
La presentazione di un emendamento al disegno di legge di
conversione del decreto 96/2025 (recante disposizioni urgenti per
l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché
ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport, cosiddetto
“Decreto Sport”) che prevede di utilizzare la residua
capienza delle casse di colmata del porto di Napoli per i materiali
di un dragaggio dell'area Bagnoli-Coroglio che ospiterà
l'America's Cup ha allarmato l'Unione Nazionale Imprese Portuali
(Uniport) che teme un conseguente slittamento di lavori di dragaggio
dei fondali dello scalo portuale che sono attesi da tempo.
Si tratta - ha denunciato il presidente di Uniporti, Pasquale
Legora de Feo - di «un emendamento che rischia di penalizzare
la città di Napoli e l'intera Campania, rinviando
ulteriormente l'ultimazione di un'opera che il porto di Napoli
attende da anni». «L'evento che vedrà Napoli ed
il suo golfo protagonista di un evento mondiale, quale è
quello programmato per ospitare l'America's Cup - ha precisato - ci
inorgoglisce. Tuttavia le soluzioni che sarebbero state individuate
per realizzare le opere necessarie a tale evento destano molte
perplessità». Secondo Uniport, la soluzione prospettata
metterebbe in ginocchio il porto di Napoli che da anni aspetta gli
escavi per avere fondali adeguati alle navi commerciali privandolo
degli spazi già individuati per collocare i materiali
dragati.
«Aspettiamo con ansia - ha spiegato Legora de Feo -
l'ultimazione dei cantieri del PNRR proprio per eseguire quegli
escavi che rappresentano la sopravvivenza per il porto e per
attivare finalmente la Darsena di Levante. Mettere in concorrenza
fra loro due opere strategiche per la città di Napoli sarebbe
un errore gravissimo e metterebbe a rischio la sopravvivenza di
quella che a tutti gli effetti rappresenta la prima azienda della
Campania. L'intero cluster marittimo-portuale napoletano - ha
sottolineato il presidente di Uniport - è quanto mai compatto
nel chiedere a governo e parlamento di individuare soluzioni
alternative che coniughino la coesistenza di iniziative parimenti
prioritarie per la città e non pregiudichino l'ultimazione di
opere attese da anni e fondamentali per la crescita del porto di
Napoli».