
Oggi l'assemblea del Senato ha approvato il disegno di legge n.
1055 relativo alla legge quadro in materia di interporti, già
approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento, modificato in
sede redigente, introduce una disciplina quadro che sostituisce la
legge n. 240 del 1990. Il testo, composto di otto articoli,
definisce l'interporto come infrastruttura strategica di interesse
nazionale e istituisce un comitato nazionale per l'intermodalità
con funzioni consultive; il ministro delle Infrastrutture effettuerà
la ricognizione degli interporti esistenti e approverà un
piano generale per l'intermodalità; i gestori operano in
regime privatistico, con possibilità di acquisire la
proprietà delle aree.
Il numero massimo di interporti sarà 30, con priorità
ai progetti più rilevanti. Tra le modifiche apportate dall'8a
Commissione è stata aggiunta la definizione di soggetti
gestori dell'interporto; è stata eliminata la previsione
dell'aggiornamento triennale dell'elenco dei soggetti gestori; è
stato aumentato lo stanziamento finanziario previsto per i progetti
di realizzazione e sviluppo degli interporti e si è
introdotta la possibilità per i gestori delle infrastrutture
ferroviarie di adeguare a proprie spese le connessioni di ultimo
miglio.
L'Unione Interporti Riuniti (UIR) ha accolto con soddisfazione
l'approvazione da parte del Senato della proposta di legge quadro
sugli interporti, che - ha sottolineato l'associazione - rappresenta
un passaggio fondamentale verso il superamento della legge n. 240
del 1990, ormai non più adeguata alle esigenze del settore.
«La proposta - hanno evidenziato il presidente Matteo
Gasparato e il vicepresidente vicario Gianpaolo Serpagli - recepisce
in larga parte la visione promossa dalla UIR, volta a dare al
sistema interportuale italiano un assetto normativo moderno,
ordinato e coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e
intermodalità. Tra gli aspetti positivi, si segnala
l'accoglimento di alcuni emendamenti proposti dall'associazione e i
chiarimenti interpretativi emersi dopo un confronto con l'ufficio
legislativo del Ministero delle Infrastrutture».
Tra le novità principali del provvedimento - ha
specificato la UIR - il riconoscimento degli interporti come
infrastrutture strategiche del sistema Paese, la definizione di
“interporto”, la semplificazione delle procedure,
l'introduzione di criteri oggettivi per l'individuazione dei nuovi
interporti - concepiti come hub sostenibili, dotati di impianti per
energie rinnovabili e sistemi certificati di efficienza energetica -
e una ricognizione dettagliata degli interporti esistenti, per
aggiornarne e valorizzarne le funzioni.
L'Unione Interporti Riuniti ha rilevato che, in un contesto
internazionale sempre più competitivo, questa legge
rappresenta un'opportunità concreta per rafforzare il ruolo
strategico dell'Italia nella logistica euro-mediterranea,
valorizzando una rete che già oggi vede sei interporti
italiani tra i primi quattordici in Europa.
La UIR ha auspicato una rapida conclusione dell'iter
parlamentare alla Camera e l'avvio di una fase attuativa che sappia
tradurre efficacemente i principi della legge in misure concrete,
capaci di sostenere lo sviluppo, la sostenibilità e
l'equilibrio territoriale del sistema interportuale nazionale.