una più equilibrata la ripartizione modale. Un ulteriore
miglioramento può infine ottenersi mediante l'utilizzazione del ricavato del pricing
per finanziare il trasporto pubblico. Si può realizzare, così, un sistema di trasporto,
pubblico e privato, in parte capace di autofinanziarsi. Evidentemente queste strategie di pricing
implicano il raggiungimento di un equilibrio fra livello tariffario, livello della domanda
di mobilità e accessibilità garantita dal trasporto collettivo; esse vanno quindi
dimensionate nello spazio e fondamentalmente nel tempo in funzione del sistema di
trasporto collettivo, specie su ferro, esistente nell'area di i ntervento.
5.3 Le interconnessioni con il sistema
esterno all'area di intervento
Qualunque intervento previsto dai PUM
produce impatti anche nei confronti del sistema di trasporti allesterno
dellarea di intervento; occorre, quindi, identificare e considerare le esternalità
associate sia agli interventi infrastrutturali che alle misure di carattere gestionale.
5.4 Costruzione degli scenari
5.4.1 Lo scenario di riferimento
Dello scenario di riferimento devono fare
parte tutte le infrastrutture di trasporto esistenti e quelle già definite e finanziate,
per le quali si preveda il completamento in un arco temporale compatibile con il PUM; per
tutte devono essere definite le caratteristiche tecniche e di esercizio, i costi e i
ricavi di gestione. Per lintero sistema devono essere calcolati i valori degli
indicatori riferiti agli obiettivi predetti, che descrivono, sinteticamente, lo stato di
funzionamento del sistema alle varie cadenze temporali nellipotesi di scenario del
"do nothing". Si dovrà, in altre parole, fornire un quadro completo
della situazione del trasporto che si potrà verificare nellarea di intervento al
solo crescere naturale della domanda e dellofferta nel periodo di validità del PUM.
Tale scenario, come è ovvio, servirà per gli opportuni confronti.
Lo scenario di riferimento potrà prevedere
comunque alcuni interventi di naturale evoluzione che comportino un costo molto limitato o
anche nuovi criteri di gestione sia del sistema di trasporto collettivo sia del sistema di
trasporto privato. Secondo tale impostazione lo scenario di riferimento, quindi, ha un
ruolo attivo e non di sola fotografia dellesistente.
Per questo scenario, come per gli altri
posti a confronto, ad esempio con analisi multicriteriale, occorrerà calcolare almeno:
gli effetti sullambiente; gli effetti sulla sicurezza; gli effetti sulla domanda di
mobilità; gli impatti economici e finanziari (investimenti e gestione).
5.4.2 Gli scenari di intervento
Gli scenari di intervento dovranno
comprendere interventi infrastrutturali e tecnologici che possono essere realizzati in un
arco temporale di 10 anni. Tali interventi vanno definiti individuando i sistemi di
trasporto e le tecnologie idonee a soddisfare le esigenze di mobilità delle diverse zone
dellarea di intervento in coerenza con gli obbiettivi del PUM. Qualora si
individuino sistemi di trasporto o tecnologie ovvero tecniche di gestione alternative fra
loro, tra di essi deve essere effettuato un confronto e va scelto quello preferibile
rispetto agli obiettivi generali previsti per il PUM. Ogni scenario potrà essere
articolato per fasi di attuazione; in ciascuna di esse dovranno essere contenuti
interventi funzionali (e cioè ciascun intervento anche parziale dovrà potere entrare in
esercizio alla fine della fase in cui è inserito). Per ogni passo di attuazione di ogni
scenario, devono essere calcolati gli indicatori di previsto raggiungimento, ancorché
parziale, degli obiettivi del PUM. In tale ottica, tutti gli scenari vanno opportunamente
simulati per verificare quantitativamente il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Alluopo esistono diversi modelli e metodologie che tengano conto di tutti gli
impatti interni al sistema e esterni ad esso (vedi fig. 2). La corrispondenza tra quanto
previsto e quanto realmente accaduto e rilevato, dovrà necessariamente costituire un
importante parametro di valutazione per i successivi finanziamenti richiesti
allamministrazione centrale, sia per il completamento del piano stesso sia per altri
interventi.
Vanno pertanto calcolati numerosi
indicatori sintetici di raggiungimento degli obiettivi, riguardanti sia lo scenario di
riferimento che quelli di intervento. Ponendo a confronto gli indicatori, tra i diversi
scenari alle diverse cadenze temporali di stati davanzamento funzionali, si potrà
essere in grado di esprimere un giudizio sulla validità della proposta finale scaturita
dal PUM.
Gli effetti di un Piano di Mobilità
possono essere suddivisi tra interni al sistema di trasporto ed esterni ad esso.
Gli effetti interni al sistema riguardano
essenzialmente le variazioni relative alla domanda di mobilità, nelle sue quattro
componenti di generazione, distribuzione spaziale dei viaggi, ripartizione modale, flussi
sulle reti di trasporto nonché i costi di investimento. Tali variazioni sono dovute alle
differenze determinate sullofferta di trasporto per effetto degli interventi
previsti nello scenario. Essi, infatti, modificano i parametri dellofferta di
trasporto percepiti dagli utenti (tempi di viaggio, frequenza e affidabilità dei servizi,
costi monetari ecc.) e, di conseguenza, le condizioni di accessibilità relativa delle
diverse zone del territorio. Altri effetti interni per la valutazione delle alternative
sono, ovviamente, i costi di investimento e di gestione. I costi di investimento
sono quelli relativi alle infrastrutture, al materiale rotabile, alle tecnologie e
comunque, in generale, a tutti i beni soggetti ad ammortamento. I costi di gestione
e i ricavi del traffico, dei diversi sistemi di trasporto presenti in ciascuno
scenario, sono quelli relativi allesercizio su base annua e ai ricavi previsti in
funzione della struttura tariffaria programmata. Da tali effetti scaturiscono le opportune
analisi per il risanamento finanziario delle aziende di trasporto. Infine, altro effetto
interno indotto dal Piano in esame, riguarda la sicurezza del trasporto in relazione alla
minore probabilità di incidenti ed eventuale minore pericolosità degli stessi per le
variazioni indotte sia dalle diverse quote duso dei vari modi di trasporto sia dal
diverso assetto della circolazione dei veicoli privati.
Gli effetti esterni degli interventi sul
sistema di trasporto riguardano essenzialmente le variazioni indotte
allaccessibilità e gli impatti ambientali. Per quanto riguarda laccessibilità
è evidente che variazioni dellofferta di trasporto indurranno una diversa
accessibilità delle zone con conseguente nuova redistribuzione delle attività sul
territorio. Questa indurrà una nuova e diversa domanda di trasporto innescando così un
processo circolare (fig. 2). Per quanto riguarda gli effetti sullambiente fisico,
essi sono essenzialmente dovuti ai livelli di emissione di sostanze inquinanti e di
pressione sonora strettamente connessi ai flussi di traffico automobilistico e ai livelli
di congestione conseguenti. Statisticamente connessi alluso dellauto sono
anche i livelli di incidentalità che si verificano sulla rete stradale dellarea di
studio. Per analizzare gli impatti predetti nei diversi scenari di intervento del PUM è
necessario utilizzare un sistema di modelli analitici opportunamente calibrato mediante
indagini e rilevazioni "mirate" sia sulla offerta di trasporto che sulla domanda
di mobilità. Occorrerà, inoltre, tenere conto della evoluzione delle principali
variabili socio-economiche e territoriali dellintera area di studio. Particolare
attenzione dovrà essere posta, infine, alla valutazione degli effetti derivanti
dallinsieme delle opere infrastrutturali previste, dalle politiche di controllo
della mobilità e di gestione del sistema. In questo senso risulta, ovviamente, premiante
la rapidità del raggiungimento, anche parziale, degli obiettivi e la modularità ed
elasticità del Piano, composto di opere che possono man mano essere aggiunte e di cui
può valutarsi nel tempo leventuale efficacia marginale rispetto al raggiungimento
degli obiettivi.
Qualora nel tempo si dovessero avere delle
modifiche delle previsioni del PUM, a causa di fattori imprevedibili, tali da comportare
variazioni delle scelte proposte o delle loro priorità, esse andranno verificate e
confrontate con gli stessi metodi di analisi quantitativa utilizzati per giungere alla
proposta del Piano.
La costruzione degli scenari di intervento
comporta, quindi, la selezione di interventi che consentano il raggiungimento degli
obiettivi per fasi successive e per ogni scenario devono essere valutati gli effetti
quantitativi di tali progressi verso gli obiettivi. Anche la scelta delle priorità di
realizzazione degli interventi nello scenario definitivo risulta particolarmente
importante; lindividuazione di opere caratterizzate da un più elevato ordine di
priorità dovrà avvenire tenendo conto dei condizionamenti reciproci e della massima
efficacia nel raggiungimento degli obiettivi. In tal senso potrebbe essere opportuno
considerare prioritariamente i completamenti di opere già esistenti, purché
economicamente giustificabili e compatibili con il PUM, tendenti alla massima
utilizzazione delle stesse e alla loro messa in rete con le altre.
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Fig. 2 Principali elementi del sistema
integrato trasporti-territorio con gli impatti degli scenari del PUM (Fonte: E. Cascetta
Teoria dei sistemi di trasporto, 1999)
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