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16 giugno 2020
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- Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ribadiscono il no
all'autoproduzione selvaggia nei porti
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- Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi: siamo per le regole e la
chiarezza uguali per tutti i porti
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I segretari generali di Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl,
Salvatore Pellecchia, e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, hanno
denunciato che, «contrariamente a quanto asserito da
Assarmatori, Confitarma e Federagenti, l'emendamento al
decreto-legge Rilancio non vieta l'autoproduzione delle operazioni
portuali da svolgere sulle navi, ma ribadisce la necessità di
regole e criteri chiari per far cessare lo sfruttamento dei
marittimi chiamati ad operare, oltre che nella fase di navigazione,
anche in quella di carico e scarico delle merci, che - hanno
ricordato i rappresentanti dei sindacati - sono state oggetto di due
scioperi nazionali. Una pratica che si è resa responsabile di
molti infortuni, alcuni mortali».-
- «Queste regole - hanno sottolineato Malorgio, Pellecchia e
Tarlazzi - si rendono necessarie anche per far cessare i problemi di
regolazione del mercato, insorti per interpretazioni e applicazioni
diverse della norma da parte delle Autorità di Sistema
Portuale, generando significative differenze tra un porto e un
altro».
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- «Noi - hanno spiegato i segretari generali di Filt Cgil,
Fit Cisl e Uiltrasporti - chiediamo che le autorizzazioni alle navi,
che non rientrano nel numero massimo previsto dalla norma, vengano
date non solo limitatamente al tempo necessario per il carico e
scarico della nave sulla base dei previsti requisiti, ma che
richiedano anche l'inserimento nella tabella di armamento del
personale dedicato a questa specifica attività e che vi siano
mezzi tecnologici adeguati».
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- «Pertanto - hanno precisato Malorgio, Pellecchia e
Tarlazzi - non siamo contro l'autoproduzione, ma siamo per le regole
e la chiarezza uguali per tutti i porti, perché solo così
il sistema portuale nazionale può svilupparsi in modo
armonico ed efficace. Su questo non faremo un passo indietro».
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